Scene dal Faust di Goethe, di Robert Schumann
Per soli, coro e orchestra - In tre parti
Questa volta la cronaca del Wanderer sarà solo il racconto del viaggio di 5 intrepidi che per l'ennesima volta hanno preso la via di Berlino in auto per il concerto del 15 febbraio alla Philharmonie, ultima di tre repliche delle scene dal Faust di Goethe di Robert Schumann.
Lasciamo a penne più argute e colte la critica del concerto, che molti potranno ascoltare a Salisburgo in occasione del Festival di Pasqua.
Partenza da Milano alle 3 del pomeriggio di giovedì 14 febbraio; equipaggio: Giulia, Attilia ed Eraldo, alla guida della sua Ford familiare diesel. Prima meta: Verona dove Gabriella e Antonella ci aspettano in stazione. Guida calma e sicura dell'unico uomo del gruppo, Eraldo, che tiene il volante fino al Brennero, per cederlo poi alla moglie Giulia che recupera sulla tabella di marcia volando sulle strade della Germania, fino a Bayreuth, tappa obbligata di quasi tutti i nostri viaggi verso Berlino. Stessa pensioncina da anni e anni; la prima volta fu nel 1991, quando un equipaggio di sole donne (Attilia, Tiziana e Anna) aveva sfidato neve e gelo per arrivare in un freddissimo inverno (fino a 20°C!) in una Berlino che ancora mostrava tutta aperta la ferita del muro abbattuto da poco più di un anno.
Ci sistemiamo nelle camere, pregustando un buon sonno ristoratore, quand' ecco il primo 'incidente': Gabriella si chiude nel bagno e non riesce più ad uscirne. La chiave si è ingrippata nella serratura e non gira più. Una di noi si riveste e corre a chiamare la proprietaria, che nel frattempo si era ributtata nelle braccia di Morfeo. Dopo lungo suonare, appare a una finestra, a stento si riesce a farle capire cosa è successo (inglese, poco o niente!), al che otteniamo uno sconsolante "Morgen, morgen". Macchè Morgen, quella è chiusa dentro il bagno, non potrà mica passare la notte lì dentro! Finalmente la nostra brava "locandiera" teutonica si arrende, si riveste e scende con un enorme mazzo di chiavi per vedere di risolvere la questione. Dopo un buon quarto d'ora di armeggiamenti, finalmente Gabriella è liberata e possiamo andare a letto!
L'indomani, per le 8 tutti in vettura, sosta obbligata davanti al Tempio (vedi foto) del grande Wagner e poi via sull'autostrada verso la capitale tedesca. Tappa a Lipsia, dove arriviamo verso le 11 del mattino: come poteva mancare un omaggio al grande Bach, sepolto nella Thomas Kierche e una visita alla taverna di Faust. Riprendiamo il viaggio ed eccoci a Berlino; il tempo di sistemarsi in albergo e via alla Philharmonie, con largo anticipo, anche per incontrare i vecchi amici, soprattutto tutte le altre "ragazze" del CAI, Rosy, Renate, Marion, nonché l'ultima socia iscritta, Gerry, proveniente nientemeno che dall'Australia!
Il concerto ci regala insolite emozioni: la partitura, non molto eseguita, racchiude musica di grande bellezza e intensità, sostenuta dalle voci di interpreti sicuri e sensibili come Thomas Quastoff, Karita Mattila, Albert Dohmen, Lisa Larsson, Kurt Moll, sempre grande, anzi immenso! Il coro era composto dallo Schwedischer Runfunkchor, dallo Eric Ericson Kammerchor e dal coro di voci bianche Tölzer Knabenchor, come al solito perfetti.
Al termine, irrinunciabile corsa in camerino, Claudio Abbado particolarmente di buon umore ed "espansivo" (!!!), ci ha persino regalato una scatola di dolci siciliani, andati a ruba fra il pubblico che aspettava un autografo (erano pur sempre dei dolcetti del Maestro!).
Il giorno seguente, 16 febbraio, l'attesa Beethoven Marathon alla Kammermusiksaal, per scoprire (o riscoprire) quanto sia importante il "Zusammenmusizieren" e soprattutto, quali risultati è capace di produrre! Suonare in formazione cameristica è una palestra eccezionale per affinare il gusto e la tecnica strumentale: forse proprio da qui nasce l'eccezionalità dei Berliner Philharmoniker!
Domenica 17 febbraio, partenza di buon'ora; qualcuno dell'equipaggio coltiva la speranza di arrivare a Milano in tempo per godersi il Sansone e Dalila agli Arcimboldi, con Domingo protagonista. Ma i piani vanno presto in fumo: a meno di 100 Km dalla capitale, ne combiniamo una delle nostre! Questa volta il guaio è piuttosto serio: Eraldo si sbaglia nel far benzina e fa il pieno con la miscela per motorini. Disastro totale: sempre con una certa fatica (nessuno del gruppo parlava bene il tedesco), riusciamo a farci chiamare un carro attrezzi. Trasporto alla più vicina officina, svuotamento del serbatoio, smaltimento della benzina inutilizzabile, mano d'opera, IVA, ci costano un bel gruzzoletto, senza contare le due ore e mezzo perse. Tutto è bene quel che finisce bene. Come nelle favole, stanchi, ma felici e contenti, riguadagniamo tutti in serata le nostre rispettive sedi di residenza (Milano, Verona e Reggio Emilia), pronti a riaffrontare il viaggio la prossima volta, il 26 aprile, per l'ultimo concerto che Claudio Abbado dirigerà a Berlino come direttore stabile dei Berliner Philharmoniker.
|