ABBADO NELLA STAMPA Rivista Prometheus Saimir Pirgu e Markus Werba Pubblicchiamo volentieri gli articoli usciti in questa rivista pubblicata sul Net, dove scrive il nostro amico e socio Alessandro Di Gloria Link verso la Rivista Prometheus
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A Ferrara doppia esecuzione del "Così fan tutte" tra luci e ombre di Floriana Tessitore Ogni qual volta Claudio Abbado impugna la sua bacchetta, ovunque ciò avvenga, attorno a lui e alla Musica si raccoglie un pubblico numerosissimo ed entusiasta. L’appuntamento più recente è stato a Ferrara al Teatro Comunale in collaborazione con l’ormai celebre rassegna "Ferrara Musica", animata da parecchi anni dal direttore italiano, sua tappa fissa pressocchè unica nel nostro paese. Il programma per questo inverno 2004 è stato incentrato sulla ripresa del Così fan tutte con la regia di Mario Martone che aveva visto Abbado sul podio di Ferrara già nel 2000 e su un concerto cameristico-sinfonico al quale ha partecipato la pianista Martha Argerich. Il capolavoro mozartiano è andato in scena due volte nella città estense, con due compagnie di interpreti assolutamente diverse, cosa che ha spinto non pochi appassionati a raddoppiare il soggiorno e ad assistere così a due performance per certi aspetti differenti. Il debutto (martedì 17 febbraio) è avvenuto all’insegna del nome di Ruggero Raimondi che, per la prima volta nell’arco della sua lunga carriera, ha vestito i panni di Don Alfonso. Accanto a lui molti degli interpreti dell’edizione 2000, fra cui Anna Caterina Antonacci, Nicola Ulivieri e Daniela Mazzucato. Lo spettacolo di Martone con le luminose scene di Sergio Tramonti, i deliziosi costumi di Vera Marzot e le luci di Pasquale Mari, trasuda profumo napoletano, soprattutto nel magico equilibrio fra spensieratezza e riflessione che sostiene la vicenda. Con qualche nuovo accorgimento e tocchi di mano qui e là, questo spettacolo si conferma assolutamente gradevole, mai sovraccarico, mai astruso o di difficile interpretazione, al cui centro regna sovrana la vicenda narrata da Lorenzo Da Ponte e, soprattutto, la musica di Mozart, che fa teatro da sé. Abbado e Martone hanno trovato la massima intesa proprio nel rispetto dei due inarrivabili ideatori della commedia, nel far nascere musica e azione con assoluta naturalezza e scioltezza, sfruttandone al massimo le grandissime potenzialità interne. La musica così suggerisce, sostanzia e sottolinea azione scenica, gesti, movimenti e viceversa, in uno scambio costante fra la buca e il palcoscenico.
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