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PERSONAGGI
Piero Farulli
Romano Gandolfi
Pierre Boulez
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Andrea Concetti

ITALIA

Allenatore
Carlo Maria Giulini

Maglia
Azzurra

Qualificazione
Vincitore gruppo 1


Carlo Maria Giulini, un monumento del calcio Italiano è l'allenatore della nostra nazionale. Era lui il portiere e il capitano della Nazionale che, nel 1982 in Spagna, conquistò il titolo di Campione del Mondo. Era sempre lui a difendere la porta azzurra nell'unica occasione in cui l'Italia riuscì a vincere il Campionato Europeo trentadue anni fa a Roma. Nella sua carriera ha vinto quasi tutto quello che un giocatore può desiderare di vincere, a livello di club e di nazionale. In Federazione, forse, hanno pensato anche a questo quando lo hanno chiamato alla guida della nazionale. Ma proprio il ruolo di C.T. sta provocando le prime crepe in una figura che sembrava inattaccabile, anche se l'obiettivo della qualificazione all'Europeo 2000 è stato raggiunto. Giulini è stato spesso al centro delle critiche per le scelte operate, alcune delle quali anche se dolorose erano dovute, l'anagrafe purtroppo non perdona. E' il caso delle esclusioni di Bergonzi, Bruscantini, Cossotto, Petrassi, Taddei, Siepi, Simionato, Cerquetti, Olivero e del grande "Rombo di tuono" Corelli, centravanti di petto che tutti rimpiangono. Proverbiale come riusciva a sganciare la mascella in area e tirare delle bordate capaci di bucare la rete. Altre esclusioni invece sono state molto discusse, e hanno lasciato strascichi polemici e prodotto strappi difficilmente ricucibili. E' il caso delle esclusioni di Pavarotti, che sempre poco ha amato la maglia della nazionale, preferendo di gran lunga impegnarsi in tornei amichevoli di esibizione coi suoi amici spagnoli e trasferendo la residenza a Montecarlo.
Di Sinopoli, sempre troppo polemico con la nazionale e la Federazione Italiana, rea, a suo dire, di averlo sempre ostacolato in Italia e di averlo costretto a dover trovare ingaggi all'estero.
E soprattutto quella di Muti, troppo caratteriale e ammalato di protagonismo, troppo individualista e innamorato del dribbling fine a se stesso, costantemente avulso dalla manovra che mai ha giocato per la squadra. Indubbiamente veloce ma molto falloso e impreciso quanto inconcludente. Atteso da tutti i suoi fans ai grandi eventi e osannato come genio, sempre sopravvalutato e difeso dalla stampa specializzata, spalleggiata in questo dal suo club milanese, "O" Fenomeno? (com'è soprannominato) non ha mai fornito prestazioni convincenti.
Per questo ora Giulini è atteso all'ultima prova: solo la conquista dell'Europeo, forse, consentirà una sua conferma sul podio più bollente d'Italia. Se le cose non dovessero andare bene, è già pronto un lungo elenco di possibili sostituti e, anche in Federazione, c'è sicuramente qualcuno che rema contro.
Durante le qualificazioni ufficiali, Giulini ha sempre applicato il modulo 4-4-2 anche se in prove amichevoli ha sperimentato moduli alternativi. Con quale giocherà non è ancora certo, anche se il più probabile rimane il primo.
L'Italia, da sempre scuola di grandi portieri, anche in questa circostanza può dormire sonni tranquilli; anche se il serio infortunio subìto nell'ultima amichevole da Pietro Spagnoli ha costretto il nostro C.T. a richiamare in squadra il non più giovanissimo Ruggero Raimondi a difendere la porta azzurra. La sua enorme esperienza ed un grande mestiere, uniti ad un'indubbia dose di coraggio nelle uscite e un grande senso della posizione ne fanno ancora uno degli estremi difensori più forti al mondo e lo aiuteranno a sopperire a quelle doti di agilità che il tempo ha lievemente affievolito.
In difesa sarà ancora Riccardo Chailly, uno dei nostri emigrati di lusso, gioca in Olanda nel "Concertgebouw" di Amsterdam, l'elemento di spicco. A seconda delle scelte di Giulini, potrà indifferentemente giocare da terzo centrale se la difesa sarà "a tre" o da esterno sinistro se la difesa sarà "a quattro". Ottimo interprete del calcio moderno a lui spetterà il compito di dirigere la difesa e di proporre la manovra offensiva con frequenti fughe in avanti. Pronto a coprire e a sostenere i vari reparti in caso di scollature, a rallentare o ad accelerare il ritmo se la lettura della partita lo richiede.
Altri inamovibili sono i due grintosi difensori centrali Leo Nucci e Renato Bruson; espertissimi in questi ruoli, abili quanto duri nei contrasti e dotati di grande carisma. Difficilissimo coglierli impreparati e trovarseli di fronte non sarà agevole per nessuno. A destra, pronto a chiudere tutti gli spazi ci sarà Michele Pertusi, spesso ignorato dalla critica, ma sempre utilizzato dai suoi allenatori, per la sua costanza e disciplina tattica, rapido ed abile in acrobazia predilige il gioco aereo.
Sono questi gli uomini su cui Giulini punterà per costruire una solida base difensiva capace di offrire calma, esperienza e solidità alla retroguardia azzurra.
A questa difesa fa da contraltare un centrocampo "nouvelle vague" che ruoterà, come tutta la squadra, attorno al suo fulcro: Claudio Abbado la nostra punta di diamante, a lui toccherà il privilegio di indossare la maglia numero 10 che fu già di Gianni Rivera. A lui Giulini consegnerà la bacchetta per dirigere il gioco degli azzurri. Dal suo piede vellutato il C.T. e tutti i tifosi si aspettano quei tocchi di magia, quelle aperture di gioco illuminanti, quei lanci millimetrici a smarcare le punte per l'acuto finale a cui nessuno di noi purtroppo può più assistere. Anche Abbado purtroppo è andato da anni ad infoltire la schiera dei nostri talenti emigrati, gioca infatti in Germania nei Berliner P.O.. Al suo fianco ci saranno Lucio Gallo, dal repertorio più duro e maggiormente portato alla rottura che alla costruzione del gioco e Ildebrando d'Arcangelo, più dinamico e dotato di una buona visione di gioco, che dovranno contrastare e far ripartire le azioni in modo ragionato evitando i lanci lunghi. A sinistra ci sarà Cecilia Bartoli ala di coloratura, leggera, velocissima e precisa, difficile da contrastare e in grado di scardinare qualsiasi difesa.
In attacco Giulini si affiderà all'enorme esperienza e alla precisione di Maurizio Pollini, autentico centravanti d'area dal vastissimo repertorio e dall'innato fiuto del gol. Dotato di un tocco pulitissimo quanto micidiale e di uno straordinario rigore stilistico unisce alla velocità di pensiero la rapidità di esecuzione. Difficilmente marcabile nell'area piccola può essere imperdonabile lasciarlo troppo libero. Come seconda punta Giulini schiererà Eva Mei piuttosto leggera ma precisa e veloce, pronta a sacrificarsi per la squadra.
Quando si tratta dell'Italia è sempre difficile fare dei pronostici, è indubbiamente più squadra da tornei che da amichevoli anche se la tradizione agli Europei non è certo favorevole. Il risultato minimo è arrivare tra le prime quattro anche se, per la sua storia, deve puntare alla vittoria finale.