INTERVISTA A DANIEL HARDING

Pubblicchiamo questa intervista uscita su Avvenire il Sabato 12 agosto . Per di più il giovane direttore parla di noi! 

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Devo molto ad Abbado

Intervista a Daniel Harding
Carla Moreni
(Avvenire, 12 agosto 2000)
Claudio Abbado e Daniel Harding a Aix-en- Provence

Parla il giovanissimo direttore d'orchestra ospite del Festival di Cagliari

Daniel Harding ha ventiquattro anni, e a quell'età ci si può ancora permettere di presentarsi al mondo come un punto interrogativo aperto. Anche se si hanno le idee ben chiare. Lui le ha, certamente. E le sciorina rapide, in un inglese scattante, mentre le mani non stanno mai ferme, piccole e nervose. Harding è a Cagliari per un concerto, che ieri sera ha segnato il suo debutto italiano alla testa della nuova orchestra di cui da poco ha assunto la direzione stabile, la formazione della Deutsche Kammerphilharmonie di Brema. Poco prima di salire sul podio, il ragazzino biondo, esile e coi jeans, che dice di amare tanto il calcio, ha accettato di raccontarsi un po'.

I suoi Maestri sul podio sono stati Simon Rattle e Claudio Abbado: cosa ha imparato da due come loro?

Sono due direttori molto diversi, e li ho incontrati in momenti per me molto diversi: con Rattle ero agli inizi, dovevo imparare la tecnica della direzione, e lui me l'ha indicata con una chiarezza esemplare e anche con qualche trucco. Quando ho avvicinato Abbado sapevo già un po' di più, e soprattutto Abbado non è uno che ami parlare molto. Difficile rubargli qualcosa. Voglio dire che ti insegna più che altro a pensare, a mettere a fuoco quello che vuoi ottenere e a non stancarti di chiederlo, con chiarezza e lucidità.

Lei ha fatto scalpore perché giovanissimo: che peso ha un ragazzo sul podio di orchestre tanto importanti, come i Berliner o la Mahler?

Mah, oggi si punta molto e in tutti i campi su questo aspetto dell'essere giovani. Il bambino con talento fa notizia. Ma ci si dimentica che anche grandi direttori, come Karajan o Furtwaengler hanno iniziato a dirigere giovanissimi, e senza fare troppo rumore si sono fatti le ossa imparando il mestiere in piccoli teatri di provincia. Quando l'estate scorsa Abbado mi ha proposto di subentrare a lui per il debutto del Don Giovanni di Aix-en-Provence, è stato quasi come uno scherzo: tutti avevano prenotato i biglietti per la sera della prima, e la mia seconda recita rischiava di restare vuota. Così ci siamo scambiati le date. E anche quelli dei Cai, i fedelissimi abbadiani, alla fine sono venuti a dirmi che tutto sommato erano stati contenti del tiro a sorpresa.

Come le sembrano le orchestre italiane?

In Italia ho diretto l'Orchestra della Toscana e quella di Santa Cecilia: la seconda mi è parsa un po' vecchiotta...

Le piace il Novecento?

È un grande secolo, di straordinaria ricchezza. Da Strauss a Stockhausen, da Berg a Britten. Però l'esecuzione della musica contemporanea richiede tanto studio e tante prove che si finisce per selezionarla un po'. Comunque le orchestre che ne suonano tanta, come la Bbc, poi hanno una duttilità nuova anche sul repertorio tradizionale.

C.Mor.