ABBADO NELLA STAMPA Corriere della Sera Workman, Raimondi, Ulivieri, durante le prove
|
Con la regia di Mario Martone Ferrara applaude Abbado: l’opera «Così fan tutte» ritorna con un nuovo cast DAL NOSTRO INVIATO FERRARA - Le belle dame di Ferrara e i loro spasimanti hanno di nuovo creato l’incanto del gioco dell’amore e del caso innescato dalla sublime musica di Così fan tutte . L’opera di Mozart ieri sera è tornata in scena al Teatro Comunale nell’ormai storico allestimento di Mario Martone, scene di Sergio Tramonti, costumi di Vera Marzot, Claudio Abbado sul podio della sua amata Mahler Chamber Orchestra. Una serata di festa ed entusiasmi come solo il maestro sa regalare, conclusa nelle immancabili ovazioni. Ma chi si aspettava una semplice ripresa dello spettacolo del 2000 è stato felicemente preso di contropiede. Perché Abbado e Martone hanno rimodellato interpretazione e regia a misura del nuovo cast. Accanto ai quattro splendidi nomi dell’edizione precedente, Anna Caterina Antonacci (Dorabella), Daniela Mazzuccato (Despina), Charles Workman (Ferrando), Nicola Ulivieri (Guglielmo), sono arrivati Rachel Harnisch (Fiordiligi) e il grande Ruggero Raimondi (Don Alfonso). È stato quest’ultimo, già coinvolto da Abbado nel Viaggio a Reims e in Falstaff , a determinare una svolta nello spettacolo, minimalista nell’immagine (sulla scena solo due letti sfatti e un fondalino con il Golfo di Napoli) e tutto centrato sulla recitazione dei cantanti e il loro rapporto ravvicinato col pubblico grazie anche a due passerelle che li fanno quasi entrare in platea. «Nella scorsa edizione Don Alfonso era il giovane Andrea Concetti, la sua era una beffa crudele ordita verso due coetanei - ricorda Martone -. Stavolta in quei panni c’è Raimondi, autorevole per voce e per età. Questo cambia le cose. Raimondi è stato un grandissimo Don Giovanni, immortalato anche nel film di Losey. D’altro canto io stesso nel frattempo ho allestito un Don Giovanni a Napoli. Con lui, il cinico filosofo che opera per distruggere le ingenue illusioni della giovinezza, assume inevitabili tratti del Grande Seduttore mozartiano. E allora, eccolo arrivare in scena direttamente dagli Inferi in cui era sprofondato alla fine dell’altra opera. Con tanto di pietra lavica in mano a indicare la provenienza». Altri pezzi di lava sono stati sparsi sulle passerelle, resti di eruzioni del vicino Vesuvio, segni di quella metamorfosi alchemica a cui esotericamente allude la trasformazione delle due coppie, freddo inferno sulla terra per chi con l’amore vuol troppo giocare. «Come Don Giovanni, anche Don Alfonso è un personaggio con una fortissima valenza teatrale. Mozart è lo Shakespeare dell’opera, Così fan tutte ha molte analogie con il Sogno di una notte di mezz’estate : si comincia con i toni buffi, poi i personaggi smarriscono le loro identità, fino a sfiorare la tragedia». Domani il secondo cast. Con il giovane Andrea Concetti come Don Alfonso, sarà un altro spettacolo ancora. E ancora repliche a Modena (23 e 25) e a Reggio Emilia (2 e 4 marzo). Giuseppina Manin
|
|