Ecco dunque un resoconto dei tre concerti della Filarmonica di Berlino a Salisburgo e del "Peter Grimes". Sir Simon Rattle e l'orchestra sono stati superlativi, soprattutto nella interpretazione dei brani di Britten. Il
"Peter Grimes" mi ha letteralmente commosso e resta la miglior opera che abbia sentito di recente (il confronto con il recente allestimento alla
Scala e' improponibile). Tra l'altro, l'opera e' presentata a Salisburgo
dai Berliner in coproduzione con il Metropolitan di New York, magari anche la Scala potrebbe adottare questo modello. Bellissime le scene, ottima la regia, bravi i cantanti, incredibile la rapidita' a cambiar scene assai complesse durante gli intermezzi, straordinario l'uso delle luci e delle ombre. Grandi anche i meriti dei tre autori (il musicista, il poeta e il librettista), perche' la trama e' moderna, avvincente e poetica; ed e'
avvincente il rapporto col mare - reso benissimo dalla regia. Di gran
classe il tutto, comprese le locandine, e grande l'attenzione del
pubblico. In sintesi: emozionante. Molto diverso dalla "prima" di Salieri,
che era e resta, al confronto, veramente insignificante.
Ti ho detto del "Grimes" per primo perche' e' il ricordo che resta piu'
vivo; ma prima, i tre concerti avevano visto un bel percorso, con Britten sempre presente in tre brani tutti contraddistinti dalla presenza, con l'orchestra a ranghi ridotti, di un tenore solista (Ian Bostridge,
spilungone magro, inglese anche lui, come peraltro Sir Simon) molto
espressivo. I tre brani (Les Illuminationes, Nocturne, Serenata) meritano uno studio approfondito, che per fortuna mi ero concesso nell'avvicinarmi al festival. Interessante l'uso che Sir Simon ha fatto degli strumenti solisti a fiato, spostandoli in punti inconsueti (non so se vi sia una precisa indicazione di Britten o piuttosto una libera interpretazione, ad esempio il solista col corno inglese e' uscito di scena per la conclusione della "Serenata" e rendere il senso della lontananza; oppure gli strumenti a fiato solisti raccolti attorno al solista nel "notturno", quasi a circondarlo). Il programma prevedeva anche tre sinfonie di Mozart (39, 40 e 41) che mi hanno colpito di meno (ma come sai preferisco gli autori moderni), una per sera; e poi tre brani, anch'essi distribuiti nelle tre sere: la nona di Schubert, la prima di Shostakovich, la decima di Mahler.
Strana la scelta di un primissimo Shostakovich e dell'ultimo adagio
Mahleriano, strano anche che nel programma si indicava la ottava di Schubert ma con il numero della nona (comunque l'esecuzione ha tolto ogni dubbio). Io avevo sentito sir Simon una volta sola, a Berlino, in un bel Brahms con Zimmerman solista al piano, e anche quello fu un ottimo concerto. A distanza di due anni, l'impressione e' la stessa: grandissima professionalita' dell'orchestra, grande concentrazione del conduttore. Ogni tanto infastidisce un po' il suo atteggiamento sempre "mistico". Pero' lo si puo' ampiamente perdonare. Insomma, gli abbonamenti "studenti" sono stati ben spesi.