CIAO NORMA! Guy Cherqui
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Cara Norma, non riesco ancora a credere che non ti rivedrò più. La tua prorompente vitalità e allegria mi hanno sempre fatto pensare che non avresti mai potuto essere malata o sofferente. E infatti in un certo senso è stato così perché hai rifiutato malattia e sofferenza non dicendo a nessuno del male che ti aveva aggredito, neppure alla tua amica più cara. Così te ne sei andata senza che gli amici ti vedessero cambiata nel fisico, tanto il tuo spirito ha prevalso fino alla fine. L’ultimo sms inviato agli amici a Berlino diceva “divertitevi, ascoltate la musica anche per me!” Norma sei grande! Una come te, stanne certa, non muore mai davvero! Al prossimo appuntamento bolognese con Claudio Abbado, che tu chiamavi affettuosamente “il mio Maestrino”, ci sarà il tuo posto vuoto, vi metteremo un fiore, così come ha voluto la tua famiglia. E’ un bellissimo modo di ricordarti, in una sala da concerto, dove la musica sublime del Requiem di Mozart, diretta dal Maestro che tanto amavi, si leverà solenne e ti raggiungerà, chissà, in cielo, seguita dal nostro affettuoso pensiero. Attilia (3 giugno 2005) "Kein Musik ist ja nicht auf Erden
Norma, continuo a parlare con te, come se da un momento all’altro ci dovessimo sentire per un progetto da realizzare insieme, una notizia, un’ impressione…; la tua presenza, il tuo sorriso intelligente, sapientemente ironico, pieno di vitalità e allegria, sono vicino a me. Non ricordo di aver mai conosciuto persone anche solo superficialmente simili a te; così capaci di far posto nella propria vita con tanta generosità, calore, gentilezza. Queste tue caratteristiche, sottolineate da tutti, erano il frutto della tua grande intelligenza, che ti ha permesso di restare sempre te stessa, libera, autonoma, indipendente, lontana dalla piaggeria, dall’approvazione ottusa, dall’aggressività. Che dono grande, che grande lezione sei stata, per chi ti ha conosciuta, e ha saputo amarti e apprezzarti! Hai protetto con determinazione, coloro che amavi, sempre, fino al tuo ultimo dono, il più bello, il più grande. La porta della vita si è chiusa improvvisamente rubandoti a noi, senza il tempo di un saluto, di un addio e da un momento all’altro ci siamo ritrovati senza te, e contemporaneamente sommersi da un mare di ricordi, felici, vivi, allegri, luminosi. Potranno mai finire le nostre bellissime discussioni infinite, sulla musica, la politica, la cucina, la vita di tutti giorni? No, poiché ogni volta che la mia mente vi si addentrerà, saremo insieme, in sintonia o no, particolare irrilevante, dal momento che tu continuerai ad essere l’inarrivabile signora dell’arguzia, dell’ironia, dell’humour, della misura, dell’eleganza intellettuale. La parola “fede” così astratta, assume spessore se rapportata a te, è impensabile che tutto ciò che tu sei stata, l’universo di affetti che ti viveva dentro, debbano finire così nel nulla, come una bolla di sapone. Non so dove, non so quando, né sotto quale forma, ma sono certa che un giorno la tua strada incrocerà di nuovo le nostre; per ora siamo qui, trattenendo fra le nostre dita quel sottile fil-rouge con cui ci tenevi, vicini ma liberi: la musica, le parole, la gentilezza, l’ascolto, per poterti ritrovare in ciò che abbiamo condiviso, quei sentimenti profondi che sono stati la trama e l’ordito dei nostri giorni con te at salut Norma Maria Vittoria
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