La Repubblica, 7 marzo 2000

Berio: "Una grande sfida"
Parla il Commissario straordinario, artefice dell'iniziativa


ROMA - Luciano Berio, Commissario Straordinario a Santa Cecilia, e in questa veste promotore del doppio ciclo Beethoven a Roma coi Berliner e Abbado, sottolinea l'eccezionalità del progetto: "Non mi risulta che sia mai avvenuto niente di simile. E' un'impresa, una scalata, un grande viaggio. Come fare il giro del mondo in una settimana: un'esperienza con la stessa intensità".
Si possono immaginare costi favolosi. Pensa di coinvolgere sponsor?
"Naturalmente sì. E da come si prospettano le cose fin da ora, sembra che non ci sia che l' imbarazzo della scelta. In ogni caso il Comune di Roma mi ha già confermato la sua partecipazione. Ma dirò no ai ministeri: in Italia ci sono degli ottimi ministri, ma per quel che riguarda la musica sono circondati da persone inconsapevoli".
Programmerà eventi collaterali ai concerti?
"Vorrei coinvolgere almeno tre dei pianisti in una serie di master-class organizzate nella Sala del Conservatorio di Santa Cecilia in Via dei Greci, la stessa in cui Mahler diresse due concerti nel 1907".
Stupisce, tra tanti pianisti-star, la scelta di un giovane in ascesa come Cascioli.
"E' una scelta di Abbado, che condivido pienamente. Cascioli è un ragazzo di grandi qualità e talento, che conosco bene. Quando ricevette il premio al Concorso Micheli, tre anni fa, ero presidente della giuria".
Tutte le scelte della rassegna sono di Abbado?
"Sì. E nell'evento complessivo, così ricco e impervio, si riconosce bene il suo modo di programmare. I suoi programmi hanno sempre un disegno, una traiettoria, non necessariamente tematica, ma definita da una struttura interna, da un senso globale. E' il tipo d'impostazione che auspico per il futuro di Santa Cecilia e per il nuovo auditorio di Renzo Piano. Siamo stanchi delle programmazioni aleatorie fatte di piccoli pezzi scompagnati, che somigliano a una collezione di francobolli". (l.b.)
Febbraio 2001: Abbado a Roma

La Repubblica, 7 marzo 2000







La Repubblica, 7 marzo 2000

A Roma un festival da capogiro
Anteprima/Nel 2001 una settimana con Abbado e i Berliner, tutte le Sinfonie e tutti i Concerti per pianoforte

di LEONETTA BENTIVOGLIO

ROMA - La notizia, per gli appassionati del genere, è di quelle da capogiro. Un mega-festival Beethoven, affidato a un'orchestra sovrana come la Filarmonica di Berlino, sarà ospitata "in residenza" a Roma, nel febbraio 2001, dall'Auditorio di Santa Cecilia, per due cicli integrali di Beethoven: tutte le Sinfonie e tutti i Concerti per pianoforte e orchestra. Il podio spetterà a un maestro ormai rarissimo per l'Italia, e più che mai per Roma, come Claudio Abbado, direttore musicale dei Berliner Philharmoniker. E' sua l'idea di una raffica meravigliosa di solisti al pianoforte da inserire nella rassegna: Brendel, Argerich, Kissin, Cascioli e Pollini. Praticamente il meglio del pianismo internazionale d'oggi, offerto in un prezioso mix di generazioni e scuole.
Sarà un insieme di "prime volte", una fastosa convergenza di appuntamenti "senza precedenti": la prima volta che Abbado dirige a Roma per tante sere di seguito, la prima volta che i cinque pianisti-star si troveranno riuniti in un medesimo contesto di programmazione, la prima volta che i formidabili Berliner suoneranno in Italia lungo un festival per una settimana di seguito, la prima volta che l'orchestra tedesca approderà a Roma dal '93, anno di una rapida apparizione a Santa Cecilia (ma a quell'epoca i Berliner mancavano dalla capitale addirittura dal '58, quando vi erano giunti diretti da Karajan).
Ecco il cartellone dell'avvenimento in dettaglio: l'8 febbraio, serata inaugurale, il programma, aperto dall'Ouverture dell' Egmont, prevede il Concerto n. 4, solista Alfred Brendel, ed è chiuso dalla Settima Sinfonia. Il 9 tocca a Martha Argerich, interprete solista del Concerto n. 2, in una serata aperta dalla Prima Sinfonia e chiusa dalla Terza ("Eroica"). La sera dell'11 ospita il giovane Evgenij Kissin, che molti considerano il massimo pianista russo vivente: sarà il solista del Terzo Concerto, programmato insieme alle sinfonie Quarta e Ottava. Due pianisti italiani, generazionalmente distanti tra loro, appaiono in locandina le sere del 12 e del 14: sono il giovanissimo Gianluca Cascioli per il Primo Concerto (lo suonerà con i Berliner, subito prima di venire a Roma, anche nel corso di una tournée in Giappone), ancora una volta programmato tra due sinfonie, la Seconda e la Quinta, e Maurizio Pollini, che chiude la sfilata di pianisti-campioni col Quinto Concerto beethoveniano ("Imperatore"). Sempre il 14, nella prima parte della serata, è in programma la Sesta Sinfonia ("Pastorale"). Il gran finale della rassegna s'affida alla Nona, che il 15 febbraio implicherà, in omaggio all'istituzione ospitante, il coinvolgimento di un complesso romano: il Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia. I cantanti solisti saranno Luba Orgonasova, soprano, Larissa Diadkova, mezzosoprano, Rainer Trost, tenore, e Bryn Terfel, baritono.
La conferma dell'avvenimento è arrivata a Roma ieri sera, dopo una sola settimana di contrattazioni serratissime tra Santa Cecilia e i Berliner. E' stato Claudio Abbado a offrire, una settimana fa, il prestigioso "pacchetto" di concerti direttamente al compositore Luciano Berio, attualmente impegnato come Commissario straordinario a Santa Cecilia. In origine il ciclo, che dopo Roma, nella seconda metà di febbraio, sarà programmato al Musikverein di Vienna, era destinato anche a Parigi, nell'ambito della rassegna pianistica I grandi interpreti, di cui è direttore artistico André Furno. Ma tutte le date parigine dei Berliner sono saltate per colpa di un incidente che vale la pena di riferire.
La Salle Pleyel, celebre sala di concerti parigina che ospita tradizionalmente la rassegna di Furno, è stata acquistata di recente da un miliardario francese, Martigny, la cui moglie, tale Madame Tarditti, è direttrice d' orchestra. E proprio per rendere disponibile la sala alle aspirazioni musicali della sua signora, Martigny ha deciso di estrometterne gli inquilini abituali: non solo Furno (e con lui i Berliner e i grandi pianisti), ma anche una formazione come l'Orchestre de Paris. E' grazie a questa storia poco edificante che Roma, tra un anno, potrà godere in esclusiva di un appuntamento musicale che si preannuncia storico. Tanto per dire, egoisticamente, che non tutti i mali vengono per nuocere