Rientro poc'anzi dalla rappresentazione del Flauto magico, qui a RE.
Innanzitutto, seguo Abbado, perchè le sue interpretazioni da Verdi a Rossini, a Mozart... hanno una forte identità.
Tuttora, a mio giudizio è il maestro che "distilla" l'arte da tutte le note e ci da la possibilità di godere della grandezza e della vita che esiste dentro la Musica.
Abbado, è infatti per la zona, sinonimo di Grande Musica. siamo lieti ed onorati di ospitare tutto, quello che il maestro ci porta e comunque ogni interpretazione è curata e scolpita con quei gesti che forse possono sembrare tintillanti per un estraneo, ma delle pennellate di suono, che fanno di un'orchestra un qualcosa di unico, che ti trascina in un turbine.
Ho ascoltato l'opera ai tempi del Karajan, e non conosco molto.
Non sono molto abituato ai nuovi allestimenti e difatti in molte parti se non fosse stato per l'ausilio di uno schermo posto sopra al palcoscenco, che tentasse di esporre la traduzione del testo, l'approccio poteva essere difficile.
Papageno che enrtra dal "barcaccio" nel 2° atto, poi Tamino e Pamina che attraversano le prove del fuoco e dei flutti in via digitale: ammirando due figure che Daniele Abbado fa passare su uno sfondo rosso, poi blu.
Pannelli che si muovono troppo, per gli scambi di scena.
A parte la perla nera della Regina della Notte nel primo atto e qualche parte dell'allestimento che ad un "tradizionalista" lascia spiazzato, è stato un trionfo. Un trionfo della music in quanto tale.
Distinti Saluti
William Bertani