LA CRONACA Carlo Vistoli
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QUESTO FLAUTO È VERAMENTE MAGICO!!! GRANDISSIMO CLAUDIO!!! Innanzitutto complimenti per il sito. Sono un ragazzo di 17 anni, grande fan di Claudio Abbado ormai da molto tempo. La musica classica (e in particolar modo la lirica) è stata da sempre la mia musica prediletta, ed essa mi accompagna ognora. Abbado è naturalmente il mio direttore preferito, un mito, ormai: è attraverso le sue meravigliose interpretazioni che ho scoperto autori come Mahler e Rossini, che sono tra i miei preferiti. Ho moltissime sue incisioni, e sono tutte veramente stupende, in particolare segnalo: “La Cenerentola” e “Il barbiere di Siviglia” del 1971, il “Macbeth” del 1976, il “Simon Boccanegra” del 1977, il “Don Carlo” del 1977 alla Scala, le sinfonie di Mahler e di Beethoven (quelle del 2000). Questi sono solo alcuni dei miei titoli preferiti. Si vede dunque quanto io stimi Claudio Abbado, sia sul piano professionale che su quello umano: lo considero senz’altro uno dei migliori direttori del XX secolo (al giorno d’oggi non ha rivali). È davvero una grandissima persona: lo condivido sotto tutti i punti di vista! L’altra sera, giovedì 28 aprile 2005, ho avuto un’ennesima prova della grandezza del Maestro. Ho infatti assistito a quello che considero il più bel spettacolo che abbia mai visto: “Die Zauberflöte” di Mozart a Ferrara, di cui tanto si è parlato (e di cui tuttora si parla). Era la quinta volta che vedevo Abbado, ma ero emozionato come se fosse stata la prima (il 15 febbraio 2003, sempre a Ferrara).
“Il Flauto Magico” è in assoluto la mia opera preferita: la conosco interamente a memoria, e ne possiedo varie edizioni discografiche. Ora, aggiungiamo alla mia opera preferita il mio direttore preferito, dei cantanti bravissimi, e una bellissima regia (complimenti a Daniele Abbado!), e ne otterremo uno spettacolo indimenticabile: e così è stato! Sono ancora emozionato e quasi senza parole per la stupenda interpretazione! Già fin dalle prime battute dell’ouverture, si sentiva che quella di Abbado era un’interpretazione nuova, assolutamente originale: ritmi veloci (come piace a me), fraseggio vario ed elegante (il che denota la grande fantasia del Maestro), leggerezza e solennità magistralmente bilanciate. La meravigliosa musica mozartiana ne è uscita, così, come non mai fresca e vitale, proprio come deve essere: la resa comunicativa era immediata e rendeva benissimo da un lato i lati fiabeschi e dall’altro quelli seri di questa partitura, che desta commozione e stupore, per la sua profondità. E l’orchestra rispondeva molto bene, come sempre del resto sa fare la Mahler Chamber. Particolare menzione devono avere, a mio avviso, l’ouverture (magnifica!), tutto il finale del primo atto (straordinario l’uso delle trombe) e quello del secondo. La compagnia di canto si è rivelata versatile e ben preparata, rispondendo perfettamente alle esigenze interpretative di Abbado. Christoph Strehl (Pamino) rivelava un timbro di voce stupendo e un’assai corretta presenza scenica; Rachel Harnisch (Pamina) ha cantato benissimo (bellissima l’aria “Ach, ich fühl’s”) ed era perfettamente in ruolo; Markus Werba (Papageno) ha sfoggiato davvero una bella voce e si è rivelato molto spigliato e simpatico, offrendo un’ottima interpretazione del personaggio; il solenne Matti Salminen (Sarastro) è stato formidabile e si è ancora una volta rivelato essere uno dei migliori bassi della sua generazione, sfoggiando una voce meravigliosa e una potenza che fa venire i brividi (io ero in loggione ma era come se fosse vicino a me!): eccezionale il suo “In diesel heil’gen Hallen”; Ingrid Kaiserfeld (Königin der Nacht) ha rivelato qualche incertezza nella prima aria, in particolare nelle note sovracute, ma ha cantato bene la seconda, mostrando una bella voce, anche se non molto potente; Kurt Azesberger (Monostatos) era davvero adatto per il ruolo, e ha interpretato molto bene la sua unica aria; Georg Zeppenfeld (Sprecher), pur nella sua limitata parte, ha mostrato uno splendido timbro, conferendo magica solennità al suo duetto con Tamino (stupendo!). La restante parte del cast vocale è stata perfetta: dalle tre dame (tre bellissime voci: ciniche e seduttrici come si deve), ai due armigeri. Particolare menzione per i simpatici tre genietti, solisti del Tölzer Knabenchor, che sono stati davvero bravissimi, e si sono pienamente meritati i molti applausi ricevuti. Il coro era sicuramente all’altezza di questo grande spettacolo. Infine, la fantasiosa regia di Daniele Abbado ha soddisfatto, a mio avviso, le aspettative, rendendo in modo molto corretto il messaggio di pace e fratellanza dell’opera. Un complimento a tutti i macchinisti, che hanno saputo giostrarsi in tanti cambiamenti di scena. Alla fine, gli applausi sono stati tanti per tutti, e meritatissimi, con il delizioso bis (variazioni sull’aria di Papageno “Ein Mädchen oder Weibchen” per flauto, glokenspiel e orchestra). Questa magica serata si è chiusa con un clima generale di festa. E Claudio Abbado ha rivelato ancora una volta la sua maestria, offrendo una magnifica e perfetta interpretazione di un’opera altrettanto magnifica: dopo lo stupendo finale, avevo veramente le lacrime agli occhi. Finito lo spettacolo sono riuscito, aspettando all’uscita degli artisti per quasi un’ora, a farmi fare un autografo dal grande Claudio, che è stato molto gentile e disponibile. Una serata davvero indimenticabile, che mi rimarrà nel cuore per sempre. Dunque… grazie, Claudio, per il tuo grande contributo alla musica!!! Il tuo Flauto è davvero magico!!! Ovviamente, vi prego di inserire nel vostro sito la mia lettera, in qualità di fan. Un grande saluto, Carlo Vistoli, Lugo (Ra).
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