LA CRONACA
DEL WANDERER N°69 Berlino città mahleriana Enzo e Giovanna Frascolla
Il nostro dossier
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Chi si reca per la prima volta a Berlino si trova, a prima vista, di fronte ad un dilemma: ma perché parlano tanto di questa città, inserendola fra le più belle d’Europa? La prima impressione che infatti si riceve è derivante da una certa malinconia cantieristica, vedendo spuntare enormi gru da ogni angolo e da ogni dove. Ma continuando ad approfondirne la conoscenza urbanistico/culturale si resta sorpresi di trovarsi immersi in una rivoluzione spirituale che la città stessa t’impone. E’ la città delle fratture. Tra modernissimo e vecchio (non direi antico come nelle nostre città), tra desolazione e smagliante lucentezza, tra volgarità e raffinatezza, tra grandioso e misero, tra raffinato e volgare. Proseguendo nella conoscenza approfondita della città si resta via via sorpresi di immergersi gradualmente, ma inesorabilmente, in una realtà nuova fatta di contrasti architettonici tra vecchi edifici di regime, tutti parallelepipedi, tutti a mattoncini rossi, e la città Truman show della Potsdamer platz che pare un cartone animato disegnato al computer. Ai suoi margini la Filarmonie, complesso angoloso e teutonico sostanzialmente brutto e sgraziato, ampiamente riscattato da un’acustica unica al mondo. E’ la città dei contrasti. Come in uno sterminato manifesto pubblicitario dove il contrasto, tra bello e brutto, tra vecchio e nuovo, tra trasandato ed elegante, tra volgare e raffinato deve alla lunga attrarre la tua attenzione proprio in virtù dei conflitti, contrapposizioni e contraddizioni, originadoti un senso di spaesamento ed alienazione. Alla fine ne esci affascinato e sorpreso perché sei stato messo di fronte a un realtà unica in continua febbre evolutiva e frenesia creativa di ogni genere. Bene. Lo scopo della nostra visita berlinese non era all’inizio, se non secondario, quello di visitare la città, me l’ascolto della VI^ di Mahler condotta dal miglior direttore d’orchestra del mondo, eseguita dalla migliore orchestra del mondo, nella migliore sala acustica del mondo. Ma vissuta seppur brevemente la frenesia della città, ed ascoltata la frenesia mahleriana, non ci siamo potuti sottrarre dall’inevitabile accostamento. In particolare questa Sesta Sinfonia, specchio dei nostri tempi, così “tragica” ma anche così sublime, ma perchennò a tratti bandistica e volgare, ma anche mirabile e celestiale, pedestre e sublime a un tempo. Con quell’enorme martellone a sottolineare l’impeto costruttivo ed amplificare il climax acustico. Contrasti e contraddizioni in Berlino, contrasti e contraddizioni sublimi in Mahler, mirabilmente sottolineate dalla sensibiltà abbadiana in un’esecuzione indimenticabile. Non c’è dubbio Berlino è proprio una città mahleriana. Questa magia verrà trasmessa il prossimo 11 giugno alle 20 in Francia e Germania, ed è stata incisa dalla Deutsche Grammophon nell’ambito del progetto Abbado/Mahler/Berliner. Appuntamento l’anno prossimo, stessa stesura di programma con Berg (7 frühe Lieder) e Mahler Sinfonia n°4 con Renée Fleming: inutile cercare biglietti, è gia esaurito!
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