IL DOSSIER ARTE Giornali, segnalazioni
|
Interrogazione a Gasparri sui limiti del nuovo decoder Sky, la polemica di Abbado arriva sul tavolo del ministro il caso CARLO MORETTI ROMA - La polemica sollevata ieri dal maestro Claudio Abbado sulla mancata programmazione in Italia del canale culturale franco-tedesco "Arte" e sui limiti del nuovo decoder Sky, che imporrebbe soltanto «tivù definite da obiettivi commerciali ed estranee a principi di civiltà e di cultura», arriva sul tavolo del ministro delle Comunicazioni. Il deputato della Margherita Roberto Giachetti si è infatti rivolto a Gasparri in un' interrogazione in cui chiede di sapere se «la decisione di Sky di adottare un nuovo decoder non prefigura un grave danno ai consumatori, oltre a penalizzare la concorrenza e a violare la legge di settore». Secondo Giachetti «numerosi consumatori starebbero sporgendo denunce contro Sky». L' iniziativa di Sky, che ha l' obiettivo di ridurre gli effetti della pirateria, avrebbe prodotto invece «effetti immediati negativi a danno dei consumatori, sia per quanto concerne la limitazione nella visione di alcuni canali satellitari sia nei confronti dei possessori di altro genere di decoder di fatto impossibilitati nella ricezione dei canali Sky. Una condotta al limite di abuso di posizione dominante». La difesa da parte di Sky arriva per bocca di Tullio Camiglieri, direttore della comunicazione per l' Italia della piattaforma satellitare di Rupert Murdoch, secondo il quale «Sky non c' entra nulla con il mancato arrivo in Italia di "Arte". Il canale franco-tedesco, infatti, non si vede perché su Hot bird, il satellite dove trasmette Sky Italia, fa parte di un bouquet a pagamento francese, Tps. In altri paesi europei "Arte" invece si vede in chiaro perché trasmette sul satellite Astra. E pensare» ribatte Camiglieri all' ex direttore dei Berliner Philharmoniker «che l' unico modo in Italia per vedere musica classica 24 ore al giorno è un canale distribuito da noi che si chiama Classica». Sensibile alle critiche sui limiti del nuovo decoder, Sky ha annunciato ieri che tra qualche settimana il tetto per sintonizzare gli altri canali "in chiaro" sarà aumentato da 20 a 300 e che dalla primavera ne sarà facilitata la sintonia dal telecomando. Buone notizie per "Arte" arrivano da Raisat. Il presidente Carlo Sartori anticipa l' accordo con il canale franco-tedesco che presenterà al Mitcom di Cannes: «Trasmetteremo sei ore settimanali più una giornata tematica mensile. I programmi verranno doppiati o proposti con sottotitoli». Sartori annuncia anche un accordo per la co-produzione di programmi. La Repubblica 23-09-04, pagina 47, sezione SPETTACOLI
Il maestro torna a lanciare un appello a favore del canale satellitare Arte. 'Attenti, Sky ci costringe a vedere solo tv commerciali' Abbado: questa televisione ha messo al bando la cultura menzogna Viviamo tempi di censura. In Italia e nel mondo subiamo informazioni false e manipolate Si mascherano le menzogne con parole come libertà e democrazia perquisizione Quando dirigevo la Scala, la finanza perquisì la mia casa: un consigliere comunale mi accusava di avere un conto estero Non era vero e nessuno si scusò DAL NOSTRO INVIATO LEONETTA BENTIVOGLIO ALGHERO - «Proprio poco prima delle elezioni il ministro Urbani parlò di un possibile accordo per il collegamento della Rai al canale franco-tedesco Arte, da cui l' Italia, unico paese dell' unione europea, è sempre stata esclusa. Invece non è accaduto niente. Il diritto di scelta del cittadino non può essere negato in un paese democratico. Non è un problema di destra o di sinistra: è una questione di principio». Dall' oasi ecologica della sua casa di Alghero, Claudio Abbado, con il consueto accanimento, lancia la sua difesa in favore delle «questioni di principio». Lo splendore del mare sardo e del suo giardino rigoglioso non lo distolgono da una nuova protesta: fu lui, qualche mese fa, a denunciare l' assenza dalla tivù italiana di Arte, «la sola rete europea senza pubblicità, ricca di trasmissioni culturali di alto livello». Sottoscritto da molte migliaia di firme, l' appello sembrò stimolare l' interesse del governo: «Eppure tutto è rimasto com' era». Qual è il significato politico di