LA CRONACA
 DEL WANDERER
N°87



Autunno 2004

Bologna, 4 novembre

NEMO PROFETA IN PATRIA...PER POCHI.
Ermanno Gloria


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Autunno 2004













































































































































































































































































































NEMO PROFETA IN PATRIA…PER POCHI.

Bologna 4 novembre 2004
(Ermanno Gloria)

Il calore suscitato dal concerto della nuova orchestra Mozart avrebbe potuto sciogliere un intero ghiacciaio morenico, ma certa stampa ha ignorato questo evento: è davvero deprecabile che in Italia per motivi di un gretto provincialismo non si voglia valorizzare quanto sta avvenendo per la musica, in una città importante per la cultura come Bologna.
E importante di per se stesso è il fatto che sia nata un’Orchestra, se poi a fondarla è Claudio Abbado, l’interesse è ancor maggiore. E’ un bene straordinario che si dovrebbe cogliere con attenzione per la natura umanistica, oltre che musicale.
Un Direttore, che a suo tempo aveva fondato l’Orchestra filarmonica della Scala, successivamente molte altre Orchestre e operato intensamente con valore all’estero, ritorna ora nel proprio Paese, con nuovi ed esaltanti progetti, e viene accolto da alcuni, fortunatamente pochi, con diffidenza, oppure con il silenzio.
Ma per fortuna il Maestro lascia passare sopra la sua testa tutte le futilità e meschinità, e ne sembra persino stimolato a continuare la sua opera a servizio della musica.
Dopo aver letto e apprezzato quanto, da vero professionista, Angelo Foletto ha scritto su Repubblica del 6.11.2004, torna difficile trovare argomenti adeguati per descrivere quanto è avvenuto nel concerto di Bologna del 4 novembre scorso, che segnava la presentazione al pubblico della nuova Orchestra Mozart.
E’ incredibile come in poco tempo, grazie alla scelta dei musicisti (nominarli orchestrali sarebbe riduttivo), l’Orchestra abbia raggiunto un livello tecnico riscontrabile solo in complessi consolidati in anni di attività; grande merito di Abbado, e della sua collaboratrice e assistente musicale Claire Gibaud, che in questa occasione, anche senza il supporto di elementi dei Berliner o dei Wiener, riescono a rendere ugualmente grande e innovativa una formazione orchestrale appena costituita, ma che ha immediatamente colto quel principio del zusammenmusizieren tanto caro al Maestro.
Ovviamente il merito va esteso, in eguale misura, agli entusiasti e entusiasmanti giovani componenti l’Orchestra, capaci di una straordinaria assimilazione del pensiero Abbadiano; bisogna anche vederli, questi giovani, che con il loro corpo realizzano una vera simbiosi con i propri strumenti, e trasmettono, con i loro ingenui ammiccamenti in taluni passaggi virtuosistici, l’impressione di una certa facilità alla felicità esecutiva.

Il concerto iniziava con l’ouverture dalle musiche di scena dell’Egmont di L.V.Beethoven, forse una stravaganza, come inaugurazione di un’Orchestra denominata Mozart, ma forse non tanto, anche perché è stata un’esecuzione di insolita forza evocativa, come a significare che l’Orchestra è duttile a diversi generi musicali.
Comunque il nome di Mozart è stato degnamente celebrato dall’esecuzione della Sinfonia concertante K364, con il violino di schietta impronta barocca di Giuliano Carmignola e l’accorta e precisa viola di Danusha Waskiewicz.
Altra meraviglia mozartiana l’esecuzione del Concerto per pianoforte k466, con il solista Till Felner, che ha catalizzato l’attenzione dell’auditorio per questa nuova occasione , espressione ormai abusata, ma che non saprei definire altrimenti, di “far musica insieme”.
Che dire poi nell’”evocazione” della Sinfonia “Haffner”! Devo ripetere quanto scritto da Foletto: ..la squadra al completo scatenata in una Sinfonia “Haffner” scapricciata e suadente, onorata da sopraffine prestazioni delle sezioni e dei singoli leggii.”
Voglio solo ricordare, nel minuetto, quei dionisiaci momenti ritmici in pianissimo in punta d’arco. (Purtroppo, talvolta disturbati da colpi di tosse: per quanto mi riguarda credo che in quei momenti piuttosto rischierei il soffocamento).
Dopo la Sinfonia “Haffner” è cominciata una vera festa musicale, che evidenziava un puro agonismo olimpico musicale, con gli interventi, non in programma ufficiale, di alcuni musicisti che, defilandosi dall’orchestra, raggiungevano un lato del podio direttoriale, per esibirsi in brani mozartiani, atti a mettere in evidenza il notevole valore degli esecutori: Jacques Zoon (flauto), Raphael Christ (violino), Alois Posch (contrabbasso), Alessio Allegrini (corno), Alessandro Carbonare (clarinetto). E per finire, una spumeggiante marcia tedesca con tanto di campanelli che ha scatenato l’entusiasmo del pubblico e ha dato inizio a un festoso lancio floreale, così apprezzato dall’orchestra, che molti musicisti, raccolto un fiore, se lo mettevano sui capelli o all’occhiello dello smoking.
Per quanto mi riguarda, al ritorno, verso Padova, in auto, ho riascoltato il concerto, trasmesso in differita da Radio tre, con la conduzione dei bravissimi Failoni, Bossini e Dall’Ongaro, i quali,unendo in ugual misura professionalità ed entusiasmo, ci hanno fatto rivivere l’evento, prolungando così il piacere di una musica che era pura gioia!

































































































































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