Qualche appunto sulle opere di Nono che sono state scelte per il CD speciale pubblicato a sostegno dell'archivio Nono

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Un CD per Nono
Un CD per Nono
A sostegno dell'archivio Nono, su iniziativa di Claudio Abbado, la MUSICOM sta per pubblicare per il conto di uno sponsor un CD/DVD con una piccola antologia di opere di Nono incise da Claudio Abbado già pubblicate separatamente e ora raccolte apposta su questo CD.

Il Canto Sospeso, Berliner Philharmoniker, Dir: Claudio Abbado
Suite dal Prometeo, Berliner Philharmoniker, Dir: Claudio Abbado
Caminantes, Ayacucho, Gustav Mahler Jugend Orchester, Dir: Claudio Abbado .

Il canto sospeso

Una continua ed incessante domanda sul presente e sulla storia, un percorso pieno di ripetuti interrogativi e dubbi espresso dalle tematiche politiche e civili. Questo contengono molte delle opere di Luigi Nono senza che, con il passare degli anni, il filo rosso della continuità venga mai meno. Le premesse della sua ricerca vengono in essere fin dal primo decennio successivo all'incontro con Bruno Maderna (1946): a queste, può essere sempre ricondotta la varietà delle esperienze successive.
Il canto sospeso del 1955-56, su frammenti di lettere di condannati a morte della Resistenza europea, può definirsi la sua prima affermazione internazionale. Il titolo non allude soltanto ad un'idea di canto interrotto brutalmente dalla morte, ma alla frammentazione e ricomposizione del testo fra le voci, che racchiude una indagine sul suono dei fonemi in combinazioni e sovrapposizioni che aprono allo spazio musicale nuove dimensioni. Il compositore veneziano scomparso dieci anni fa, in tutta la sua vita ha sempre cercato alla stregua del romantico Wanderer la cui 'fisionomia' viene tracciata con compiutezza nel suo Prometeo
Caminantes...Ayacucho

Questo è il senso di tre delle sue ultime composizioni che formano idealmente un trittico legato alla frase "Caminantes, non hay caminos, hay que caminar": trattasi di "Caminantes...Ayacucho" (1986/gennaio 1987), "No hay que caminos, hay que caminar...Andrej Tarkovskij" (1987) e "Hay que caminar" sonando (1989). La prima, per contralto, flauto basso, organo, due cori, orchestra a tre cori e live eletronics è su un testo di Giordano Bruno sull'infinità dell'universo e la pluralità dei mondi: da qui l'ampio organico è disposto nello spazio in modo non tradizionale. <Ayacucho si riferisce al nome di una località del Perù in perenne rivolta_scrive lo stesso Nono_; è abitata da contadini poverissimi isolati dal resto del paese ma in contatto con gli studenti ed i professori dell'università S.Marco di Lima e con tutti coloro che rappresentano la punta più avanzata e consapevole della protesta sociale fino alla lotta armata. In Caminantes il suono degli archi è reinventato a motivo di una diversa accordatura basata su sfasamenti microintervallari: il flusso timbrico che ne scaturisce crea mirabili sfumature dalle multiformi variabilità. In questo modo sembrano 'generarsi' voci da spazi infiniti e suoni da altri mondi in una tensione visionaria di rara bellezza.

Il testo di Giordano Bruno


testo di "Caminantes...Ayachuco"
GIORDANO BRUNO
Ai principi de l'universo da "De la Causa, Principio e Uno" (1584)

Lethea undantem retinens ad origine campum
Emigret O Titan, et petat astra precor.
Errantes stellae, spectate procedere in orbem
Me geminum, si vos hoc resarastis iter.
Dent geminas somni portas laxarier usque,
Vestrae per vacuum me properante vices:
Obductum tenuitque diu quod tempus avarum.
Mi liceat densis premere de tenebris.
Ad partum properare tuum, mens aegra, quid obstat,
Secio haec indigno sint tribuenda licet?
Umbrarum fluctu terras mengente, cacumen
Adtolle in clarum, noster Olimpe, lovem.

(traduzione)
Che la tenebrosa terra, la qual, sin da principio,
trattiene l'ondeggiante massa delle acque,
si muova dalla sua sede e voli verso gli astri, te ne supplico o Sole.
E voi, o mobili stelle, mirate a me, mentre avanza verso il duplice
cielo, giacchè siete voi che mi avete aperto questo cammino. E i vostri giri facciano aprirsi davanti a me, che corro gli spazi, le porte del sonno:
quel che l'avaro tempo ha lungamente tenuto celato, sia a me concesso di trarre alla luce fuor dalla densa tenebra.
Cosa ti vieta, o mente travagliata, di venire ormai a partorire il tuo vero,
anche se tu lo largisca a un secolo indegno?
Benchè il flutto delle ombre sommerga la terra,
tu, mio Olimpo, fa splendere la tua cima nel limpido cielo.




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