Tracce della Stampa in occasione del concerto di Reggio Emilia

I giovani a Reggio Emilia

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Claudio Abbado e i giovani : Inverno 2003
Testimonianze di studenti


Un teatro pieno di emozioni



Il concerto di Claudio Abbado visto da studenti e insegnanti. "Gli applausi più forti che avessi mai sentito"


Un silenzio irreale. E' una legge quasi fisica che mille studenti, seduti uno a fianco all'altro, nell'arco di dieci minuti producano un brusio destinato a diventare ben presto rumore. E invece non respiravano. Non tossivano. Scoprivano, nota dopo nota, che non sempre la musica classica è roba da geriatrico. Soprattutto se la musica classica si chiama Mozart e Beethoven e sul palco, a dirigere un'orchestra fatta di altri giovani, c'è quel Claudio Abbado di cui avevano sentito parlare tanto alla tv, o per radio, o sui giornali.

Qualcuno di loro, degli studenti, prima di quel pomeriggio non aveva mai toccato un velluto della platea del Valli e il nome Claudio Abbado ricordava qualcosa, ma non molto. A squarciare il velo ci hanno pensato gli insegnanti, quelli che pensano che, non importa quale scuola i ragazzi frequentino, se l'indirizzo sia tecnico, umanistico, o scientifico, ciò che importa è che i ragazzi ascoltino, e, possibilmente, si emozionino.

Obiettivo raggiunto, stando ai commenti raccolti al termine di un pomeriggio difficile da dimenticare, anche per uno come Claudio Abbado che fa venire giù il teatro tutte le volte che dirige ma che, ascoltando l'ovazione finale ha esclamato: "Sentili, 'sti ragazzi&.".

"Alcuni studenti hanno sentito il bisogno di telefonarmi e ringraziarmi spiega Viviana Sassi, docente del Bus-Linguistico per le emozioni suscitate in loro da Abbado e dalla sua musica. E ancor di più è piaciuto loro il condividere questo pomeriggio con persone svantaggiate e con i carcerati. Avevo due studentesse che condividevano il palco con altre due persone seguite da associazioni di volontariato: mi hanno detto che avevano le lacrime agli occhi".

Alle Magistrali Matilde di Canossa il concerto è stato preceduto da una piccola educazione all'ascolto "cercando di creare attesa per l'evento illustra Paolo Rossi, insegnante e, tra l'altro, senza assicurare ai ragazzi che avrebbero avuto i posti vicini. Certi avvenimenti credo che vadano vissuti in solitudine per accrescere la capacità di interiorizzare".

Teatro come esperienza, unicità della rappresentazione teatrale, irripetibile e diversa da qualsiasi cd, seppure di qualità: "abbiamo scelto di accompagnare al concerto i ragazzi più interessati, disponibili ad un ascolto non superficiale e i giudizi sono stati entusiastici, al punto che una ragazza mi ha detto che avrebbe voluto fare quel mestiere lì", spiega Cristina Bonacini, insegnante dell'Itc Levi-Scaruffi.

Anche all'Iti alcuni insegnanti cercano di portare avanti un discorso di educazione alla musica, utilizzando le opportunità del teatro: "La Settima di Beethoven ha scatenato un vero e proprio entusiasmo nei ragazzi commenta Gabriella Lusetti, insegnante non so fino a che punto sia arrivata la comprensione musicale, ma di certo l'emozione era grande ed era sottolineata dal silenzio con cui i ragazzi hanno seguito tutto il concerto".

Ma ecco altri commenti che i ragazzi, o i loro insegnanti, ci hanno fatto arrivare.

"Un bacio: una volta al giorno,

discoteca: una volta a settimana,

verifica di matematica: una volta al mese,

vacanze estive: una volta all'anno,

concerto di Abbado: una volta nella vita"

Con la speranza che non rimanga solo "una volta "un grandissimo grazie ad un grandissimo artista.

Sarah Jennifer Ferretti, III C liceo "S. D'Arzo" Montecchio

"Diffidate dell'uomo che non ama la musica. Egli è come un antro nella notte, dove si annida l'aspide", ha detto Shakespeare. È un giudizio molto radicale, ma letto nella sua prospettiva positiva mi sembra che sia una grande verità: dice quanto è liberante, luminosa e sincera la vera musica. Allora capisco quanto è stata formidabile la scommessa e la generosità del maestro Abbado che ha sfidato la patina di insensibilità alla musica alta e pura che caratterizza spesso i giovani. Ha vinto la sfida e noi siamo molto orgogliosi di esservi stati coinvolti, anche se sinceramente all'inizio trascinati e non del tutto consapevoli. Questo sì che è lavorare per la pace!!

