LA SCALA SORRIDE

Editoriale
Maggio 2006

La conferenza di Stéphane Lissner e Daniel Barenboim aprono una nuova era alla Scala.






















 


L’arrivo di Daniel Barenboim alla Scala è un momento importantissimo per il teatro scaligero. Significa in primis la chiusura alla grande del periodo di stallo cominciato un’anno e mezzo fà. Significa anche una svolta rispetto agli ultimi anni, dove la Scala era chiusa nel suo orgoglio ed era diventato il più grande teatro di provincia del mondo. Significa il primato della musica, dell’apertura, e la gioia di fare musica insieme.

Se per noi Abbadiani significa anche una speranza più diretta di rivedere Claudio Abbado salire sul podio, possiamo dire che prima di lui lo spirito abbadiano è tornato nel teatro del Piermarini, fatto di apertura, di fede nel futuro, nei giovani, nella musica.

Di sicuro la scelta di Barenboim è una scelta eccelsa, visto che è condivisa con l’orchestra, e visto il successo della Nona di Beethoven dell’anno scorso, è sicuramente la scelta più mirata per aprire questo teatro al suo reale terreno, l’Europa e l’internazionale. Artisticamente, sappiamo anche che il repertorio italiano non è il repertorio prediletto del maestro Barenboim, e dunque c’è anche da aspettarsi discussioni aspre per il « dopo Scala » : che felicità ! se torniamo a discutere musica, a litigare tra di noi per la validità di tale o tale interpretazione.

Intanto, il teatro scaligero, dove Kleiber, Sawallisch, De Sabata, Furtwängler, Toscanini, hanno portato Wagner all’incandescenza, torna ad onorare questa tradizione iscritta da Toscanini nei geni del Teatro fin dagli inizi del XX°secolo,con un Ring e un Tristano che si preannunciano straordinari.

La Scala è di nuovo oggetto di curiosità della stampa internazionale, e di attenzione dei melomani di tutto il mondo, è tornata ad essere La Scala. Grazie !




































































































































































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