Abbado, si avvera il sogno di Fidelio
ALBERTO MATTIOLI
LA STAMPA - TORINO


Sono almeno quindici anni che un maestro unico pensa di dirigere l’unica opera di Beethoven. Nella prossima stagione, finalmente, lo farà. Claudio Abbado debutterà il Fidelio in una produzione dei teatri emiliani (Reggio, Modena e Ferrara) peraltro non ancora ufficialmente annunciata. Ma ai coproduttori si sono aggiunti il Festival di Baden-Baden e il Teatro Real di Madrid che, avendo già presentato il suo cartellone 2007-8, conferma la lieta novella che i bene informati si erano già vicendevolmente annunciata. La produzione dovrebbe debuttare al Valli di Reggio Emilia in marzo, poi passare a Madrid (19, 21 e 23 aprile 2008, ma Abbado dirigerà solo le prime due recite), quindi in estate a Baden-Baden. La tournée si concluderà in autunno nei Comunali di Modena e Ferrara. Di gran lusso la produzione, con la Mahler Chamber Orchestra in buca e l’Arnold Schönberg Chor in palcoscenico (e al pensiero di «O welche Lust» cantato dal Schönberg e diretto da Abbado viene davvero l’acquolina nell’orecchio). Leonore sarà Anja Kampe, con il Rocco di Giorgio Surjan, il Pizarro di Albert Dohmen e la Marzelline di Julia Kleiter (in alternanza con Rachel Harnisch). Più incerta la distribuzione di Florestano: Jonas Kaufmann, il migliore oggi in circolazione, farà sicuramente le recite di Madrid ma, per problemi di planning, forse non le altre. Robert Carsen riallestirà una sua produzione di Amsterdam, già apprezzata nel 2003 al Maggio, con la consueta ambientazione concentrazionaria (ma, a giudicare dalle divise, più da gulag che da lager) e l’amara ironia finale sulle guerre di oggi in diretta tivù, con l’irrompere di giornalisti e cineoperatori al seguito dei caschi blu. Ma questi sono dettagli. Perché è il primo, perché viene dopo un’integrale delle sinfonie già mitica, perché lo aspettiamo da una vita, sarà il Fidelio di Abbado. Imperdibile.