ABBADO NELLA STAMPA Il Sole 24 ore Claudio Abbado e Albrecht Mayer nella LFO: Fare musica insieme (Foto Marco Caselli)
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BOLOGNA Domenica 3 ottobre 2004 La Mahler in versione “chamber” in un concerto di successo che prelude alla fondazione dell’Orchestra Mozart “Travolti dal “caro-Abbado” Un extra costato 100mila euro di ingaggio che ha pesato anche sulle tasche degli spettatori: E la nuova compagine musicale farà leva sul business Di Carla Moreni Caro Abbado, anzi, carissimo: persino i più fedeli cominciano a fare due conti. A Bologna, per due posti al Teatro Manzoni (bruttarello, niente a che vedere con l’acustica delle ve sale da concerto, e per un bicchier d’acqua devi andare al cinese di fronte), martedì scorso ci volevano 150 euro. A Ferrara a breve si raddoppia: per la serata del 20 ottobre, inaugurazione di “Ferrara Musica”, ne chiedono 300. sempre per coppia, biglietto di platea. Quest’estate invece, alla prima del Festival di Lucerna, per i posti migliori si sborsavano 390 franchi, pro capite. Un prezzo stratosferico, la cifra più alta tra tutti gli appuntamenti della blasonata rassegna. Cultura per tutti, libertà di accesso alla musica: come la mettiamo con i proclami? Caro di qua, caro di là: anche i vertici bolognesi della nascente Orchestra Mozart si sono trovati a dover pagare pegno. Quale preludio alle date previste dal prossimo novembre è stato offerto un concerto della Mahler. Sempre lei, ma in versione Chamber e con la guida di Abbado. Un’offerta per un extra da 100mila euro, costo della sola orchestra (così ci ha detto Carlo Maria Badini, vicepresidente della “Mozart”), che ha fatto tremare le casse del neo-nato progetto musicale: 100mila euro per 45 orchestrali tanti erano i ragazzi è una cifra da capogiro, nemmeno le compagini più autorevoli se la sognano. Ma nessuno ha battuto ciglio, il successo si è fatto ed è stato un successone. Presenti all’appello molte delle solite facce, presenze fisse ai concerti di Abbado, e parecchi posti di platea riempiti dopo l’intervallo dagli ansimanti arrivati da fuori Bologna. In queste occasioni colpisce la discrasia fra l’idealismo delle dichiarazioni, la sbandierata gioia del far musica insieme, le orchestre che si vogliono fiorite come piante, e la ruvida concretezza del business, che nessuno vuole affrontare. Se business è, business sia. “Pagano molto bene, penso che accetterò”: così un orchestrale della Scala, contattato per far parte della “Mozart”: allo stesso modo avranno pensato anche le prime parti dei Wiener, dei Berliner, di Santa Cecilia, del Carlo Felice di Genova, della regionale Toscana. E così Carmignola, Brunello, il Trio di Parma. Il Nuovo Quartetto italiano. E naturalmente gli ormai immancabili della Mahler. Tutti strumentisti eccellenti, i migliori: ma questa la chiamiamo una nuova orchestra? Di giovani? Nel nome del giovane Mozart cha da Bologna ****ò per farsi battezzare da padre Martini? Ormai sono molte, nel mondo le orchestre suddette “di formazione” (la migliore è la Ubs di Verbier, preparata dalle prime parti dell’Orchestra del Metropolitan di New York e sotto il vaglio di Levine; farà tappa a Torino il 27 ottobre, è da sentire): prevedono intensi periodi di prove, selezioni con limiti di età Non sono formazioni con membri stabili per tanti anni elemento fondamentale per creare l’originalità del suono -, come le grandi orchestra internazionali, ma hanno il pepe e lo slancio, la vitalità fresca, niente routine. La “Mozart” non sarà un’orchestra di formazione (17 gli ammessi dopo le selezioni!), ma un provvisorio ritrovarsi tra musicisti già in carriera, un concerto e via. Non ci sentiamo di condividerlo come progetto culturale. Pur con il prestigio che alla “Mozart” darà il nome di Claudio Abbado. Nell’anteprima bolognese con la Mahler c’era naturalmente in programma Mozart: Ouverture dalle Nozze di Figaro, frizzante e secca, chiosata come una miniatura, pochissimo arco e suono piccolo e asciutto, e poi via col Concerto K467, in do maggiore, solista Murray Perahia: Pianista originale, sgranatissimo nell’articolazione, Perahia ha chiaramente dettato la propria concezione del Concerto, nei tempi, nei fraseggi, alla quale Abbado si è