ABBADO NELLA STAMPA La Repubblica 13 Aprile2004 La sala Santa Cecilia del parco della Musica di Roma
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La Repubblica(1) Corriere dell'Alto Adige(1) Corriere della Sera(1) La Stampa Wanderer 63 (Concerto di Bolzano)
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Abbado: il mio Mahler moderno "Nel 2005 preparo un festival a Roma con Daniel Harding" Proporrà la "Nona Sinfonia". "Nel gruppo sono entrati strumentisti da Cuba, Spagna e Venezuela: il potere unificante della musica" LEONETTA BENTIVOGLIO ROMA - Con una Nona Sinfonia di Mahler impressionante, «superiore a ogni possibile elogio» (parole dei recensori), domani sarà a Roma Claudio Abbado, sul podio della Gustav Mahler Jugendorchester. Dirigerà per la prima volta nel nuovo Auditorium, in una sala già esaurita da settimane per quest´unico, attesissimo concerto romano (organizzato da Santa Cecilia), ultimo approdo di un tour partito da Bolzano e passato per Budapest, Bratislava, San Pietroburgo, Reggio Emilia e Trieste. Abbado, che rilegge la Nona secondo la partitura (fitta di appunti e annotazioni preziose) di Mengelberg, grande direttore e amico personale di Mahler, parla con entusiasmo dell´orchestra, «composta da straordinari musicisti di 25 paesi, capaci di affiatamento e di ascoltarsi con una disciplina musicale estrema», racconta. «La Gustav Mahler Jugendorchester, che fondai a Vienna nell´86, nacque con l´idea di superare i confini dell´Europa politica, coinvolgendo giovani di un´aerea geografica e culturale estesa ai luoghi della civiltà del Danubio, la stessa in cui lavorò Mahler, che ne fu il simbolo musicale. Oggi sono entrati in orchestra anche bravissimi strumentisti in arrivo da Cuba, dal Venezuela e dalla Spagna. Selezionati attraverso un migliaio di audizioni all´anno, tutti i musicisti lavorano al massimo livello, con passione e intesa: è commovente sentirli e vederli suonare insieme Testimoniano il potere unificante della musica, la forza di coesione della cultura. Molti politici potrebbero imparare a capire quanto può fare la musica per il dialogo tra i popoli e per la pace». Si è fatto un´idea della sala dove dirigerà domani? «Per ora conosco l´Auditorium solo attraverso la trasmissione televisiva sull´inaugurazione. La sala sembra molto bella, e so che si sta perfezionando l´acustica. Sia nella prova della mattina (aperta a mille studenti delle scuole della Provincia di Roma), sia nel concerto della sera, saranno fatte riprese per EuroArts, in vista di un DVD messo a punto attraverso varie riprese realizzate in tutte le città toccate dalla tournée». Ha futuri progetti a Roma? «Tornerò nell´ottobre del 2005 con l´Orchestra del Festival di Lucerna, formata dalla Mahler Chamber Orchestra, da complessi da camera e da vari solisti. Presenteremo un programma sviluppato nell´arco di una settimana, con concerti sinfonici diretti da me e da Daniel Harding, e numerosi concerti da camera. Parteciperanno anche Pollini e la Argerich. Sarà una sorta di festival, organizzato da Santa Cecilia, che occuperà tutte e tre le sale dell´Auditorium, con una maratona musicale nel week-end». In molti considerano la grande meditazione dell´Adagio finale della Nona di Mahler come un addio alla vita. «Come s´impara, la morte fa parte della vita. E comunque la morte è sempre vissuta da Mahler con grande serenità. Nel programma di sala di questa tournée ho chiesto di riprodurre la prima pagina di una copia della partitura della Nona dove figurano appunti con idee di Mahler riportate da Mengelberg. Vi si parla dell´Abschied del Canto della Terra e di ogni movimento della Nona come di un addio agli amici, all´amore e alla vita, dove i temi sereni e drammatici si alternano a volte con gli stessi inizi, semplicemente raddoppiati nel tempo». Ultima opera portata a compimento da Mahler, la Nona fu definita da Adorno come «il primo lavoro della nuova musica». Condivide quest´idea? «Certo: è un lavoro modernissimo. Ricca di accordi strazianti e quasi espressionisti, questa sinfonia, di folgorante preveggenza, rappresenta un ponte tra il romanticismo e la Scuola di Vienna. Mahler stesso, d´altra parte, sosteneva che ci sarebbero voluti cinquant´anni per capire le sue sinfonie».
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