LA SCALA IN CRISI La Repubblica La Scala attraversa una grande crisi: crisi di fiducia del suo personale verso i dirigenti
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il caso Scala, lavoratori e cittadini in assemblea Vogliamo chiarezza sul futuro del teatro Milano, 800 persone occupano la sala del Piermarini. Interrogazione Ds al ministro Urbani MILANO - Milano si stringe attorno alla sua istituzione più simbolica, la Scala, chiedendo «chiarezza e trasparenza» sulle vicende che nell' ultimo anno e mezzo hanno incrinato il suo prestigio. è quasi un' occupazione (pacifica) della sala del Piermarini, con ottocento persone - lavoratori, politici, appassionati, cittadini - che in corteo s' incamminano per le vie del centro dal Teatro dal Verme, troppo piccolo per contenere tutti i presenti, verso la platea scaligera, che si riempie fino al primo ordine dei palchi. I sindacati, dopo aver chiesto venerdì scorso le dimissioni del Consiglio di amministrazione e proclamato lo sciopero su tutte le "prime" della stagione, hanno indetto un' assemblea aperta alla città per discutere sul futuro del teatro annunciando per domani un "abbraccio" attorno alla Scala proprio durante la seduta del Cda che dovrebbe portare alla revoca del sovrintendente Carlo Fontana. Tanti pareri, tante rivendicazioni, tante critiche alla gestione scaligera: alla Fondazione «che è comandata dai soci privati, quando a metterci più soldi sono le istituzioni pubbliche», al teatro che «è diventato una macchina per il business e il consenso forzato», all' assenza da troppo tempo di un «direttore artistico indipendente e autorevole». Gli applausi più calorosi li riscuote una loggionista, Attilia Giuliani, che parla di gestione «senza amore per la musica» e conclude: «Nessuno è inamovibile. Anche Mahler dovette andarsene da Vienna, e Claudio Abbado da Milano». Ma la vertenza arriva anche a Roma: l' ex ministro dei Beni culturali, Giovanna Melandri, ed altri 12 parlamentari Ds hanno presentato un' interrogazione in Aula al Ministro Urbani sulla Scala, argomento sul quale è già prevista oggi la discussione alla Commissione Cultura della Camera di un "question time". Si chiede al ministro di appurare «per quali motivi il Cda vuole interrompere il mandato del sovrintendente a soli 8 mesi dalla sua naturale scadenza». (paola zonca)
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