mimeticamente allineato, con fedeltà scrupolosa. Colpiva l’immediatezza del calco, esattissimo, quasi un’eco riverberata, tra disegno del pianoforte e orchestra. Interprete misurato, rappreso sul piano emotivo (ma questa volta molto preciso, quasi senza fallo), Per ahia evoca un Mozart metafisico, ben lontano dagli scatenamenti fanciulleschi e pieni di ottimismo. Questo, assecondato dal suono cineree degli archi della mahler, era un Mozart contratto, smagrito, segato dalla netta evidenza delle linee dissonanti delle armonie, degli elementi di pessimistica modernità. Il baricentro dell’esecuzione era spostato, tanto qui come nella Sinfonia n. 1 di Beethoven, sull’ultimo movimento. Vivacissimo, tenuto su un incalzare febbrile, con quelle pause prese in corsa (in Mozart) come ultimi gesti di rapsodica follia. Serrato in un unico respiro il Fantasioso Finale beethoveniano che la bacchetta rigorosa del maestro riportava a matrici barocche, con messe di voci, frammenti di recitativo a punta secca, echi che rimandavano a Haendel nella sonorità d’assieme. Caro Claudio è anche un nuovo libro dedicato ad Abbado (pagg. 71, ed. Colophon), fatto di nove lettere affettuose la più bella è quella di Boulez che si può acquistare in formato tradizionale o in carta pergamena. Sui 300 esemplari numerati, 95 sono impreziositi da un contenitore di bronzo firmato Pomodoro, costo 12mila euro. “Le nozze di Figaro, ouverture” e “Concerto n. 21 K 467 per pianoforte e orchestra”, di Mozart; “Prima Sinfonia”, di Beethoven; Murray Perahia, pianoforte, Mahler Chamber orchestra, direttore Claudio Abbado; Bologna, Teatro Manzoni
vorrei puntualizzare alcune inesattezze e lacune che ho riscontrato nell’articolo “Travolti dal caro-Abbado” dell’inserto domenicale del 3/10/2004 pag. 47. Nell’articolo si sostiene, che i prezzi dei concerti del maestro Abbado sono esageratamente alti, ed è falso, oltretutto il calcolo dei medesimi viene fatto per coppia. Che succede? I single, sono discriminati,? Oppure il doppio prezzo colpisce di più la fantasia di chi legge? I prezzi dei biglietti di Bologna erano: platea euro 75, galleria 25, balconata 10, prezzo della generale euro 5. (maggiore disponibilità dei posti era proprio in galleria e balconata, acustica ottima). I prezzi dei biglietti di Ferrara sono: platea euro 150, palco centrale 135, palco laterale 105, galleria 70, 55, loggione 40, 29. I prezzi di Lucerna, prezzi in euro (perché avete usato i franchi svizzeri sempre per la stessa regola che fa più effetto?) serata inaugurale: 269/235/200/159/118/90 altri concerti diretti da Abbado. 200,166,131,90, 49,21. Il suo giornale, direttore, riporta solo i prezzi dei biglietti di platea, dove vanno i vips, i giornalisti, o chi ha soldi da spendere o particolari necessità, ma per chi ama la musica, ci sono come può ben vedere molte e ben più economiche opportunità. Unico problema, le richieste sono tante, troppe e i posti non bastano mai, per questo il maestro Abbado (credo sia l’unico direttore) permette sempre che il pubblico partecipi alla prova generale, così è stato a Lucerna, a Ferrara, a Berlino e anche a Bologna, dove il teatro ha fatto pagare un biglietto di 5 euro. Cito testualmente dall’articolo del Sole dove ironicamente si scrive“Cultura per tutti? Libertà di accesso alla musica: come la mettiamo con i proclami?” Ebbene si, direttore, con il maestro Abbado c’è cultura per tutti e libertà di accesso alla musica! Con quelli che voi chiamate proclami, ma in realtà sono solo sacrosante affermazioni sui diritti di un cittadino, la mettiamo bene anzi benissimo, mi domando come la mettete voi con le vostre verità nascoste. La vostra giornalista, inorridisce e quasi si straccia le vesti di fronte al prezzo di 100.000 euro pagato per l’orchestra, di 45 elementi, pari a circa 2.200 euro per ogni elemento, non mi sembra questa enormità se consideriamo che gli orchestrali si devono pagare trasferimento alloggio vitto durante la trasferta che non è ovviamente di un solo giorno, perché ci sono le prove, senza poi considerare che la Mahler Chamber Orchestra, non è l’”orchestra di stato”, non riceve nessuna sovvenzione statale….. cosa che invece accade da altre parti. Cito ancora:”…..colpisce la discrasia tra l’idealismo