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Scuola, Stato e Musica

Articolo del
Corriere della Sera  Febbraio 2005












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Sabato, 5 febbraio, 2005

Corriere della Sera

«Giovani, scrivete a Roma per salvare la musica»

Campagna di Muti contro i tagli alla cultura. «Credo nella mia battaglia, ma non appartengo a nessun partito»

Il maestro attacca ancora il governo. Ieri mattina l' appello agli studenti fiorentini durante una prova generale

Dubini Laura

DAL NOSTRO INVIATO FIRENZE - «Siamo quasi alla fine della prova della Messa di Cherubini. Vi piace o no?» domanda Riccardo Muti dal podio del Teatro Comunale alla platea gremita di studenti delle medie e delle superiori. Fischi e urla da stadio riempiono a lungo la sala. «Allora scrivete una lettera a Roma chiedendo di farvi ascoltare questa musica per tutta la vita» li esorta il maestro riprendendo l' esecuzione della Messa Solenne per il principe Esterhazy con orchestra e coro del «Maggio Fiorentino», che dirige dopo dieci anni di assenza. Muti a Firenze per rendere omaggio a Cherubini, che qui ha avuto i natali, leva la sua voce a difesa della cultura, contro i tagli al Fus (Fondo unico per lo spettacolo), contro il progetto di togliere l' insegnamento della musica nelle scuole. E lo ha fatto coinvolgendo i giovani, giovedì durante la lezione su Cherubini all' Università fiorentina, e ieri mattina alla prova generale del concerto. «Vi rubo ancora un minuto - avverte Muti dal podio alla fine -. Oggi avete assistito all' esecuzione di una delle più grandi messe scritte nell' 800, per dimensioni e per alcune intenzioni visionarie perfino superiore alla Messa Solenne di Beethoven. Questo è un buon motivo per prendere coscienza dell' identità della cultura a cui appartenete». E continua: «Dal 1968, da quando ragazzo sono salito su questo glorioso podio, ho iniziato la mia battaglia per la musica. Oggi ho gli stessi ideali e mi sento un idealista senza illusioni, sempre impegnato nella mia battaglia. Nessuno vuole imporre la cultura, ma non bisogna mai abdicare. Questo non significa che, rientrati a casa da un viaggio in macchina o da una giornata di mare, dovete ascoltare la Messa di Beethoven. E non dico che non ci sia bisogno di rock, pop, jazz, musica di un certo livello culturale. In questo Paese noi musicisti ci sentiamo sempre più degli intrusi. Dobbiamo gridare per farci ascoltare. Qualche risultato è stato ottenuto nel tempo. Ma c' è nuovamente un grande pericolo. È vero che gli antichi romani dicevano che prima bisogna mangiare e poi pensare alla filosofia, ma la musica è un cibo per lo spirito da cui non si può prescindere, e senza cultura diventiamo tutti delle bestie. Il nostro Paese deve la sua storia alla cultura e alla scienza, purtroppo assistiamo anche alla fuga all' estero di molti ricercatori». Il maestro si infervora, è sempre più determinato: «Lascio a voi questo messaggio drammatico. Ognuno porti il suo granello. Vi ringrazio e mi congratulo per l' attenzione con la quale avete seguito questa esecuzione. Alla vostra età, portato all' opera o a teatro, spesso ero cacciato fuori per la cagnara d' inferno di cui ero capace». Nel camerino, Muti, pur non facendo nomi, ma alludendo chiaramente ai ministri della Cultura e dell' Istruzione, spiega di essere venuto a conoscenza di una circolare su un progetto governativo che intenderebbe togliere l' insegnamento della musica dalle scuole, le magistrali in particolare. «Sembra un lento smantellamento - dice amareggiato -. Come avvenne per le orchestre della Rai. Nessuno credeva che fosse possibile. Eppure fu fatta quella assurda operazione di chiusura. E pensare che sono cresciuto al Conservatorio di Milano ascoltando le orchestre della Rai dirette dai massimi artisti, Celibidache, Giulini, Monteux, Munch. Sono veramente preoccupato. Il nostro Paese rischia di diventare di seconda categoria». Secondo Muti il governo sta commettendo un vero delitto con i tagli programmati del Fus, che «metteranno in ginocchio i teatri», e con il progetto di privare gli studenti dell' insegnamento musicale. «La musica è una delle spine dorsali fondamentali della storia, della cultura e dell' arte italiana, e della nostra identità. Non si può avere un ministero (da cui dipendono i Conservatori) che forma musicisti e un altro ministero che li disoccupa. Il problema è che uomini politici italiani si trovano a trattare una materia a loro sconosciuta. Bisognerebbe fare come quando il Napoli vinse lo scudetto e un gruppo di tifosi andò al cimitero con lo striscione "Non sapete cosa vi siete persi". Bisognerebbe dire ora questa frase ai governanti che hanno a che fare con la musica». Muti parla da artista e da cittadino libero, senza schierarsi a destra o a sinistra. «Sono finito in prima pagina anche sull' Unità grazie alle mie dichiarazioni a favore della cultura! Ma, sia chiaro, io non appartengo a nessun partito».
Laura Dubini
ldubini@corriere.it

PERICOLO C' è nuovamente un grande pericolo. Senza cultura diventiamo tutti delle bestie

FUGA Purtroppo nel nostro Paese assistiamo anche alla fuga all' estero di molti ricercatori

GRIDA Noi ci sentiamo sempre più degli intrusi Dobbiamo gridare per farci ascoltare

POLITICA Sono finito in prima pagina sull' Unità Ma, sia chiaro, io non ho tessere politiche

I CONCERTI AL TEATRO COMUNALE
Ieri Riccardo Muti ha tenuto il primo di tre concerti in programma al Teatro Comunale di Firenze, dieci anni dopo la sua ultima performance nella città toscana. Entusiasmo e lunghi applausi. La «Messa in re minore» composta da Cherubini a Parigi nel 1811 ha segnato questo ritorno. Molto seguita dai giovani anche la lezione su Cherubini

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