Il Corriere della sera, nelle sue pagine milanesi del 20 febbraio 2001, risponde ad un lettore chiedendo che Abbado torni a dirigere nella sua città. Guido Vergani nella sua risposta produce testi dello scambio di lettere tra Abbado e la Scala. Aldilà della discutibile decisione di produrre documenti che rimangono documenti di lavoro, e che dunque non sono destinati ad essere pubblicati, vorremmo una volta per tutte esprimere il nostro parere su questa vicenda dolorosa per tutti melomani milanesi.

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Comunicato

Milano Febbraio 2001


Claudio Abbado ha appena lasciato l'Italia per altri trionfi a Vienna e la testata milanese di riferimento, nelle sue pagini locali, ritorna sui rapporti Abbado-Scala, pubblicando, tramite la risposta di Guido Vergani, brani dello scambio di corrispondenza tra il Maestro e il Teatro alla Scala. In questo scambio di lettere, Claudio Abbado viene, senza che sia chiaramente detto, presentato come colui che disdegna le "suppliche" più volte espresse dalla direzione del Teatro.

Prendiamo adesso il problema alla rovescia: non vi siete chiesti perché Claudio Abbado rifiuta di prendere in considerazione la Scala?

E' pensabile che Claudio Abbado abbia dimenticato gli anni passati a Milano, abbia dimenticato il Teatro dov'è rimasto 18 anni ? abbia dimenticato l'orchestra da lui fondata, la Filarmonica ? abbia dimenticato la sua città?

Come spiegare che c'erano stati dei progetti, non tanto tempo fa (un Fidelio...un Barbiere di Siviglia con i complessi scaligeri...un'Elektra con i Berliner...), e che subito, da l'oggi all'indomani, tutto sia saltato in aria...perché?

Quelli che gli scrivono queste lettere lo sanno, il perché, e tante più lettere scrivono quanto più sanno che non arriverà risposta.

Una cosa sapiamo tutti: è capitato a tutti noi di essere un giorno profondamente feriti: è difficile, quando uno crede a certi valori, tornare a sorridere a chi lo ha pesantemente insultato.

Ma capita solo alle grandi anime chiudersi nel silenzio.