Il Wanderer ha già detto la sua. Rinviamo il lettore alla cronaca speciale dedicata alla chiusura del loggione.

Gli ultimi sviluppi del caso "Loggione" hanno accertato che il problema di sicurezza nascondeva la volontà, da tempo dichiarata, di porre fine all'accesso in sala di un pubblico non domesticato, con reazioni imprevedibili e spesso critiche. Avendo risolto il problema sicurezza e banalizzato parte della seconda galleria, la direzione si dà l'aria di avere concesso qualcosa, mentre in realtà, il nodo dell'affare è la soppressione della coda, rifiutando l'accesso in sala agli appassionati, trasformando la Scala in un qualsiasi "Moulin Rouge", come lo sottolinea un bel contributo del forum di "Vivimilano".

Con un attegiamento del genere, la direzione della Scala, nel suo insieme, ha vinto una battaglia tecnica condotta in modo perfetto, ha perso invece la battaglia politica perché nessun uomo di cultura può sostenere la mossa. Perfino un grande Maestro poco propenso alle dimonstrazioni pubbliche di dissenso quale il Maestro Carlo Maria Giulini ha espresso più di una volta, e anche via telefono, il suo appoggio al pubblico loggionista. IL Teatro alla Scala ha semplicemente fatto la dimostrazione della sua cecità, della sua assenza di senso della tradizione vera. Grazie all'attegiamento della sua direzione, la Scala diventà il Tempio del conformismo ben-pensante: il contrario della cultura.

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L'editoriale della nostra presidente
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La cronaca del Wanderer

La chiusura del loggione
Il nostro parere, i commenti, qualche documento

Leggere anche l'editoriale del Wanderer

La lettera al Presidente della Repubblica

Milano, 11 settembre

Al Presidente della Repubblica Italiana
Carlo Azeglio Ciampi
Palazzo del Quirinale
00187 ROMA

Il loggione del Teatro alla Scala

Caro Presidente,

Amareggiatissimi per la decisione del Teatro alla Scala di non vendere più i posti in piedi di galleria, gli ex(!!!)-loggionisti sfrattati dal Teatro più famoso del mondo si rivolgono al Lei, come appassionato di musica, per chiedere un suo intervento a nostro favore.

La soluzione è molto semplice: se per ragioni di sicurezza non vi possono essere spettatori in piedi, chiediamo che la stessa quota di biglietti sia venduta per posti assegnati a sedere, venduti con le stesse modalità di prima (quindi il giorno stesso al botteghino, a persone che si fanno per passione della musica le loro lunghe e pazienti code). Ogni altra proposta, come può vedere più approfonditamente nei documenti che Le alleghiamo, è inaccettabile, a meno di non pensare che si voglia davvero eliminare quella fascia di pubblico che da sempre costituisce l'anima del Teatro, anche con le sue occasionali intemperanze.

Caro Presidente, non accetti di presenziare alla prossima prima della Scala nell'anno delle celebrazioni verdiane, senza la nostra presenza lassù in loggione: al Trovatore in programma il 7 dicembre mancherebbe inevitabilmente qualcosa (anche se preceduto quest'anno dall'esecuzione dell'Inno di Mameli?).

Aspettiamo con fiducia il Suo aiuto!

I loggionisti sfrattati del Teatro alla Scala

Comitato spontaneo per il loggione della Scala -
responsabili: Attilia Giuliani via Tadino, 1 - 20124 Milano tel 0338-7108 656
fax 02-2940 5871
e-mail: attilia.giuliani@unimi.it

Dario Garegnani tel 0328 7132443 e-mail: dario_garegnani@libero.it



Lettera aperta a tutte le persone sensibili alla cultura
Milano, 9 settembre 2000



Lettera aperta a tutte le persone sensibili alla cultura

Il loggione del Teatro alla Scala

Una lunga tradizione milanese viene cancellata, per presunte ragioni di sicurezza: i cosiddetti posti in piedi di loggione non saranno più venduti e il pubblico più genuino, l'anima del Teatro, quella parte di spettatori esigente, sì, ma la cui competenza, passione ed entusiasmo valgono certo più del disturbo creato dalle occasionali manifestazioni di dissenso e intemperanza, viene esclusa dalla possibilità di accesso agli spettacoli.

E' davvero molto triste: sono lontani i tempi in cui Paolo Grassi diceva che "La Scala è come una quercia, ma con le sue radici in alto". Il Teatro alla Scala, luogo di memoria storica, teatro dell'unità nazionale, rinuncia alla parte più viva, attenta e fedele dei suoi spettatori.

