ABBADO NELLA STAMPA Il Corriere della Sera
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Via libera ad «Arte», la tv di qualità L' appello di Abbado raccolto da Urbani e Rai dopo l' interessamento di Ciampi Manin Giuseppina Stavolta sembra fatta davvero. Il sogno Arte sta per diventare realtà. Presto, forse già prima dell' estate, anche l' Italia avrà accesso a quella tv di qualità finora fruibile in tutta Europa tranne che da noi. Il più anomalo tra i mille canali imperversanti via etere o satellite, il franco-tedesco Arte, il solo libero dalla dittatura dello spot, il solo che, a grandi Fratelli e discutibili Sorelle, predilige film d' autore, musica classica, mostre d' arte, documenti e reportage «scomodi», sta trovando la sua via d' accesso anche da noi grazie al digitale terrestre. Un piccolo, grande, miracolo televisivo oggi finalmente prossimo alla realizzazione dopo una lunga storia di tentativi e fallimenti. Così lunga e tormentata che molti ormai la davano per persa. E invece, a ridare slancio e a spingere verso l' esito felice, ecco due mesi fa l' appello a sorpresa di un direttore sempre civilmente e culturalmente impegnato come Claudio Abbado. Che ha voluto pubblicamente rivendicare il diritto di scelta, anche da noi, a una tv «diversa», minoritaria certo (anche se la platea attuale europea è pur sempre intorno ai 30 milioni di utenti), ma antidoto prezioso a un video sempre più omologato al basso. «Arte è un bene di tutti i cittadini dell' Unione Europea, un mezzo per creare quell' identità comune così importante - aveva ricordato Abbado -. Solo l' Italia ne è tagliata fuori, una limitazione di libertà antidemocratica». Il monito, chiaro e autorevole, non è caduto nel nulla. Le parole di Abbado hanno avuto immediata eco negli ambienti dell' informazione e della politica. Tra i primi a prendersi a cuore la questione, lo stesso presidente Ciampi che, con l' abituale discrezione, ha cercato di risvegliare il problema nelle sedi competenti. Così, mentre sul sito di Articolo 21 cominciavano a piovere le adesioni di migliaia di firme illustri, convinti dell' urgenza di un' altra tv, il ministro ai Beni Culturali Urbani volava a Berlino per incontrare, complice l' ambasciatore Fagiolo, il ministro della Cultura tedesco, Christine Weiss. «Far parte del circuito Arte è una grande occasione da non farci sfuggire, la risposta a una tv di qualità auspicata sempre da più parti», dichiara Urbani che subito ha voluto saggiare il terreno con il presidente Rai, Lucia Annunziata. «Mi ha assicurato che su questo punto l' accordo nel Consiglio d' amministrazione e con il direttore generale Cattaneo è completo». Un' unità d' intenti felicemente trasversale che ha sospinto rapida la «pratica» Arte. «Una pratica che conosco bene, che seguo da vicino da anni - assicura Carlo Sartori, presidente di Raisat -. L' appello di Abbado ha effettivamente smosso le acque, d' altra parte la nascita del digitale terrestre ha fatto trovare lo spazio giusto per il nuovo canale. Uno spazio libero, senza obblighi di canoni ulteriori dove ricevere a tempo pieno i programmi attuali in francese e in tedesco, ma anche quelli futuri, sempre più tradotti o sottotitolati anche in italiano. Jerôme Clement, presidente di Arte, si è subito mostrato aperto ed entusiasta. Loro sono molto desiderosi di progetti italiani, e noi, a nostra volta, intendiamo produrne altri insieme. Una splendida occasione di ricevere il meglio della cultura europea ma anche di promuovere la nostra all' estero. A questo punto la palla passa ai francesi. Ci sono da risolvere i problemi di diritti, dal satellitare al terrestre. Tocca a loro deciderne le modalità. Per quanto ci riguarda noi siamo pronti a partire presto, prestissimo. Forse già prima dell' estate». «Se accadrà sarà una fortuna per l' Italia e gli italiani, finalmente cittadini europei a pieni diritti televisivi», commenta soddisfatto Abbado. Che stasera a Roma per chiudere all' Auditorium la trionfale tournée con la sua Mahler Jugendorchester, avrà ad applaudirlo lo stesso Clement. Le cose da dirsi, dopo il concerto, saranno molte. Giuseppina Manin ABBADO Questa rete deve essere un bene di tutti i cittadini dell' Unione Europea URBANI Una grande occasione da non farci sfuggire, la risposta a chi chiede più cultura
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