ABBADO NELLA STAMPA Il Corriere della Sera
Il nostro dossier
La Repubblica(1) Corriere dell'Alto Adige(1) Corriere della Sera(1) La Stampa Wanderer 63 (Concerto di Bolzano)
|
La prima volta di Claudio Abbado Debutto all' Auditorium con la Nona di Mahler. Sarà presente Ciampi Il maestro milanese torna a Santa Cecilia dopo il trionfo dei cinque concerti beethoveniani con i Berliner L' EVENTO / Dirigerà domani la Jugendorchester che porta il nome del compositore. Biglietti già esauriti Cappelli Valerio Claudio Abbado e Riccardo Muti,i due grandi direttori italiani, al nuovo Auditorium non hanno ancora mai messo piede. Domani si interrompe il digiuno: sarà il primo concerto di Abbado. In programma la Nona Sinfonia di Mahler, con l' orchestra giovanile che porta lo stesso nome del compositore: «Gustav Mahler Jugendorchester». Al Parco della Musica sarà consentito entrare fino alle 20.30 per le esigenze del cerimoniale del Quirinale: infatti sarà presente il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. In sala politici (il vicepresidente del Senato Domenico Fisichella, il ministro della Funzione Pubblica Luigi Mazzella, Massimo D' Alema, Gianni Letta, Giovanna Melandri), compositori (il neo-direttore della Filarmonica Giorgio Battistelli), l' attrice Nicoletta Braschi, moglie di Roberto Benigni, grande amico di Abbado, che però non potrà essere presente. I biglietti sono esauriti da giorni. Il concerto non avrà il timbro elitario, il marchio del privilegio che si portano dietro queste rare occasioni. Alle prove generali, domattina, parteciperanno mille studenti selezionati dalla Provincia, che sponsorizza l' avvenimento: gli studenti saranno anche istruiti, con una sorta di guida all' ascolto, in un incontro preparatorio (è solo il primo seme di una nuova attenzione che la Provincia intende rivolgere al «target giovanile»: il 6 maggio contribuirà anche all' inedito duo Capossela-Brunello). La giornata romana di Abbado comprende inoltre il film-documentario a lui dedicato, che sarà proiettato, con ingresso libero, domani alle 18 nella sala prove del Coro di Santa Cecilia. L' Accademia ospita dunque il ritorno di Claudio Abbado, che arriva con l' orchestra giovanile fondata a Vienna, nel 1986, proprio dietro suo impulso; da qualche anno le audizioni per far parte della compagine è stata allargata ai giovani di età inferiore ai 26 anni di qualsiasi nazionalità. Attualmente i ragazzi provengono da 25 nazioni diverse, comprese il Brasile e Cuba. Sono partiti una decina di giorni fa per una tournée che ha toccato il Nord Est dell' Europa, fino a San Pietroburgo dove Abbado mancava da dieci anni, e infine l' Italia: Roma è l' ultima tappa. Il suono lacerato della Nona di Mahler, la spiritualità accesa, la forma dilatata dove trovi la nostalgia, l' inquietudine in un' infinità varietà di varietà timbriche, l' impietrita, attonita drammaticità rivivranno con il rigore e l' estro che si riconoscono al 70enne maestro milanese. Abbado torna a Roma tre anni dopo quella magnifica avventura intellettuale che è stata la «maratona» Beethoven con i Berliner Philharmoniker. L' emozione, la sfilata delle stelle del pianoforte per i Cinque Concerti che concludevano il progetto si traduceva in un risultato concreto: il Beethoven reinventato da Abbado costituisce ormai un punto di riferimento nella storia dell' interpretazione. Il pubblico della vecchia sala dell' Accademia di Santa Cecilia, in via della Conciliazione, al termine delle cinque serate restava a lungo, come se avesse voluto cristallizzare quell' esperienza. Si parlava di musica e nient' altro, senza cornici mondane, senza appendici culinarie. Quando l' ultima nota si spegneva, il tempo appariva come sospeso, non scattava l' applauso immediato, affrettato, precipitoso, secondo quella odiosa abitudine che alligna soltanto in Italia. Il profilo di Beethoven, il compositore che tutti presumono di conoscere, sembrava muoversi, distaccarsi dall' ombra senza mostrar nulla di celebrativo o retorico; il mistero di Beethoven, nella lettura di Abbado, che scorticava la nostra presunta sapienza, spazzando via le difese dell' abitudine, si rivelava attraverso un suono morbido, trasparrente, a tratti quasi cameristico. E il pubblico entrava in una musica mille volte ascoltata ad occhi aperti, con lo stupore di un bambino. La speranza è che domani il miracolo (soprattutto da parte del pubblico), la consegna del silenzio, l' attimo di raccoglimento finale, si ripeta. Valerio Cappelli PARCO DELLA MUSICA domani ore 20.20, viale de Coubertin. Tel. 06.8082058
|
|