Non sarà la stessa cosa se in seguito i posti perduti con questa ordinanza verranno ripristinati, ma messi in vendita come gli altri, con sistemi telematici! Per molte ragioni: la prima affettiva, perché la coda è anche e soprattutto luogo di incontro di appassionati che discutono all'infinito di cantanti, direttori, regie, fanno confronti con esecuzioni del passato, e finiscono per costituire un tessuto di relazioni umane sulla base della comune passione per la lirica e la musica in genere. Inoltre la presenza fisica costituisce un modo di accesso al teatro democratico e trasparente (in coda ci si vede e ci si conta), basato sulla disponibilità ad investire il proprio tempo per una passione. Delle altre possibili ragioni, possiamo citare soprattutto l'impossibilità di realizzare una vendita telematica il giorno stesso della rappresentazione: questo punto è vitale, perché la coda degli ingressi, come lo è stata finora, consente al pubblico di non programmare con giorni (se non mesi) di anticipo la propria presenza in teatro. Oltre a noi, quanti turisti di passaggio hanno ringraziato questo sistema che ha consentito loro di mettere piede nella celeberrima sala del Piermarini senza ricorrere a costosissimi posti acquistati dai bagarini, i quali, dal canto loro, trarrebbero ulteriori vantaggi dalla prevendita telematica degli ex posti in piedi di loggione!

Gli ingressi di loggione erano la porta sempre aperta del Teatro, quella che gli consentiva di svolgere e mantenere una funzione sociale nell'ambito della cultura, come è giusto pretendere da un Ente che, sebbene trasformato in fondazione a partecipazione mista, è pur sempre pubblico, con il dovere di fare in modo che l'arte che vi si esprime non sia solo appannaggio di ricchi, privilegiati o fortunati.
Questa porta si è chiusa, speriamo non per sempre. Per questo facciamo appello a tutte le persone che hanno a cuore la cultura perché si uniscano a noi nel richiedere che i posti di loggione vengano ripristinati esattamente come in passato: chiediamo in sostanza che il Teatro alla Scala mantenga una quota di posti (seduti o in piedi, non ha importanza) da mettere in vendita direttamente al botteghino all'ultimo momento e a prezzi popolari, perché ciò fa parte integrante della sua tradizione e della sua fama.

Grazie di cuore per averci ascoltato.

Comitato spontaneo per il loggione della Scala

contatti: www.ingressi.freeweb.it , oppure: Dario Garegnani 0328-7132443
Attilia Giuliani 0338-7198 656 fax 02-29405871
Via Tadino, 1 - 20124 Milano



La risposta del comitato alla conferenza stampa di Carlo Fontana

Milano, 13 settembre 2000

La nostra risposta alla conferenza stampa del Sovrintendente del Teatro alla Scala

Abbiamo preso atto della indisponibilità della Sovraintendenza della Scala ad accogliere le nostre richieste di vendita dei biglietti a prezzi popolari con il vecchio sistema della coda fisica e della vendita al botteghino mezz?ora prima dello spettacolo.

La modalità di vendita telematica, già applicata a tutti gli altri ordini di posti del Teatro e proposta ora anche per gli ex-posti in piedi di loggione, è tecnicamente impossibile da realizzare il giorno stesso dello spettacolo e consente una selezione casuale del pubblico, nella migliore delle ipotesi.

Si era partiti da un?ordinanza riguardante la sicurezza: da qui, constatato che l?ostacolo della sicurezza, limitatamente al problema del pubblico in piedi, aveva una facile soluzione, come di fatto è stato ora annunciato dalla Sovrintendenza, nell?assegnazione di una quota di posti numerati in sostituzione degli ex ingressi in piedi, si è passati alla linea di assoluta intransigenza sulla questione della vendita telematica.

Il risultato non cambia e l?intento quindi risulta chiaro:

si vuole eliminare quella fascia di pubblico che si conquistava l?accesso al Teatro per passione, a prezzo del proprio impegno di tempo, con una coda fisica trasparente, dove ci si contava e si era sicuri di entrare se compresi nei primi 200 iscritti alla lista.
Questa fascia di pubblico era, inutile ripeterlo, la più appassionata, competente e fedele, l?anima del Teatro come tanti hanno detto in questi giorni. Non solo: costituivano una tradizione di cui il Teatro stesso si è sempre vantato, almeno fino a qualche decennio fa, e la loro coda per l?accesso al Teatro costituiva un luogo dove si teneva vivo l?interesse per il Teatro e l?opera lirica, dove si faceva cultura in modo spontaneo.

Il comitato spontaneo per il loggione intende quindi continuare la propria protesta, per il ripristino della vendita mezz?ora prima dello spettacolo, direttamente al botteghino, di una quota di biglietti a prezzi popolari, con il conforto e il sostegno della maggior parte delle persone sensibili alla cultura, fra cui personalità illustri come Renata Tebaldi, Zubin Metha, Alberto Veronesi, Carlo Castellaneta, Lorenzo Arruga e il Maestro Carlo Maria Giulini, e attendendo la risposta del Ministro per i Beni Culturali e del Presidente della Repubblica ai quali è stato fatto appello nei giorni scorsi.
Consideriamo questa una battaglia culturale, amareggiati dall?essere stati considerati un ?Club privato? dal Sovrintendente, che non ha voluto convocare nessuno di noi alla conferenza stampa di questa mattina, 13 settembre 2000, e al quale potremmo rispondere che l?atteggiamento della direzione della Scala fa pensare che viceversa si voglia gestire il Teatro come ?cosa privata?, fra sponsor e amici degli amici, per assicurarsi la riuscita a priori di ogni spettacolo.

Il comitato spontaneo per il loggione
(responsabili: Dario Garegnani : e-mail: dario_garegnani@libero.it tel 0328 7132443
Attilia Giulliani: attilia.giuliani@unimi.it tel 0338-7108 656)