La cronaca del Wanderer
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La cronaca del Wanderer
n°31
New York, Carnegie Hall...3 ottobre 2001
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Per Claudio Abbado e i Berliner Philarmonicher, andare a suonare a New York era un dovere umano morale, un sentito obbligo di solidarietà da perseguire con tenacia e fino in fondo. Non vi dovevano rinunciare, a causa dell'attentato al Word Trade Center. La tournée che proprio partiva dalla Grande Mela per toccare Boston e Los Angeles, era naturalmente stata fissata da svariati mesi prima del terribile fatto e da quello messa in forse. Del tutto cosciente del rischio e dei problemi da considerare in vista dell'organizzazione della trasferta, il direttore milanese fin da subito è rimasto fermamente convinto di poterli superare proprio in nome della universalità di quella musica di cui lui ne è supremo portavoce. Alla fine la sua tenacia ha vinto, la sua alta sensibilità ha avuto ragione sulle pur ingenti questioni che la città deve affrontare in queste ore. Quindi oltre ad aprire la stagione concertistica della Carnegie Hall, la prestigiosa sala da musica newyorkese, il primo appuntamento con i Berliner e tutte le tappe americane sono state espressamente dedicate alle vittime dell'attentato dell'11 settembre con diversi momenti commemorativi. Una gran serata di gala per dimostrare e ribadire la solidarietà di un'istituzione musicale tra le più prestigiose al mondo. Ha iniziato un rappresentante della polizia della città di New York, un testimone di uno di quei 350 uomini che per salvare vite umane in seguito al crollo delle Twin Towers ha perso la propria. Si trattava del tenore Daniel Rodriguez che ha cantato "God Bless America" una canzone popolare il cui ritornello è stato "accompagnato" da tutto il pubblico. Tra gli applausi ha poi parlato il sindaco Rudy Giuliani che ha ringraziato l'orchestra e Abbado di essere venuti .I terroristi sono venuti a distruggere l'energia e la mente degli americani ma non ce l'hanno fatta -ha detto tra l'altro Giuliani dal palcoscenico- perché sia l'energia che lo spirito della nostra gente sono diventati più forti di prima. In questo senso la musica può aiutare in questo momento di difficoltà. Da parte dell'orchestra di Abbado e dei solisti che partecipano ai tre concerti newyorkesi , il basso-baritono Thomas Quasthoff e Maurizio Pollini insieme al sovrintendente Franz Xaver Ohnesorg- è stata redatta una toccante dedica che è stata poi stampata nel programma si sala."Noi siamo venuti in America con grande angoscia e tristezza -dice lo scritto-. Noi abbiamo lasciato le nostre case e le nostre famiglie per stare con in nostri amici qui in America. Noi siamo venuti per affermare la nostra fraterna solidarietà che sarà espressa nei brani che presenteremo nei nostri concerti. John F.Kennedy in un momento particolarmente critico della storia di Berlino disse "Io sono un berlinese". In questo momento terribile noi affermiamo che "Siamo di New York". Al concerto che registrava il tutto esaurito da tempo, ha partecipato un pubblico attento e commosso capace poi di entusiasmarsi mentre l'orchestra eseguiva i brani del programma: l'Ouverture dell'Egmont, la Sinfonia n.3 di Beethoven e quattro lieder da "Des Knaben Wunderhorn" e "Ich bin der Welt abhanden gekommen" da "Ruckert Lieder" di Mahler. Un programma scelto con cura e encomiabile pertinenza da Abbado basato sulla figura di due musicisti caratterizzati da una grande forza morale e da una indiscutibile pregnanza di contenuti. Un'attenzione capillare riversata parimenti in una lettura densa e tutta personale da parte del direttore milanese e dei suoi orchestrali anche nei momenti più salienti come la "Marcia Funebre". Per questa come per gli altri brani un'esecuzione magistrale. Una dedica alle vittime della tragedia ma anche alla memoria di Isaac Stern scomparso alcuni giorni fa e dedicatario della sala grande della Carnegie Hall.
Giulia Bassi
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Beethoven:
Egmont, Ouverture
Symphobie Nr. 3 "Eroica"
Mahler: Cinque Lieder
Solista, Thomas Quasthoff
Orchestra Philharmonica di Berlino
Claudio Abbado
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