ABBADO NELLA STAMPA Corriere dell'Alto Adige
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BOLZANO- Stasera prende via la tournée della Gmjo diretta da Claudio Abbado. Una prima mondiale che per Bolzano è un vanto poter ospitare. Un programma dedicato al congedo di Gustav Mahler, con l’esecuzione della “Sinfonia n. 9” e l’ultimo movimento tratto da “L’Addio” del “Canto della Terra”. La nona sinfonia è da considerarsi un vero e proprio testamento che il compositore austriaco scrisse, in gran parte, nell’estate del 1909, a Dobbiaco, luogo a lui caro per la sua voce interiore. Il 1 aprile del 1910, Mahler comunicò al suo allievo, Bruno Walter, di aver completato la trascrizione della partitura, ma il decesso avvenuto il 18 maggio del 1911, costrinse a Walter ad ereditare il suo posto sul podio del Musikverein a Vienna e dirigere la prima di quest’opera. Esecuzione che lo stesso Abbado ha diretto per la prima volta nella sua carriera, proprio a Bolzano, nel 1986 con l’Ecyo. La sinfonia ha tutte le caratteristiche di una “rassegnata presa di commiato di un irrequieto Mahler” - afferma lo studioso di musica, Moriz Scheyer- “Un canto d’addio dopo aver evocato mutevoli immagini dell’esistenza si congeda da lei”. Bruno Walter segnala anche un “distacco trascendentale”, da interpretare come un elevarsi sopra la vita terrena. Un altro celebre compositore, Alan Berg scrive a proposito della nona: “Il primo tempo è quanto di più sublime Mahler abbia mai scritto. E’ l’espressione di uno straordinario amore per questa Terra, il desiderio di viverci in pace- e prosegue prima che sopraggiunga la morte”. Claudio Abbado ha scelto di eseguire la sinfonia avvalendosi della revisione critica redatta da Willem Mengelberg, direttore d’orchestra olandese, che è stato un caro amico di Mahler, e tra i primi e più importanti interpreti delle sue opere. Interessante è vedere sulla partitura originale le annotazioni manoscritte che spegno il significato biografico dei singoli tempi della sinfonia. Quattro i tempi: “Andante comodo”, “In Tempo eines gemächlichen Ländlers”, “Rondo Burleske. Allegro assai” e infine “Adagio”. Il primo movimento si rifà al “Canto della Terra”, emergendo molto lentamente da un’oscurità per sfociare a lampi di luce, e turbamenti drammatici, risolti poi in un tempo molto dilatato ed espressivo caratterizzato da un’atmosfera che sull’epilogo si trasforma in qualcosa di sospeso, rarefatto, reso dal suono del violino solista. Il secondo tempo è caratterizzato dal richiamo a danze popolari, i ritmi sono accelerati, incalzanti, quasi caricaturali per volontà dello stesso Mahler. Il terzo vede la contrapposizione tra il tema della realtà della vita, e la trivialità del mondo evocata attraverso la parodia di suoni motivetti da strada, bizzarri. L’Adagio conclusivo invece si rivela carico di pathos, dove è simboleggiato il dolore con l’utilizzo del pianissimo. Contrasti sonori alternati a struggenti malinconie chiudono questo capolavoro. Roberto Rinaldi
Roberto Rinaldi BOLZANO- L’attesa per il concerto di ieri sera è trascorsa nella più completa trepidazione per l’evento, che alle 20.30, ha preso il via con l’attacco della bacchetta del direttore Claudio Abbado sul podio della Gmjo. La giornata era iniziata con la prova generale alle dieci di mattina aperta ad un pubblico di addetti ai lavori. Studenti del Conservatorio di Bolzano, musicisti provenienti anche da fuori regione, e gli abbonati alla Società dei Concerti, tutti rigorosamente in silenzio per consentire la registrazione della prova. Nell’intervallo si potevano udire esclamazioni di stupore e ammirazione per quanto ascoltato, e anche delusione per la mancata occasione di poter ascoltare tutta la sinfonia. E’ abitudine, infatti di questo direttore di provare per singoli tempi, anche nella prova conclusiva. Il clima comunque era da prima del debutto, per lo più evidenziato nel