EDITORIALE

Abbiamo deciso di pubblicare come editoriale questi due esempi simbolici delle difficoltà dell'abbadiano nelle sue itineranze.












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A caccia di un biglietto: ecco cosa succede a Roma e a Berlino!


1 – Roma

Una gentile signora tedesca, Marion Papi, ci ha mandato la lettera che pubblichiamo di seguito, presentandosi così:

In riferimento al concerto di Claudio Abbado all'Auditorium di Roma in data 14 aprile mi permetto di inviarVi in allegato e a puro scopo informativo una lettera di protesta di una mia amica romana, firmata anche da me. La protesta andrà anche all'Auditorium, ai maggiori quotidiani e al sindaco Veltroni.

Sono tedesca che ha vissuto sia a Vienna che a Berlino (proprio negli anni in cui il maestro Claudio Abbado era direttore dei Wiener e poi dei Berliner), ma sono anche cittadina italiana, e come tale gli episodi descritti nella lettera allegata mi addolorano molto.

Inoltre, vorrei farVi i miei complimenti per i volantini distribuiti davanti all'Auditorium prima del concerto. Il testo sul Sapere ascoltare la musica, oltre ad essere ben fatto e fedele al desiderio da sempre espresso dal maestro Abbado, conteneva un elegante messaggio a chi non sa applaudire al momento giusto.

Cordiali saluti

Marion Staudacher Papi


Roma, 19 aprile 2004

Vi scrivo per rivolgerVi un’appassionata protesta come cittadina e come amante della musica.

Lo scorso 14 aprile, pur non essendo in possesso del biglietto per il concerto del maestro Claudio Abbado a Roma, sono stata in compagnia di un’amica berlinese più di 1 ora prima dell’inizio del concerto alla cassa dell’Auditorium.

Ero certa di trovare in quella sede la stessa prassi in uso nelle principali città europee, dove, poco prima dell’inizio dello spettacolo, i biglietti non ritirati vengono distribuiti alle persone che aspettano in fila. La possibilità di trovare ancora due biglietti mi fu anche confermata dalla biglietteria consultata precedentemente via telefono.

Invece, all’Auditorium si è presto formata, non una fila, ma piuttosto una ressa di gente disorientata dalle hostess e dalle direttrici varie che diffondevano notizie contraddittorie, declinando ogni responsabilità circa la eventuale distribuzione di biglietti.

Tutto il personale addetto si è rivelato impreparato e del tutto privo di professionalità.

La situazione è divenuta sempre più insostenibile:

Un sedicente responsabile di sala affermava e sbraitava che i post erano esauriti, mentre sul video se ne vedevano diversi vuoti e sul banco erano in bella mostra biglietti non ritirati a 5 minuti dall’inizio.

Un’ altrettanto sedicente direttrice responsabile ne ha prima autorizzato e poi rinnegato le vendite.

Un giovane bellimbusto dei tanti messi lì ad esclusivo scopo decorativo e, a mio parere, con grande spreco di denaro, ad un tratto ha cercato di depistarci con la finta promessa di una lista d’attesa.

Questo e quant’altro…..
Da ultimo, 15 minuti dopo l’inizio dello spettacolo, una coppia di colombiani, prima nostri compagni di sventura, quando noi tutti avevamo rinunciato, è uscita come per andarsene, rientrando subito dopo accompagnata nell’ingresso e poi in sala da uno degli addetti il quale, alle nostre proteste, ha risposto in modo evasivo e imbarazzato rifiutando di dichiarare il proprio nome. Ciò ha rafforzato i nostri sospetti di vendita clandestina dei biglietti.

È intervenuto un altro sedicente responsabile a proteggerlo con giustificazioni ridicole e con l’unico intento di liberarsi al più presto di noi.

Ci siamo trovate impotenti davanti a un muro di silenzio, un silenzio che, oltre ad essere umiliante per chi chiede, è anche uno schiaffo alla legge sulla trasparenza.

Mi è dispiaciuto costatare che, nonostante gli sforzi di qualcuno, la nostra cultura musicale e l’organizzazione e il servizio dell’Auditorium sono tutt’oggi molto carenti e il confronto, nel caso specifico con la Germania, nettamente perdente.

dott.ssa Giovanna Sacco
Marion Staudacher Papi


2 – Berlino

Ecco invece cosa è successo stamattina – domenica 25 aprile – a Berlino, o meglio sul sito della Philharmonie sul quale tanti appuntavano i propri desideri perché si sarebbe aperta la vendita on line dei biglietti residui dei concerti che Claudio Abbado dirigerà il 4 e 5 giugno prossimi (il concerto del 3 era esaurito da tempo).

Sicuri di aver ricevuto sufficienti informazioni dalla nostra brava e vigile socia di Berlino, avevamo inviato a tutti le istruzioni su come trovare la pagina giusta sul sito dei Berliner Philharmoniker per accedere all’acquisto on line dei biglietti. Levataccia la domenica mattina per essere tutti collegati con congruo anticipo sul fatidico orario delle 8.00 (e il vostro presidente rinuncia a correre una maratona alla quale era già iscritta!): tutti ai blocchi di partenza sulla tastiera per fare click prima degli altri… Ma arrivano le prime frustrazioni: il sistema non dà l’icona “tickets” che ci si aspettava. Vuol dire che la vendita aprirà alle 9.00 allora, pensano i più, falsa partenza; ecco che un’ora dopo si ripete il rito; nuova frustrazione, niente scritta fatale, niente biglietti. Scambi di messaggi frenetici, telefonate sui cellulari da un capo all’altro d’Europa! Ma qualcuno ha capito l’inghippo: il sistema funzionava solo dalla pagina tedesca; quella inglese, che avevamo indicato a tutti i soci CAI in caccia di un biglietto, non faceva accedere alla vendita on line!!!!

Volete dire che anche la proverbiale efficienza teutonica mostra qualche volta anche lei le sue crepe?
In questo, cioè sulla vendita on line, il sistema usato da Santa Cecilia era decisamente più efficiente, comprensibile e “leale”, nel senso che i posti venivano visualizzati in pianta ed era possibile osservare mano a mano il diminuire dei posti liberi verdi, avendo quindi sotto gli occhi l’esatta situazione. Sul sito dei Berliner niente di tutto questo, a parte il disastroso inconveniente della versione inglese non funzionante; per ore e ore la pagina con l’indicazione dei concerti e la relativa disponibilità dava ancora posti liberi quando invece erano esauriti da un pezzo, illudendo inutilmente l’utente non ancora rassegnato…

Questi due esempi dimostrano quanto sia qualche volta difficile - impossibile - avere accesso alla musica e all'arte.

MILANO, APRILE 2004

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