La cronaca del Wanderer

Il Wanderer può essere tutti noi.

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Il Wanderer oggi torna da Bolzano, dove ha sentito la Gustav Mahler Jugend Orchester diretta da Pierre Boulez


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La cronaca del Wanderer
N°9

Ecco il Maestro.
Spiegare il XX°secolo : un concerto-antologia e da antologia a Bolzano, diretto da Pierre Boulez

Tanti pensieri dopo il fantastico concerto della Gustav Mahler Jugend Orchester ! tale avvenimento, che dava una panoramica della produzione musicale dei primi 20 anni del secolo (che fra poco sarà il secolo scorso), sottolinea quanto questa musica sia a noi sconosciuta: quanti, tra i spettatori, avevano già sentito "Amériques" ? Ogni volta che sentiamo questi pezzi, li scopriamo di nuovo, come se non fossero mai "digeriti" dalle nostri menti abituate a Beethoven Brahms e Mozart. Solo già per questi motivi il concerto costituiva una approccio pedagogico per il pubblico, non foltissimo (Programma oblige..) che riempiva il Palasport di Bolzano. Un invito alla scoperta di questi pezzi impressionnanti, angoscianti, sublimi, piccoli, grandi, miniature e grandi quadri epici. Si passa dalle Miniature di Webern all'enormità di Amériques, da Stravinski all'ammiratore Varese, dall'estasi di Scriabine ai pezzi per orchestra di Berg. rari sono i concerti con addirittura due pause: questo era dunque l'eccezione. Per servire questa musica, un Boulez elettrizzato dal gruppo di giovani che lo segue con precisione diabolica. Precisione, tale è la parola che ci viene in mente, precisione metronomica, precisione del gesto, precisione nellporre le frontiere del suono, precisione degli attacchi, precisa distinzione dei vari piani di ascolto e di suono. Eppure, niente freddezza, come lo rimproverano spesso a Boulez: un suono pieno, a volte carnoso, dove tutti gli strumenti vengono sollecitati...Perché se il concerto ha la sua logica interna, con echi tematici(Stravinski - Varese/Berg - Webern), tecnici (l'utilizzo dell'orchestra in Scriabine e Varèse ad esempio), virtuosi (sollecitazione di tutti gli strumenti dell'orchestra, con cenni particolari ai fiati agli ottoni, e naturalmente alle percussioni), il suo scopo è anzittutto di proporre un programma altamente formativo ai giovani della Mahler. "C'est bon pour tout le monde, mais surtout pour eux", ci confidava Boulez alla fine del concerto ! ("Buono per tutti, ma soprattutto per loro..") !. Un repertorio spesso poco esplorato, dei pezzi che permettono all'orchestra di suonare come solisti, di lavorare sugli equilibri, sul volume, sui contrasti. Insomma, un concerto che è una lezione per tutti.
La freschezza dei giovani, la loro duttilità permette a grandi maestri forse di dare ancora un'impronta più forte alla loro interpretazione: lo avevamo già notato a Ferrara con il rapporto tra Claudio Abbado e la MCO, lo notiamo ancora con Boulez e la GMJO: con orchestre professionali, le abitudini hanno qualche volta amazzato l'entusiasmo e il gusto per la scoperta o per il lavoro intenso. Boulez avendo lavorato con questi giovani strumento per strumento, da più di un mese viveva tra loro. Convivere e musicare insieme crea un rapporto umano tutto particolare, molto favorevole all'arte. Le botteghe medioevali ci insegnano che si impara il mestiere vicino ad un maestro. Boulez, Abbado (una volta Bernstein) fanno parte di questa razza di Maestri che sono grandissimi non solo perché sono grandi interpreti, ma anche perché hanno una idea dell'arte che è "altruista": non si fa arte se non c'è trasmissione al pubblico, agli artisti, agli allievi, se non c'è volontà di insegnare quello che c'è dietro la bacchetta, di trasmettere una certa idea della musica. Boulez è sempre stato un insegnante, tra l'altro ha occupato la Cattedra di Musicologia al prestigioso Collège de France. Ha sempre accompagnato la sua attività artistica da un'attività pedagocica intensa fatta di conferenze, seminari, corsi (ne farà uno a Milano nell'autunno prossimo nel quadro di "Milano Musica"). L'artista vero non tiene la sua arte per se, ma considera un dovere sociale e intellettuale diffonderla e insegnarla ai successori. E noi ammiriamo Boulez, non solo perché è un musicista di ineccepibile livello, ma anche perché questo giovane di 75 anni ha saputo trascinare 120 giovani a seguirlo battuta dopo battuta, fino a respirare insieme, uniti al servizio dell'opera d'arte.

Programma del concerto del 2 Agosto:

Stravinskij: Le chant du Rossignol
Scriabine: Le Poème de l'extase
Webern: Sei pezzi per orchestra
Berg:Tre Pezzi per orchestra
Varèse: Amériques