delle dichiarazioni, la sbandierata gioia del far musica insieme… e la concretezza del business che nessuno vuole affrontare….” prosegue l’articolo con una serie di nomi di orchestrali che avrebbero accettato invogliati solamente dal lauto guadagno, ipotizzando che lo stesso calcolo lo abbiano fatto anche le prime parti dei Wiener o dei Berliner e via discorrendo. Posso con assoluta certezza affermare che così non è. A Lucerna io stessa ho parlato con Albrecht Meyer primo oboista dei Berliner, il quale diceva, sinceramente e visibilmente commosso quanto grande e impagabile fosse l’emozione di suonare con “Claudio” e come lui Rehinold Friederich, prima tromba solista, o Sabine Mayer. Perché è così difficile ammettere, che suonare con Abbado sia una gioia, un piacere e, mi consenta, un grande onore? Cito ancora:”La Mozart non sarà un’orchestra di formazione…….ma un provvisorio ritrovarsi tra musicisti già in carriera, un concerto e via. Non ci sentiamo di condividerlo come progetto culturale, pur con il prestigio che alla “Mozart” darà il nome di Abbado.” Dovunque si fa musica, e musica a un certo livello si fa cultura, o sbaglio? Non condividete il progetto, non è questo un valido motivo per diffondere illazioni, quanto alla validità culturale della “Mozart” sarà il tempo a giudicare, sarà il pubblico a sancirne il successo, nonostante e al di là della malevolenza di chicchessia. Nessun direttore d’orchestra ha mai fatto tanto per i giovani musicisti, quanto Claudio Abbado e questa è una verità alla luce del sole, ma sembra che nessuno se ne voglia ricordare, e ancora mi domando perché, mah…., misteri italiani. Alla fine del vostro lungo articolo, un striminzita colonnuccia, finalmente parla di musica e del concerto del 20, deo gratias, lodando il minimo indispensabile, (solo ad averlo voluto si poteva riempire un’intera pagina), ma non senza qualche zampatina come l’eccessivo risalto dato a Perahia, “interprete moderato, rappreso sul piano emotivo…..evoca un Mozart metafisico, ben lontano dagli scatenamenti fanciulleschi pieni di ottimismo” a cui Abbado “si era mimeticamente allineato con fedeltà scrupolosa”. Ero presente alla prova e ho avuto la netta sensazione del contrario, che il solista avesse qualche difficoltà, ma non voglio entrare in merito, posso solo dire che il Mozart metafisico, rappreso sul piano emotivo di quel pianoforte non era Mozart, per me, ma è solo questione di gusti. Sorprendentemente, guarda caso, dalla recensione, è stato completamente saltato il bis, un Mendelsshon (Sogno di una notte di mezza estate allegro-), splendidamente superbo!!! Il motivo?Mancanza di spazio? Problemi di impaginazione? O forse paura di dare risalto al concerto inaugurale di Ferrara Musica, di cui “Sogno di una notte di mezza estate” sarà il pezzo forte, sempre con la Mahler e con Claudio Abbado? Ancora non so spiegarmi, la ragione di questo articolo, ancora non capisco chi e che cosa si volesse colpire, più leggo più mi sembra un gioco di specchi. Il Maestro Abbado? La nuova gestione comunale di Bologna? In ogni caso perché? E’ diventato una colpa occuparsi di cultura in questo paese? La mia lunga lettera non vuole difendere nessuno tanto meno il maestro Abbado, che si difende benissimo da solo, basta che alzi la sua bacchetta e mette a tacere tutti. Credo poi che ancor prima del grande direttore, vada riconosciuto il merito all’uomo, per il suo impegno per la cultura musicale e non, per il sociale e per l’ambiente. Io ho semplicemente voluto difendere il mio sacrosanto diritto all’informazione e un’informazione corretta. L’ostracismo che i media italiani hanno decretato nei confronti del maestro Abbado ha (come sempre succede), ottenuto l’effetto contrario. Per sentire buona musica abbiamo imparato a uscire dai confini, e ci siamo resi conto di quanto diversa e migliore sia fuori d’Italia, la vita culturale, ma soprattutto abbiamo toccato con mano il rispetto che l’informazione (basti pensare ad Arte) ha nei confronti dei cittadini. Sinceramente Maria Vittoria Zocchi P.S. Credo che alla luce delle esatte informazioni sui prezzi da me fornite, il suo giornale dovrebbe almeno su questo punto fare una doverosa correzione.
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