Sotto il pretesto della lotta ai privileggi (quello di stare in piedi per ore e in coda qualche volta per giorni...), Carlo Fontana ha definitivamente chiuso la vicenda "Loggione": hanno vinto l'assenza di cultura, la paura e la stupidità. La nostra presidente ha lottato fino in fondo . Pubblichiamo una delle sue lettere




Leggere anche
- Il dossier
Loggione

-
L'editoriale della nostra presidente
-
La cronaca del Wanderer

- La nostra risposta alla FAZ di Francoforte

Loggione: Addio

la lettera di Attilia Giuliani

Loggione Addio

La foto della coda per il concerto della ricostruzione

Addio vecchio loggione, la "lobby archeologica" che ti ha abitato e animato per tante serate, alcune indimenticabili, altre di più ordinaria routine musicale, va in pensione anticipata, per far largo al "pubblico nuovo", quello che, guidato e istruito dal Servizio Promozione della Scala, e organizzato nei GIS (Gruppi di Interesse Scaligero), dovrebbe assicurare una fruizione meno superficiale (parafrasando il sovrintendente) dell'opera lirica!
D'ora in poi non ci saranno più isolati maleducati e ignoranti che urlano dall'alto il loro dissenso ai cantanti; già, ha ragione il sovrintendente, il loggione ora non è più quello di una volta! Niente a che vedere con le gazzarre di un tempo!!! Qualche esempio ricordato a caso qua e là: 14 aprile 1903, Toscanini, indispettito dalla richiesta di bis di una parte del pubblico (l'opera era il Ballo in Maschera), lascia il Teatro e viene sostituito alla direzione; 17 febbraio 1914, fiasco totale di Butterfly; 5 giugno 1952, Dimitri Mitropoulos è costretto a pregare il pubblico intemperante di lasciarlo dirigere il Wozzeck; 7 dicembre 1972, fischi dal loggione per il Ballo in Maschera diretto da Gavazzeni; nel 1964 i fischi sono per Mirella Freni in Traviata; 1970, alla quarta replica dei Vespri, piove un mazzo di radicchi sul palcoscenico per Renata Scotto; 21 febbraio 1982, Anna Bolena non riesce ad andare in scena per le proteste del pubblico che reclamano la Caballé protagonista; 7 dicembre 1982, contestato l'Ernani di Muti, e si potrebbe continuare!
Davvero altra tempra rispetto ad oggi; negli ultimi anni solo qualche fischio isolato e qualche frase buttata giù e subito zittita dagli altri e da alcune maschere zelanti, così zelanti da aver cominciato ora a chiedere al pubblico: perché non applaudite?

Addio vecchia coda, luogo di incontri e dibattiti fra appassionati, di attese gioiose dell'evento che veniva assaporato pian piano prima dell'entrata in Teatro; il nostro efficiente sovrintendente si era prima preoccupato, lo scorso anno, della nostra sicurezza e aveva sradicato alcune sedie del loggione per sfrattare i suoi abituali inquilini ed ora, sospettando che vi siano non pochi bagarini fra di essi, preferisce eliminare il tutto, pensando di estirpare così questo particolare tipo di "cancro". Ma non sa o finge di non sapere che esso si alimenta molto più altrove che nella coda degli ex-posti in piedi.

Un'altra tradizione della nostra Milano se ne va, nel modo peggiore, per motivi non detti; infatti se è vero che i "loggionisti della coda" costituiscono un reperto archeologico e un privilegio corporativo, come viene veementemente affermato ora, perché l'anno scorso si era dovuto trovare l'espediente della sicurezza per emanare il ben noto provvedimento di fine agosto 2000?
Il sospetto quindi è più che mai fondato: chi ha paura del loggione?