Marianna Musi, II Liceo della comunicazione "S.Gregorio Magno"

E' l'unica persona che è riuscita ad attirare, riunire, incantare 500 ragazzi contemporaneamente. Biglietti tutti esauriti e un teatro bello come il Valli pieno di giovani vestiti nei modi più disparati, dallo sfattone al perfettino che si è comprato il vestito apposta per l'occasione. Lo spettacolo era già questo. Vedere, sapere che tutti quei ragazzi così diversi sono lì per lui, per la sua musica che sembrerebbe attirare ben poco gli adolescenti presi dal rock e dal pop. Invece no. Hanno accettato il suo invito forse per curiosità, forse per il grande nome, forse anche per una bella giustificazione il giorno dopo, ma ora sta a lui stupirli e non farli pentire di non essere stati a casa. Abbado ci ha incantato con la sua musica così curata, così profonda che ci ha permesso di sognare e di dimenticarci di tutti i nostri problemi. Non sono un'esperta e forse per questo ho apprezzato il concerto più per il suo coinvolgimento emotivo che per la esecuzione tecnica. Era impossibile andarsene prima dell'ultima nota, ci ha tenuto incatenati alla poltrona fino alla fine, perdendo la consapevolezza del tempo. Non si potevanemmeno andare via prima di dimostrargli tutta l'ammirazione, la riconoscenza con un applauso del tutto meritato che lo ha richiamato sul palco 5 volte. Poi era tutto finito. Guardi l'orologio e ti accorgi che il treno parte fra 5 minuti e devi correre in stazione se non vuoi aspettare un'ora e un quarto quello dopo. Il sogno è finito, la realtà si riprende il possesso della tua vita e tutto questo rimarrà un prezioso ricordo. In fondo al cuore ringrazie quel "piccolo" grandissimo uomo, Abbado, che con il suo concerto ha fatto scoprire quanto la musica classica, che sembra così lontana, può essere vicino ai giovani.

Valentina Agostini, IV A liceo D'Arzo Montecchio

"....stiamo parlando dell musica cosiddetta "classica", uno dei più elitari tra tutti i generi musicali sperimentati dall'uomo. Al contrarrio di quanto si potesse immaginare, il teatro era pieno di giovani pronti ad essere deliziati dalle opere di Mozart e Beethoven....

la sinfonia di quest'ultimo ha offerto toni più vivaci e sostenuti dell'opera precedente, caratteristica tipica del romanticismo. L'agilità musicale viene espressa in particolar modo dai violini e dai timpani, che infondono grande allegria suscitando grandi emozioni nel pubblico presente in sala. ...

Credo che sia un modo molto costruttivo per avvicinare i giovani d'oggi alla cultura musicale e, in particolare, alle opere dei più grandi compositori della storia...

Matteo Martini IV B liceo D'Arzo Montecchio.

"Ogni ragazzo era vestito secondo il suo look personale e il teatro era una festa di stili e di colori. C'erano cappelli, rasta, collane, piercing, tacchi, eleganti cappotti e scairpe colorate....Poi un ometto magrolino spunta da dietro un possente violoncellista: gli applausi si fanno fragorosi. L'ometta salta agilmente sul piedistallo e apre le braccia verso la folla con un sorriso simpatico. E' Abbado. Poi si rivolta e con un leggero ma deciso movimento delle braccia, in mano una lunga bacchetta brillante, si rivolge all'orchestra e sembra quasi che li comandi con sottili fili trasparenti, poichè con un suono fluido e naturale i violini attaccano la prima arcata, leggera ma provvista di una forza unica, visto che sembra suonata da un unico grande violino...Non fa in tempo a terminare l'allegro finale che si sente un applauso impaziente ed entusiasta, a e me, come succede sempre quando sento della musica che mi piace, viene una voglia pazzesca di prendere il mio flauto e suonare, anche se non produrrebbe esattamente lo stesso risultato...". Maria Giulia Franzoni, IV A Liceo Ariosto.

"Incantato era l'attento silenzio, ispiratore di una tensione carica che avvolgeva insieme strumentisti e pubblico, rivelando un suono terso e morbido, colmo di entusiasmo appassionato e infinito". Clara Fanticini, VA Liceo Ariosto.

"La musica viveva nei musicisti, le note si battevano nella loro anime, vibravano nei loro respiri e nei loro sguardi...avrei voluto avere con me gli acquerelli per tradurre a mio modo tali emozioni". Valeria Cavallini, IV B Liceo Ariosto.

"...Credevo che il teatro mi stesse per crollare addosso, invece erano solamente gli applausi di un pubblico estasiato, gli applausi più forti che avessi mai sentito..." Anna Lusetti IV C, Liceo Ariosto.

"...Ricordo ancora l'emozione provata soprattutto all'ascolto delle ultime note della Settima di Beethoven, che ha trascinato tutti noi giovani, e non solo, in un travolgente applauso..." Cristina VC Liceo Ariosto.

"...I musicisti, infatti, si muovevano tutti assieme come onde di un mare che, da calmo, diventava in tempesta, per poi tornare calmo e ancora una volta in tempesta..." Silvia Lugari V C Liceo Ariosto.

"... Per me, in particolare, era la prima volta che partecipavo a un concerto dal vivo, se escludiamo la banda cittadina...Spero solo che i musicisti potessero vedere il pubblico per guastarsi l'applauso finale in cui ci siamo alzati tutti in piedi, perchè se lo sono proprio meritato...". Anonimo, V C Liceo Ariosto.