ABBADO NELLA STAMPA Corriere della Sera Claudio Abbado con la maglia del Milan Alberto Costa in seguito all'articolo qua riportato ci ha mandato una simpatica lettera
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Il Milan è un' orchestra da sinfonia tricolore Al grande acuto di Pirlo risponde Doni, poi la Sampdoria si arrende a Inzaghi e Kakà I rossoneri, continui e dirompenti, vanno al tiro 23 volte. E San Siro accompagna lo spettacolo con la «ola» Variazione calcistica
Costa Alberto MILANO - Scene da un primato in uno stadio che, particolare soltanto in apparenza marginale, ha riscoperto il gusto della ola, cioè dell' accompagnamento a tutto ciò che fa spettacolo. Per la quarta volta nella stagione il Milan sbriciola la resistenza della Samp e il risultato (3-1) è soltanto parzialmente indicativo del gap, tecnico e tattico, tra le due formazioni. Gioco dirompente, continuo, fantasioso: non v' è dubbio che i rossoneri abbiano recitato una delle migliori gare dell' ultimo biennio, quello che, iniziato con la doppia sfida allo Slovan Libercec (agosto 2002), ha già partorito una Coppa dei campioni, una Coppa Italia e una Supercoppa europea e che, a breve, si potrebbe arricchire di uno scudetto. Milan come la Ferrari, insomma: il motore rossonero riesce a esprimere la sua esplosività in ogni circostanza, raggiungendo il massimo dei giri quando la vista degli avversari incomincia ad appannarsi e gli spazi, di riflesso, si allargano. In particolare ieri la Samp tutta italiana (Yanagisawa è comparso a metà ripresa e a giochi fatti) ha potuto esprimere soltanto a singhiozzo la sua organizzazione di squadra, approfittando delle rare pause della capolista. In questi attimi di fisiologico rallentamento altrui i blucerchiati hanno dapprima sfiorato (Dida di piede azzeccava il tempo per ribattere il destro ravvicinato di Diana) e poi trovato un gol, quello del momentaneo pareggio (destro di Doni sul salvataggio di Gattuso a porta spalancata), mentre nella ripresa, a pomeriggio ormai compromesso, hanno attivato il portiere milanista con una capocciata ravvicinata di Doni. Tutto ciò a conferma di una buona caratura complessiva, anche se: 1) la retroguardia ci pare tutt' altro che all' altezza del resto della squadra (l' elemento di maggiore spicco resta Bettarini, ma per l' abbronzatura fuori ordinanza, non certo per altro: e, dunque, permane il mistero sul suo recente debutto in nazionale); 2) ieri, nello specifico, l' ultrà rossonero Bazzani e il suo sodale Cipriani hanno giocato per il Milan; 3) il pacchetto dei centrocampisti ha sofferto l' inaridirsi della vena creativa di Volpi e l' andatura da palmipede, cioè greve, del pur velenoso Doni. Presentando una formazione scoppiettante di salute, motivata, capace di ridurre all' osso le sbavature (in un paio di circostanze errori difensivi hanno, ad esempio, consentito alla Samp di attaccare in clamorosa superiorità numerica), Ancelotti ha ottenuto in cambio quello che da un po' andava reclamando: la continuità. Ieri il Milan ha attaccato ventre a terra aggrappandosi alla fantasia di Pirlo, una sorta di Abbado del pallone lasciato libero di scatenare i suoi orchestrali, e ottenendo da Pippo Inzaghi (tornato a livelli di grande pericolosità) e da Kakà la precisione balistica indispensabile a liofilizzare la grande mole di lavoro collettivo. In considerazione del loro numero elevato, risulta difficile riportare l' elenco dettagliato delle occasioni costruite dai rossoneri. Può essere però interessante riepilogarne i numeri essenziali: 13 i tiri nello specchio della porta da parte del Milan, 3 quelli della Samp; 23 i tiri complessivi dei rossoneri (incluso un palo esterno colpito da Shevchenko nel finale di partita), soltanto 7 quelli dei blucerchiati. Pregevole il vantaggio firmato da Pirlo (gran destro dalla lunetta che toccava il legno interno alla sinistra di Antonioli), esemplare lo schema che portava al raddoppio di Inzaghi (colpo di testa a bruciare Conte su millimetrica parabola sinistrorsa di Pancaro), da sballo il capolavoro di Kakà (invito in verticale di Pirlo al limite sinistro dell' area, destro chirurgico sull' uscita del portiere). E, a corredo, almeno cinque parate decisive (anche se, magari, in parte fortunose) da parte di Antonioli. Sono queste le note della sinfonia milanista, dello stratosferico crescendo che, in questo generoso 2004, ha fin qui prodotto 9 successi e un pareggio (quello di Lecce) in campionato. Sfida pertanto a senso unico, senza possibilità di appigli alle diseducative moviole di casa nostra. Prendiamo così atto di almeno un paio di gravi errori dell' arbitro Trefoloni, esattamente come abbiamo dato conto di taluni errori sampdoriani: al 23' del primo tempo il fischietto senese ha infatti glissato su un clamoroso fallo da rigore di Conte (cintura e trattenuta per la maglia), che ha impedito a Inzaghi di girarsi e puntare a rete sul lancio di Cafu, e al 36' della ripresa ha addirittura finto di non vedere un tocco volontario di mano da parte di Doni sul pallonetto a scavalcare di Cafu, risparmiando così al doriano (già ammonito in precedenza) una sacrosanta espulsione. E questa sarebbe la via italiana all' arbitraggio promossa dalla sgangherata ditta Bergamo&Pai- retto? Alberto Costa MILAN 3 1 SAMPDORIA Marcatori: Pirlo al 17' , Doni al 27' , F. Inzaghi al 35' p.t.; Kakà al 4' s.t. MILAN (4-3-1-2): Dida 7; Cafu 7,5, Nesta 6, Maldini 7,5, Pancaro 7; Gattuso 7, Pirlo 8, Seedorf 6,5 (Ambrosini 7 12' s.t.); Kakà 7; F. Inzaghi 7,5 (Shevchenko 6 22' s.t.), Tomasson 6,5 (Rui Costa 6,5 33' s.t.). All.: Ancelotti 7,5 SAMPDORIA (4-4-2): Antonioli 6,5; C. Zenoni 5,5 (Yanagisawa 6 20' s.t.), Conte 5, Falcone 5,5, Bettarini 5; Diana 6,5, Donati 5,5, Volpi 5,5 (Carrozzieri 5,5 12' s.t.), Doni 6,5; Bazzani 5, Cipriani 5 (Flachi 5 1' s.t.). All.: Novellino 6 Arbitro: Trefoloni 5 (Griselli 6,5, Copelli 6,5) Ammoniti: Donati, Doni Recuperi: 1' più 3' 10 VITTORIE rossonere nelle ultime 11 gare L' ultima sconfitta risale al 21 dicembre 2003: 2-1 in casa con l' Udinese. Da allora 7 vittorie, un pari a Lecce e altre 3 vittorie 13 PUNTI IN PIÙ per il Milan rispetto all' anno scorso: 61 a 48 I rossoneri hanno anche 7 punti più della Juve capolista l' anno scorso dopo 24 giornate con 54 punti
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