La cronaca del Wanderer

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Un altro Wanderer torna da Vienna, dove ha assistito all'intero ciclo Beethoven

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La cronaca del Wanderer
N°19

Beethoven, Nona, Abbado, Vienna


Quale impareggiabile emozione si è potuta vivere nei giorni scorsi a Vienna, all'atto di ascoltare le magistrali esecuzioni delle nove sinfonie di Beethoven consegnate dal Maestro Abbado e dai suoi Berliner, all'archivio dei nostri ricordi, come una delle esperienze più toccanti mai provate. Un appagante quanto irripetibile piacere si è materializzato ogni sera nella sala dei Musikverein, uno spazio che si è trasformato sera per sera come il tempio del grande sinfonismo, merito indubbio di Claudio Abbado che ha saputo offrire la possibilità di assistere ad un evento musicale che non ha paragoni. Suggestioni che si sono ripetute fino ad arrivare all'apoteosi con l'esecuzione della Nona sinfonia che ha chiuso trionfalmente la tournée viennese. Un concerto senza uguali: la lievità dei pianissimi, l'assoluta padronanza nel distribuire equamente le masse, portando sempre in primo piano le parti solistiche, egualmente rappresentative, e meritevoli di ritagliarsi ruoli solistici. Un'attenzione oserei dire quasi contappuntistica alla maniera dei concerti del primo Settecento. Una direzione che dato esiti di mirabile perfezione ben integrata dall'esecuzione dell'Arnold Schonberg Chor, coprimario insieme ai Berliner. Un coro monumentale talmente perfetto da trovare sempre un'intesa perfetta con il fraseggio musicale, ben distribuito e calibrato nella distribuzione sonora delle voci. Come non ricordare quella dei tenori ad esempio. Un tutt'uno grazie al quale Abbado si riserva di farci ascoltare un Beethoven complesso nel suo insieme, ma completamente decifrabile da tutti quanti siano all'ascolto. Una tappa fondamentale della maturazione artistica del Maestro, inarrestabile, nella quale gli altri d'ora in poi dovranno cercare di confrontarsi, senza riuscire forse ad eguagliarlo.

Roberto Rinaldi