La cronaca del Wanderer

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Il Wanderer manda queste impressioni a caldo dal secondo concerto di Claudio Abbado a New York

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La cronaca del Wanderer
n°32


Impressioni a caldo


Cari Amici, siamo appena tornate da una serata straordinaria: Abbado, Pollini e i Berliner in stato di grazia. Abbiamo abusato negli ultimi tempi di questa espressione, ma e' assolutamente vero che ogni volta qualcosa di diverso e di nuovo si svela. E la reazione del pubblico lo testimonia: applausi interminabili, urla di bravo, pubblico in piedi che chiede il bis
(accordato, e che bis: preludio e morte di Isotta).

Questa sera la musica sembra aver fatto dimenticare ai newyorkesi il peso della tragedia
avvenuta meno di un mese fa: direi che e' la prima volta che l'ombra di questo immane disastro non si e' avvertita intorno. Nota di cronaca sulla presenza degli abbadiani itineranti: questa sera massimo afflusso (19 presenze) piu' una virtuale, quella di Renate , la nostra amica berlinese
.
Dopo una prova generale davvero eccellente durante la quale e' stato provato per intero il Concerto n.1 di Brahms, il concerto vero e proprio non poteva essere diverso. Perfettamente temprati e in forma smagliante, sia il direttore che il solista, ne hanno realizzato un'esecuzione impeccabile per pulizia, rigore e nello stesso tempo profondita'
interpretativa. Pollini ha comunicato il suo Brahms senza mai 'abbandonarsi' a romanticherie o frivolezze, Asciutto ma tagliente con un suono pero' straordinariamente vellutato, ha forgiato un fraseggio di rara efficacia per nitidezza e grande capacita' evocativa. E' sempre
stupefacente inoltre come i medesimi intendimenti aul piano della resa musicale fra lui ed Abbado creino sempre qualcosa di speciale che appare inarrivabile e nello stesso molto naturale. L'energia creatasi durante l'esecuzione di questo capolavoro venuta fuori da uno 'scambio' reciproco incessante ma sempre diverso si e' tramutata nella lettura del
brano successivo, la Sinfonia n,7 di Beethoven in senso di pura forza,.
Una sensazione di qualcosa di titanico ottenuto senza mai appesantire nulla, anzi alleggerendo il piu' possibile. Abbado e gli orchestrali: il primo che 'tallona' inesorabilmente e i secondi che rispondono alla perfezione, anzi giocando d'anticipo. Una inimmaginabile si e' creata nel corso del pezzo tanto che nel finale tutto e' esploso: tutti sembravano trascinati in un vortice infinito ma di rara bellezza. Sempre scintillani e solari fino alla fine e tutti con un bel sorriso. Il pubblico alla fine e' balzato in piedi, applaudendo ed urlando chiedendo bis e ringraziando.
Giulia Bassi


Brahms: Concerto per pianoforte e orchestra n°1 en re minore op.15
Beethoven:  Sinfonia N°7 in mi minore,

Piano: Maurizio Pollini

Orchestra Philharmonica di Berlino
Claudio Abbado