La cronaca del Wanderer

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Il Wanderer torna da Lucerna, dove ha sentito i due concerti dei Berliner diretti da Claudio Abbado

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La cronaca del Wanderer
n°28


Ritorno dalle vacanze - Lucerna 2001


Diventa impresa difficile trovare adeguati superlativi. Tutti sono stati usati..e rischiamo le ripetizioni e la noia. Il Wanderer ha quindi deciso di limitarsi ad una descrizione, per provare a dare al lettore un pò dell'atmosfera di Lucerna in questi giorni. Lucerna, che, ricordiamolo, sarà la sede della nuova orchestra fondata da Claudio Abbado è che diventerà dunque la capitale "abbadiana" per eccellenza.
I possessori di Radio per satellita avrano sentito i concerti che sono stati tutti trasmessi.

Lucerna possiede ormai un Palazzo dei Congressi e della Cultura che viene considerato come uno dei più bei gioielli dell'archittetura contemporanea, opera dell'architetto francese Jean Nouvel. La sala dell'Auditorio, in particolare. Più alta che larga, ricorda l'archittura delle chiese e delle cattedrali. Bianca come certe chiese settecentesche ricorda anche nella sua struttura le chiese "musicali" (La Pietà vivaldiana a Venezia) .All'estetica e allo stile di questo luogo "consacrato" alla musica corrisponde un'acustica molto chiara, con un riverbero sorprendente all'inizio, ma che dà al suono incredibile profondità e volume, suono che sembra così vicino, qualsiasi sia il posto occupato, che dal luogo emane un'impressione di maestosità e di intimità nello stesso momento...In breve, la futura sala di Claudio Abbado è stata scelta bene....

Molto atteso, il concerto Brahms/Dvorak del 31 Agosto era già stato dato a Salisburgo due giorni prima, e tutta Salisburgo cercava biglietti come raramente si era visto dai tempi di Karajan, segno che Claudio Abbado a poco a poco entra nella sfera dei miti per il grande pubblico..
Il concerto de Brahms scritto nel 1859 è strettamente legato al destino tragico di Robert Schumann e l'inizio particolarmente drammatico fa entrare immediatamente lo spettatore in questa atmosfera maestosa e tragica. Claudio Abbado ed i Berliner attacano il primo movimento con una violenza inaudita, quasi un colpo di tuono.. Il tocco sottile e leggero di Pollini conviene molto bene al secondo movimento, tutto di triste maestosità. Insomma un immenso momento di musica e di complicità tanto grande è ormai la fraternità artistica di Abbado e Pollini.

La sorpresa pero proviene dell'incredibile interpretazione della Sinfonia n°9 "del Nuovo Mondo" di Dvorak.Quel pezzo cosi conosciuto e popolare viene riscoperto e guadagna ancora in profondità e in malinconia. L'interpretazione molto sensibile di Abbado si legge soprattutto durante il celeberrimo largo, ispirato ad un negro spiritual . Sembra che teniamo uno dei momenti più rari della nostra carriera di spettatore...Non parliamo della parte solista edenica del corno inglese, ma ci ricorderemo per un lungo tempo ancora le otto prime parti degli archi, riprendendo il tema come un ottetto cameristico, dando un senso incredibile di intimità raccolta, emozione nascendo dal contrasto con la sala immensa, l'orchestra intera silenziosa e queste otto persone in centro producendo un suono sempre più sottile, sempre più fine, sempre più malinconico, sempre più vicino al silenzio. Per quanto riguarda l'ultimo movimento, è l'occasione di vedere Dionisio scatenato, un'esplosione all'incredibile vitalità: non si sa più se si deve ascoltare o guardare l'orchestra che si impegna anche al livello fisico (I berliner si muovono in un movimento particolare quando suonano ), oppure osservare il viso del direttore trasfigurato ed estatico. Un apice.

Il pubblico di Lucerna, spesso freddo spesso composto di sponsors vagamente annoiati, esplode in applausi. Richiami, urla, fiori....

