ABBADO, UN BACH SENZA BACCHETTA

Con le mani dirige l’Orchestra Mozart e i suoi straordinari solisti
Trionfo a Venezia
BOLZANO. Arriva domani l’Orchestra Mozart e Claudio Abbado per il concerto straordinario che si terrà alle 20.30 nell’Auditorium di Bolzano, organizzato dall’Orchestra Haydn in collaborazione con il Comune di Bolzano, l’Accademia Mahler e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio. Con questo concerto si termina la tournèe che Abbado insieme a 28 solisti (tra cui alcuni di fama mondiale) ha condotto in otto città dirigendo l’esecuzione integrale dei Sei Concerti Brandeburghesi di Bach, denominati come “Six concerts avec plusieurs instruments” Ovunque è stato un successo con i teatri “tutto esaurito”, pubblico proveniente da diversi paesi europei (per gli appassionati del repertorio barocco, un’occasione unica ascoltarli tutti e sei). Noi siamo stati in anteprima al Teatro La Fenice di Venezia, dove Abbado e la sua orchestra si è esibita alcune sere fa, con l’intento di cogliere l’atmosfera di un evento eccezionale, che il pubblico avrà modo di percepire domani sera. Sul palco della Fenice, prima dell’inizio, è stato ricordato con un minuto di silenzio, la scomparsa di Carlo Maria Badini, deceduto a Bologna all’età di 82 anni, a cui si deve l’idea di fondare l’Orchestra Mozart, ma di lui si ricorda in particolare la lunga carriera come Sovrintendente del Teatro alla Scala, negli anni in cui Claudio Abbado era direttore artistico. Sul palcoscenico della Fenice disposti a semicerchio i solisti hanno suonato in piedi. Musicisti annoverati come massimi esperti della musica barocca. Ottavio Dantone clavicembalista, Giuliano Carmignola violinista, i violoncellisti Mario Brunello ed Enrico Bronzi, il flautista Jacques Zoon, Alois Posch, primo contrabbasso dei Wiener, Alessio Allegrini, primo corno dell’Orchestra di Santa Cecilia. Abbado ha disposto i musicisti sul proscenio dislocandoli tra loro con precisione e per risaltarne le qualità solistiche di ognuno. E’ risaputo da tutti quanto l’esecuzione dei Brandeburghesi sta al cuore di Abbado, e resta memorabile l’esecuzione avvenuta alcuni anni fa a Lucerna, mentre di questa versione sarà pubblicato un dv registrato a Reggio Emilia. L’atmosfera che si coglieva alla Fenice era quella di un ascolto meditato ed emozionato dalla bravura dell’orchestra (in questa occasione a ranghi ridotti), con un pubblico rapito dal suono diretto dalle mani del concertatore che è riuscito a trasformare suoni in quasi voci umane. Abbado ha diretto senza bacchetta, piccoli gesti lievi, e si notava come gli sguardi di complicità e i sorrisi dei musicisti, coglievano perfettamente lo spirito musicale. Ottavio Dantone suona il clavicembalo principale rosso d’origini fiamminghe, attorniato dagli altri solisti che sono valorizzati nelle loro specifiche identità. “Abbado fa riscoprire al pubblico i brani che dirige come se non fossero mai stati ascoltati” è stato il commento di Giulia Bassi del Club degli Abbadiani. Il direttore lasciava sempre il proscenio per i ringraziamenti ai suoi musicisti, mantenendosi in disparte e si univa agli applausi festosi del pubblico.