Mai come questa volta, data storica del 21 aprile 2007 a 150 anni esatti dall’inaugurazione del Teatro Comunitativo, oggi Teatro Municipale Valli, la partecipazione di Claudio Abbado è pertinente, necessaria oserei dire. Se non fosse presente, in questa giornata commemorativa la festa cittadina per il teatro non assumerebbe il medesimo significato. Avere Claudio Abbado in questa data, ancora di più rispetto al 1997 per il Bicentenario del Tricolore, ne rafforza il senso colmandola di contenuti, spogliandola per contro dei connotati formali dell’evento straordinario. In primis perché Claudio Abbado da sempre è stato protagonista fin dal 1962 e da allora si è distinto, è piaciuto al pubblico: si percepiva già la caratura del grande interprete e parimenti la sua concezione del far musica che in seguito sarebbe diventata una precisa modalità di legarla ad un progetto intellettuale e culturale che coinvolge e dialoga con altri segmenti dell’esistenza, sia rispetto ai musicisti che suonano con lui sia per il pubblico che ne usufruisce. Ha avuto occasione di dare forma concreta a quest’idea aderendo negli anni ’70 insieme a Maurizio Pollini all’iniziativa ‘avveniristica’ di Musica/Realtà nata a Reggio che rappresentava una proposta concreta per ribadire una funzione culturale, sociale, civile e politica della musica, aspetti che Abbado nel suo modo di concepire l’arte e la professione non ha mai abbandonato anche avendo incarichi di primissimo piano, al Teatro alla Scala di Milano e nelle capitali della musica: Vienna e Berlino, dove ha ideato progetti articolati ed interdisciplinari; in tempi più recenti lavora, ‘costruendo’ anche a Cuba e a Caracas. Tuttavia Abbado ha scelto di tornare costantemente a Reggio sapendo innanzi tutto che la città condivide e appoggia questi suoi progetti e sa che di questo edificio, posto così al centro della città, lui ne è il primo ammiratore. Anzi Reggio riservando da sempre un’accoglienza tutta speciale e lui e alle sue orchestre: dalla Chamber Orchestra of Europe, ai Berliner Philarmoniker, dalla Gustav Mahler Jugendorchester, alla Mahler Chamber Orchestra, fino all’Orchestra Mozart con la quale si esibisce il 21 aprile, -gli ha sempre dimostrato una amicizia oramai più che consolidata, qualcosa che va al di là dell’apprezzamento per sue magistrali interpretazioni (basti pensare al Flauto magico), nella consapevolezza di quanto la sua bacchetta trasmetta essendo espressione di una personalità artistica di prima grandezza, un testimone del nostro tempo. Perciò Reggio, orgogliosa di questo rapporto speciale, chiede la sua presenza soprattutto nei momenti forti come questo, in cui la musica è chiamata a sottolineare un avvenimento la cui importanza coinvolge aspetti più vasti. A questo proposito, è da sottolineare la cura dei programmi dei concerti i cui brani attraverso la sua interpretazione si arricchiscono di richiami, allusioni, stimoli: quando Abbado propone, con la sua profonda capacità analitica sembra riscoprirli e al pubblico pare che siano appena composti. Così sarà per I Sei Concerti Brandeburghesi di Bach, che eseguirà con l’Orchestra Mozart. ovvero un pezzo di storia della musica come Abbado è un pezzo imprescindibile della storia del nostro teatro in quasi 50anni: a lui il compito di esaltare la festa, di fare da trait d’union tra l’omaggio ad un’istituzione che da quando è sorta rappresenta un punto centrale della vita cittadina -espressione di valori sociali, civili e culturali- e di quanto all’interno di questo edificio può accadere, il contatt **o magico con l’espressione musicale di inarrivabile qualità artistica come lui sa fare. non sottolineare un momento civile e culturale e sostituisci.