BOCCANEGRA 2002

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BOCCANEGRA 2002

Il corriere della sera

Corriere della Sera, 17 giugno 2002

Comunicato della Redazione del sito "Club abbadiani itineranti".

Il giornale milanese di riferimento finora ha reso conto del Boccanegra di Firenze diretto da Claudio Abbado,con un articolo di cronaca, e non con una critica. Senza dubbio questa testata di prestigio non avrà avuto a disposizione un critico musicale all'altezza dell'avvenimento per scrivere una critica intelligente, leggibile, dettagliata, e colta.

O tempora, o mores!

«Simon Boccanegra», Abbado emoziona Firenze



Il Comunale replica seccamente al regista Peter Stein che ha definito il coro «non all' altezza» «Tutti impegnati al massimo, Mehta ha portato i musicisti del Maggio a livelli straordinari»
Dubini Laura


DAL NOSTRO INVIATO FIRENZE - Ovazioni impetuose e affettuosi battimani di un pubblico entusiasta e febbrile per l' evento, hanno costellato, ieri sera al Comunale di Firenze, l' arrivo sul podio di Claudio Abbado, tornato a dirigere un' orchestra ita liana dopo sedici anni dalla sua ultima esecuzione scaligera. L' occasione era rappresentata dal Simon Boccanegra di Verdi (nella seconda versione del 1881, con libretto rielaborato da Boito), coprodotto da Firenze con il Festival di Pasqua di Salisb urgo. Un Simon Boccanegra, con la regia di Peter Stein, le scene di Stefan Mayer e i costumi di Moidele Bickel, già acclamato all' esordio nel 2000 e ora approdato a Firenze, ma con Orchestra e Coro del Maggio Musicale e lo stesso cast - Carlo Guelfi , Karita Mattila, Lucio Gallo, Julia Konstantinov - ad eccezione di Vincenzo La Scola. Tra il pubblico caloroso, il ministro Pietro Lunardi, il senatore Stefano Passigli, Paolo Arcà direttore artistico della Scala, Marcella Pobbe, il compositore Fabi o Vacchi, Enzo Siciliano. «Un lavoro magnifico. Ho proprio sentito che tutti si sono impegnati al massimo - ha commentato Claudio Abbado -. Zubin Mehta (direttore musicale del Maggio, ndr) ha portato questa orchestra a un livello straordinario». Abba do, che ricorda il suo forte legame con Simon Boccanegra, «opera riscoperta negli anni Settanta grazie all' allestimento scaligero con Strehler, fra i più poetici del regista, e che girò il mondo», spiega i motivi che lo hanno riportato alla guida de ll' Orchestra del Maggio dopo 24 anni. «Per il legame che mi unisce da sempre a questa splendida città - dice - e anche per la collaborazione che si è creata tra il Maggio e il Festival di Pasqua di Salisburgo, grazie alla quale, oltre a Elektra nel ' 96 con i Berliner e al Tristano nel ' 99 diretto da Mehta, è nato questo allestimento del Simone. Poi ha avuto il suo peso anche l' amicizia con Cesare Mazzonis, che risale agli anni di lavoro insieme alla Scala. Per non parlare di Zubin Mehta, ami co di lunga data, dall' Accademia di Siena nel ' 56, a quella di Vienna con Swarowski, tra il ' 56 e il ' 58, e dalle Settimane di Tanglewood, sempre nel ' 58, con la Boston Symphony. L' orchestra del Maggio è tra le migliori in Italia. E tornare a g uidare una compagine italiana è entusiasmante, arricchisce il legame che ho felicemente mantenuto con la vita musicale del mio Paese». L' Orchestra e il Coro del Maggio Fiorentino non nascondono orgoglio e felicità. «Abbado ci ha colpito per la grand e conoscenza della partitura e per la sua carica umana - racconta il primo violino Domenico Pierini - Abbiamo lavorato con rigore, disciplina, ma in un clima disteso. Il maestro ci ha chiesto di far risaltare tanti particolari importanti della partit ura e ha suggerito molti contrasti dinamici e tante sfumature di piccole note». «Quanta l' emozione che ci ha trasmesso. Tutti hanno assecondato la ricerca dei colori e delle parole. Abbado è riuscito a far affiorare espressioni raramente sentite in teatro», sostiene José Luis Basso, direttore del Coro. Coro al centro di una polemica con il regista Stein che lo ha definito nei giorni scorsi «non musicalmente all' altezza». Affermazione alla quale il Comunale ha risposto con un documento in cui a nnuncia di riservarsi il diritto di tutela «in tutte le sedi», e riporta che Abbado ha lavorato «con piena soddisfazione», chiedendo di «confermare il suo apprezzamento al Coro». Animi sereni nel cast. Il protagonista di Simon Boccanegra, Carlo Guelf i, sottolinea «la capacità di Abbado di far musica creando una perfetta tensione-vibrazione fra direttore e cantante»; elogia l' orchestra e parla di «privilegio di assistere alla trasformazione di una prova in un incontro di alto livello musicale». Vincenzo La Scola, nel ruolo di Gabriele Adorno, confessa di sentirsi come Pinocchio nelle mani di Geppetto, tale è la padronanza, l' analisi e la lettura dell' opera verdiana di Abbado: «Il mio personaggio alterna baldanza e senso di eroismo ad abba ndoni da innamorato. Importante è l' equilibrio tra accenti eroici e lirici». Abbado dirigerà ancora tre recite di Simon Boccanegra, mercoledì 19, sabato 22 e martedì 25 giugno (le altre sono affidate a Massimo Zanetti). E già tutti si chiedono quand o ritornerà a Firenze. «Lascio la porta aperta a tutto - garantisce Abbado - Ma ho bisogno di più tempo per me stesso. E ora ho un progetto che mi sta a cuore: la nascita, il prossimo anno, della mia nuova orchestra per il Festival di Lucerna». Laura Dubini ldubini@corriere.it