EDITORIALE

A proposito dell Orchestra Mozart

Pubblicchiamo come editoriale della redazione questo intervento di una socia, che ci sembra riassumere chiaramente il nostro pensiero












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Stimolata dal contenuto di diversi articoli usciti nella stampa nazionale vorrei condividere con voi alcune riflessioni sull'Orchestra Mozart.

Non nascondo che fino a qualche tempo fa ho sempre avuto qualche ingenerosa riserva su questo modo di unire i musicisti creando compagini raccogliticce che spesso con la loro sporadica presenza non diventano una ricchezza per le città che le ospitano, rendendo così tra l'altro difficile giustificarne il sostegno da parte degli enti locali. Mi pareva che il meglio Abbado lo avesse dato nel lavoro con i giovani.

Osservo però che attualmente anche le orchestre degli ex enti lirici stanno diventando sempre più compagini raccogliticce: gli orchestrali che vanno in pensione sono sostituiti da strumentisti attinti da una graduatoria di aggiunti e vengono assunti con contratti a termine di durata variabile a seconda delle necessità della programmazione. Lo stesso, anche da più tempo, per i cori. Alla faccia della qualità!


In questo contesto il progetto dell'orchestra Mozart acquista alcune caratteristiche che mi paiono veramente interessanti e degne di nota, forse di più delle consuete orchestre giovanili.

-L'orchestra Mozart non è una orchestra giovanile, si tratta di un gruppo di musicisti selezionati per l'esecuzione di un vasto repertorio mozartiano (con qualche puntata su altri autori) in vista delle celebrazioni del 250° anniversario della nascita.

-nelle formazione di queste orchestre diventa realtà la crescita di più giovani musicisti a fianco di prime parti di prestigiose compagini che per vari motivi, alcuni anche legislativi a quanto mi risulta, hanno lasciato il lavoro stabile in orchestra. Anche i Wiener Philharmoniker inseriscono gradualmente giovani affiancandoli a strumentisti di più lunga esperienza.

-I musicisti crescono suonando a fianco di musicisti diversi e sotto la guida di direttori diversi: da salutare quindi positivamente che la maggior parte di questi orchestrali faccia parte di altre orchestre

-Raccogliendo elementi selezionati, in grado di affrontare con esiti eccellenti anche un vasto repertorio di musica da camera si arricchisce la qualità dell'orchestra e della proposta musicale; i concerti che i solisti della Mahler hanno eseguito all'Accademia Filarmonica hanno impaginato brani desueti con organici particolari, scelta possibile solo nell'ambito di una compagine orchestrale di qualità. In tempi in cui le stagioni di musica da camera sono pure compilazioni di programmi con un numero x di serate da riempire in base all'offerta di varie agenzie, la prospettiva di questa attività collaterale mi sembra molto interessante


Credo che alla luce di quanto sopra queste iniziative di un musicista come Claudio Abbado che ha già lavorato nelle istituzioni pù prestigiose e importanti vadano lette come unn proposta, una prospettiva per il futuro della musica classica, attenta alla qualità e ai cambiamenti dell'organizzazione musicale e ai problemi economici sempre maggiori che mettono in discussione le più importanti istituzioni musicali del nostro paese.

Il maestro Abbado lancia ancora una volta una palla (ve ne ricordate alcune altre? concerti per lavoratori e studenti, i dibattiti agli amici del loggione, l'idea di un rapporto stretto fra teatro di prosa e teatro lirico -in questo aiutato da Paolo Grassi e Giorgio Strehler, la curiosità per nuovi repertori, le ipotesi di un rapporto fra musica e arti figurative.......) a noi raccoglierla con la nostra intelligente e dialettica partecipazione nella speranza che dia una nuova linfa alla musica.


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