susseguirsi di messe a punto del suono e dell’acustica. In orchestra si respirava aria di gioia e soddisfazione, specie nelle pause, si è potuto assistere a momenti di festosa allegria: suonando naturalmente. Luigi Mazzuccato violista di 24 anni, diplomato a Bologna, ci spiega: “Abbiamo eseguito una canzone spagnola, molto divertente per i nostri colleghi spagnoli, e anche un “Tanti auguri a te” per festeggiare il compleanno di un nostro compagno violoncellista francese, che il maestro Abbado ha voluto dirigere di persona”. Nulla di più abituale, visto lo stretto legame che intercorre tra i giovani musicisti e il loro direttore, usuale anche in questo genere di manifestazioni d’affetto. “Abbiamo provato per 23 giorni consecutivi, due volte al giorno e ora ci sentiamo pronti per stasera prosegue Mazzucato, originario di Rovigo e da lunedì scorso con la guida del nostro direttore”. Quasi 140 ore di prove, da prima per singole sezioni con i rispettivi docenti, poi con l’assistente d Abbado, Cristoph Mueller in quelle con tutta l’orchestra. Da lunedì scorso ad oggi con Abbado, che nelle ultime prove ha diretto a memoria lo spartito. Anna Larrson, il contralto svedese, ha dato il meglio di sé anche nella prova mattutina, festeggiata dai ragazzi con il classico ritmare dei piedi sul palcoscenico, segno di apprezzamento usuale ogniqualvolta che un artista solista si esibisce insieme all’orchestra. Nel frattempo a Bolzano arrivavano richieste di poter acquistare ancora dei biglietti, introvabili da settimane. Un tam tam di telefonate in cerca di un agognato posto. La lista dei delusi, ora dopo ora si è allungata sempre più, rimandando a casa scontenti i ritardatari. Terminata la prova a mezzogiorno, il direttore ha congedato l’orchestra, ampiamente soddisfatto dell’esecuzione di due tempi della “Sinfonia n.9” e del “Canto della Terra”. Pomeriggio libero per riposare negli alberghi, i musicisti venivano ospitati negli hotel Alpi e Città, mentre Claudio Abbado risiedeva all’Hotel Laurin. Alle sette convocazione per tutti al Palasport; questa volta in abito scuro, massima concentrazione, la classica agitazione per il debutto e allo scoccare della mezza dopo le venti, Abbado è salito sul podio. Questa mattina la Gmjo si congeda da Bolzano per trasferirsi a Budapest. Ad Innsbruck l’attende un aereo che porterà i 127 ragazzi e il loro direttore verso un nuovo successo, che vedrà l’epilogo il 14 aprile a Roma con l’ultimo concerto della tournée, al quale è stato invitato il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. Roberto Rinaldi
Roberto Rinaldi
Dottor Prinoth in quale occasione Lei ha potuto cantare con Abbado? “Faccio parte del coro da camera Lechner di Bolzano e nel 1994 ci chiamarano per far parte del concerto che Abbado avrebbe tenuto con la Gmjo. Eravamo 100 coristi e dovevamo integrare il coro di Praga. Fu un grande onore per me poter partecipare a questo concerto, ed essere diretto dal Maestro Abbado”. “Che cosa provò in quel momento? “Un’emozione che non dimenticherò mai. E’ qualcosa che potrò raccontare ai miei nipoti” Si ricorda il programma del concerto? “Sì certo, era dedicato a Musorgskij. Una notte sul Monte Calvo. I canti e danze della morte. Entrambe le versione per coro e orchestra”. E di Abbado cosa ci può dire. Quali sensazioni ha colto a stargli vicino? “Sono rimasto impressionato per la sua serenità, la tranquillità che non perdeva mai durante le prove. Devo dire che è un uomo dalla signorilità senza paragoni. Non abbandonava mai la pazienza e questo ci infondeva grande energia. Solo una volta si permise di far osservare al nostro direttore del coro, che noi coristi non dovevamo tenere lo spartito troppo vicino al viso, ma di guardare anche lui mentre dirigeva. Ha una capacità di cogliere tutto”. Viene a sentire il concerto? “Non potrei mancare assolutamente”.
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