NELLA STAMPA Corriere dell'Alto Adige Claudio Abbado e Daniel Harding in Aix en Provence (1998)
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Inizia al Nuovo teatro Comunale la “quattro giorni” di concerti con la Gmjo, Euyo, e Mahler Chamber a Dobbiaco. I Giovani abbadiani ricominciano da Bruckner La Jugendorchester propone la tormentata “Settima sinfonia”. Poi il “Mandarino” di Bartok Le orchestre giovanili, divenute celebri per essere state fondate da Claudio Abbado, convergono tutte a Bolzano su invito del “Bolzano Festival Bolzano”. Un’alternanza tra Gustav Mahler Jugendorchester ed European Youth Orchestra, occasione irripetibile (unici concerti in Italia della tournée europea), per ascoltare la grande musica sinfonica eseguita da alcune centinaia di musicisti d’età compresa tra i 14 e i 23 anni, come nel caso dell’Euyo, che da stasera fino a giovedì saranno protagonisti al Nuovo Teatro comunale, senza dimenticare che la terza “creatura” abbadiana, la Mahler Chamber, suonerà a Dobbiaco il 4 agosto, diretta da Daniel Harding, per le “Settimane mahleriane”. Il concerto in programma stasera alle 20.30 vede sul podio della Gmjo, l’ungherese Ivan Fischer con un programma di ampio respiro europeo, omaggio obbligatorio all’ampliamento dell’Unione Europea. Sarà eseguita la “Settima Sinfonia” di Anton Bruckner e il “Mandarino meraviglioso” di Béla Bartók. Il primo austriaco, l’altro ungherese, pietre miliari del sinfonismo musicale. Strano e singolare il destino di Bruckner, compositore anonimo fino ai sessant’anni, e solo dopo l’esecuzione della “Settima”, ritenuta il suo capolavoro, diventò celebre. Le componenti che lo contraddistinguono nella sua formazione culturale, da una parte prendono spunto dal barocco musicale austriaco, dall’altra si rifà alla tradizione schubertiana. Il suo sinfonismo fu anche fonte di ispirazione per Gustav Mahler nella rottura con il genere romantico. Considerata la più tormentata delle sue sinfonie, la “Settima” è quella più amata dal pubblico, Luchino Visconti la scelse per un film altrettanto tormentato: “Senso” con Alida Valli, nel 1954. Inizia con una generosa melodia per concludersi in un esaltante vortice fino al bagliore accecante delle ultime note. Il canto finale, composto di getto, fu dedicato da Bruckner all’atto del decesso di Wagner, figura importante nell’influenzare la sua ispirazione sinfonica. “Il mandarino meraviglioso” invece ci riporta in Ungheria e nel maggiore compositore del suo Novecento, sempre ispirato dalle fonti folcloristiche della sua terra, Bartók partecipò con una creatività unica alle maggiori correnti artistiche del suo secolo. La partitura risale al 1924 e fu eseguita per la prima volta nel 1944, a Boston in America, dove egli si era trasferito in esilio volontario, a causa dell’invasione nazista. Un concerto dai toni giocosi, coloriti e brillanti che segue la prima partitura composta per le musiche di scena di un balletto che porta lo stesso titolo. Claudio Abbado ha già trasmesso ai giovani della Gmjo e dell’Eyuo, un suo messaggio personale di apprezzamento per la nuova tournée che ancora una volta parte da Bolzano, come nel caso di quella primaverile da lui diretta. Per un ascolto in cd lo stesso Abbado ha inciso la “Sinfonia n. 7” di Bruckner con i Wiener Philarmoniker e “Il Mandarino meraviglioso op.19” di Bartók con la London Symphony Orchestra. (Ed. Deutsche Grammophon ’94). Roberto Rinaldi
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