LA CRONACA
 DEL WANDERER
N°52

Wanderung con Wagner

Alessandro Di Gloria

L'ultimo disco dedicato a Wagner uscito dalla DG





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Sembra legittimo chiedersi se la sorpresa l’abbiamo fatta noi a Claudio Abbado dedicandogli incontri, cene e auguri in occasione dei suoi settant’anni o se invece è stato proprio il Maestro a intavolare una serie di eventi che hanno soddisfatto nell’arco degli ultimi dieci giorni la nostra sete di arte e musica targata Abbado. Dunque, il 26 giugno, giorno fatidico, Raisat Album ci propone la visione di gran parte delle sinfonie beethoveniane registrate a Santa Cecilia nel mitico ciclo del 2001, il Simone fiorentino dell’anno scorso e il documentario firmato Daniele Abbado “La magia dei suoni” in cui, e questo credo sia il regalo più grande, è finalmente il taciturno Maestro a raccontare un po’ del suo privato davanti una telecamera. Non solo: nei negozi è appena uscito il disco dedicato a Wagner registrato tra Berlino e Salisburgo negli ultimi tre anni e l’ultimo DVD delle sinfonie di Beethoven romane contenente la IV, VII e, ancora sorpresa, un lungo intervento del Maestro sulla musica di Beethoven. Ancora: sappiamo già di due concerti a Ferrara e Potenza in autunno diretti dal Maestro a capo della Mahler Chamber Orchestra; è confermata, pare non solo a Ferrara, la ripresa del “Così fan tutte” in inverno, e si annunciano tournèe con la Lucerne Festival Orchestra che fra pochi giorni potremo ascoltare. Considerato ciò è forse possibile confermare la tesi che il regalo, stavolta, l’abbiamo ricevuto noi, per noi intendendo non solo il mondo “abbadiano”, ma anche tutti coloro che potranno, tramite questi numerosi spunti, riuscire a scoprire forse per la prima volta o forse in maniera ancora più marcata lo spessore dell’uomo che si riflette inevitabilmente nella musica.

Quando dall’empireo mi è arrivata la richiesta di stilare una “recensione” sull’ultimo cd wagneriano, ho accolto la proposta con piacere pur non avendo ancora ascoltato il disco in questione. Non avevo considerato infatti la possibilità, puntualmente manifestatasi, che emergesse all’ascolto un vissuto legato a queste musiche determinante nel giudizio.

La prima “traccia” è riservata all’ouverture del Tannhäuser: bisogna opportunamente ricordare che già questo brano fu inciso nel cd “Wagner Gala” contenente la ripresa dal vivo del Silvesterkonzert 1993 a Berlino. Un confronto sarebbe forse possibile ma non necessario al momento. Tornando alla recente incisione posso certo dire che si tratta di una magnifica esecuzione in cui traspare il grande studio verso un autore complesso e ricco di sfaccettature ma anche il fortissimo slancio e l’abbandono verso i ritmi forsennati di cui Abbado tiene le redini con spontaneità e vigore. È stupefacente il nitore dei suoni anche nei momenti in cui parrebbe confondersi ogni strumento: li sentiamo distintamente invece e l’effetto è soggiogante. Un merito dell’incisione è quello di non farci rimpiangere troppo i ricordi delle esecuzioni ascoltate dal vivo di questi brani, momenti che ritornano vividi nella memoria e che purtroppo difficilmente il disco può ricreare, come ad esempio la suite dal III Atto del Parsifal, registrata in contemporanea alla messa in scena salisburghese del 2002. Chi ha potuto ascoltare in teatro, a Berlino, Salisburgo, Edimburgo o Lucerna l’effetto generato dall’insieme spaventoso di campane, coro e orchestra in un momento di altissima concentrazione quale la “trasformazione” può ricordare la sensazione trasfigurante di quegli istanti in cui lo spirito salvifico del Graal pareva veramente manifestarsi e diventare realtà per mezzo della musica. Ovviamente il disco non potrà mai rendere l’effetto di un teatro ma quantomeno continua a perpetuare il miracolo di quelle esecuzioni. Ottima dunque l’idea di raggruppare i momenti sinfonici del lungo III Atto del Parsifal preceduti dalla registrazione, questa ripresa dal vivo nel corso delle recite salisburghesi, dell’ouverture del I Atto.

Infine, il Preludio e Morte di Isotta dal Tristan und Isolde, anche questa un’esecuzione registrata dal vivo a Berlino nel novembre 2000. In questo caso è necessario riascoltare più volte i brani per potere cogliere pienamente l’essenza della dicotomia amore-morte. Il discorso va oltre il commento puramente musicale, trascende verso quelle inafferrabili suggestioni dell’animo che la musica, miracolosamente, riesce a suscitare. È anche raro che ciò possa manifestarsi all’ascolto di un disco ma con Abbado è possibile: personalmente lo avevo già “sentito” all’ascolto della nuova edizione della IX Sinfonia di Mahler e, coincidenza, anche in quel caso si tratta di una esecuzione dal vivo. Questo dettaglio significa l’aver potuto fissare su disco una esecuzione che nasce dall’orchestra e dal direttore ma allo stesso tempo è quasi generata da un insieme di fattori psicologici ed emozionali che si fondono dando vita a serate cosiddette “magiche” e irripetibili. A chi si appresta all’ascolto del disco per la prima volta o all’ennesima, auguro di potere cadere vittima delle trame musicali wagneriane, di essere inghiottiti, come Isolde, dal turbine sonoro che la farà rinascere e realizzarsi nell’amore. Ma di tutto ciò, oltre a Richard Wagner, dobbiamo essere debitori a Claudio Abbado e ai Berliner Philharmoniker che ci permettono di ascoltare una edizione moderna e innovativa di queste leggendarie musiche.



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