L'indomani, primo giorno di settembre, è un giorno importante per i Berliner. E' l'ultimo concerto di quelli che lasciano l'orchestra. Altri festeggiano la 20a,30a, 42a(!) stagione in orchestra, e il loro nuovo sovrintendente Franz Xaver Ohnesorg, inaugura la sua carica. Il più commovente è la partenza dell'oboe Hansjörg Schellenberger, dopo 21 anni di presenza nell'orchestra , una delle personalità più forti dei Berliner.

Programma Beethoven concerto n°5 "L'Imperatore", con Radu Lupu solista e la Pastorale in seconda parte...Programma classico, atteso..ma una vota di più, la serata si conclude nell'emozione totale . Abbiamo ascoltato il concerto per piano n°5 a Vienna e Roma con Pollini.. Forse perché abbiamo nell'orecchio quel tocco inimitabile di Pollini, rimaniamo un pò delusi dalla prestazione di Rado Lupu .Nonché non sia notevole ! Ma disturba a volte questo stile molto tecnico, questo modo di isolare le noti, ni non legare, con una brutalità che può essere anche vista come passione e impegno. Da grandi artisti, i musicisti dell'orchestra suonano in piena coerenza più marcati, meno fluidi che con Pollini.Questione di gusto più che d'arte.
Si aspetta la Pastorale, pezzo di bravura per eccellenza, ed è il miracolo, di nuovo. In maniera ossessiva viene in mente durante l'esecuzione il famoso quadro di Giorgione "La Tempesta" .Certo la tempesta beethoveniana è forse più vicina a Goethe che a Giorgione, pero..pero..C'è nel quadro di Giorgione questo intreccio di dolcezza , di tenerezza e di minaccia pesante che dappertutto annuncia il prossimo scatenarsi degli elementi e che trasforma a poco a poco i colori della natura. Da Giorgione come nel Beethoven visto da Abbado c'è questa tenera intimità mescolata ad un atmosfera di paura cosmica, quell'alternanza di dolcezza e di apocalisse, scatenamento e raccoglimento, fiducia nell'avvenire e inquietudine.I musicisti in una giornata così commovente e così particolare per molti suonano per loro, e tra di loro: si ascoltano e si rispondono ed il risultato è la più bella Pastorale mai sentita, forse superiore a quella di Vienna lo scorso febbraio. Ormai diventa difficile ascoltare Beethoven suonato in modo diverso: ogni concerto è l'occasione di constatare quello che la stampa dice sempre più apertamente: che Claudio Abbado è oggi il più grande interprete della musica di Beethoven.

Infine, in mezzo all'entusiasma generale e alle emozioni, i musicisti uscenti ricevono dai loro colleghi fiori e abbracci, anche Emmanuel Pahud, flautista ex-titolare dell'orchestra (e forse fra poco di nuovo dentro...), semplice spettatore entra sul palcoscenico e offre i suoi mazzi di fiori ai colleghi e poi, ultima immagine, mentre l'orchestra era quasi tutta uscita, Claudio Abbado rientra richiamato dal pubblico e viene incrociato dall'ultimo professore (contrabasso) uscente : questo vedendo il direttore, si precipita e lo abbraccia. Inutile aggiungere commenti.

Ecco quello che i spettatori hanno sentito e visto in questi giorni sulle sponde del lago di Lucerna.

31 Agosto 2001
Brahms: Concerto per pianoforte e orchestra n°1 en re minore op.15
Dvorak:  Sinfonia N°9 in mi minore, op.95 - "Del nuovo mondo"

Piano: Maurizio Pollini

1 Septembre 2001
Beethoven: Concerto per pianoforte e orchestra n°5 in mi bemolle maggiore, op.73 "L'imperatore"
Beethoven: Sinfonia n°6 in fa maggiore, op.68 - "Pastorale"

Piano: Radu Lupu

Orchestra Philharmonica di Berlino
Claudio Abbado