questa preclusione? Una tivù come Arte non riguarderà mai un pubblico di massa. Perché dovrebbe dare fastidio? «I programmi di Arte sono di un livello culturale che non esiste nelle tivù italiane e che non è in sintonia con la mentalità dominante nelle tivù commerciali. Dal punto di vista dei politici che ci governano, il principio che ci siano programmi privi di interruzioni pubblicitarie non può passare. E a tutto questo s' è aggiunto un ulteriore scandalo, con la questione di Sky». Ovvero? «Quando Sky prese il posto di Telepiù, fu distribuito un decoder per sintonizzarsi, garantendo agli abbonati che avrebbero continuato ad avere accesso ad altre televisioni. Invece quel decoder eliminava non solo i collegamenti ad Arte, ma anche alla tivù francese e tedesca. Ora Sky distribuisce gratis un nuovo decoder digitale, che obbliga l' utente a una predeterminata selezione dei canali, da cui, ancora una volta, resta esclusa Arte. Il pretesto ufficiale è la lotta alla pirateria. Ma la verità è un' altra: con Sky si possono vedere solo le tivù definite da obiettivi commerciali ed estranee a principi di civiltà e cultura. In questo modo s' impone un intero sistema di vita superficiale, che non dà spazio alla conoscenza e all' approfondimento». Vede pericoli seri per la democrazia in Italia? «Peggio: stiamo vivendo già in tempo di censura. Si mascherano le menzogne con parole come libertà e democrazia, di cui si è perso il significato. Oggi, nel mondo e non solo in Italia, siamo costretti a subire informazioni false, manipolate, nascoste o mostrate da un' unica prospettiva». Già un anno fa, da Tokyo, lei sollevò la questione del monopolio dell' informazione televisiva in Italia. E in passato si è battuto spesso, con impegno politico e civile, in nome delle «questioni di principio». Le è mai capitato di sentirsi sotto tiro per le sue prese di posizione? «Quand' ero direttore alla Scala, negli anni '70, mi trovai a subire due perquisizioni nella mia casa di Milano da parte della finanza, in seguito alla denuncia di un consigliere comunale: sono episodi che feriscono molto chi li subisce ingiustamente. In quel periodo lavoravo anche a Londra, e mi avevano accusato di avere un conto all' estero. Accusa infondata, come ho dimostrato. Un giorno mi dissero: abbiamo trovato una lettera in tedesco che prova la sua colpevolezza: vi si parla del conto K 462 e del K 567~ Nella lettera, in realtà, figuravano le Kappa del catalogo delle opere di Mozart (realizzato da Kochel), coi numeri corrispondenti alle partiture che mi avevano inviato. Per dimostrare quanto dicevo, regalai al funzionario il disco di una Messa di Mozart, appena incisa con i Wiener Philharmoniker. Il funzionario si scusò, ma nessun rappresentante del Comune, sindaco incluso, sentì il bisogno di scusarsi». Che idea si è fatto dell' organizzazione musicale in Italia? «è spaventoso ciò che il governo italiano fa, o meglio non fa, non solo per la musica, ma per tutte le forme d' arte. Si guardi alla Germania, dove tutti i giovani studiano un po' di musica, e si diventa capaci di ascoltare sia nella musica sia nel parlare. Da noi i politici parlano tutti insieme e non ascoltano. Soprattutto nei paesi latini s' impara a parlare e a suonare, ma mai ad ascoltarsi. Per questo è importante il silenzio, oggi ucciso dalla "musica di sottofondo": ci invade ovunque, in albergo, in aereo, al ristorante. Ma non ha niente a che vedere con la musica». Oggi, dopo la faticosa vittoria sulla malattia che la aggredì tre anni fa, lei appare molto cambiato. Come se avesse sviluppato più ironia e autoironia; e tanta più voglia di denuncia. «Credo di aver seguito una mia evoluzione attraverso lo studio, l' esperienza e le diverse civiltà in cui ho vissuto e lavorato. Ma soprattutto oggi so di essere un uomo molto fortunato, non solo perché ho avuto tante cose belle: la musica, i figli, l' amore per la vita. Considero una fortuna anche l' operazione che ho subito, che mi ha costretto a rallentare i ritmi di lavoro e mi fa vedere con più chiarezza cos' è importante». La Repubblica 22-09-04, pagina 44, sezione SPETTACOLI
la protesta Perché il nostro Paese non deve avere Arte? I lettori di 'Repubblica' con Abbado. Ora Parla Clément Il direttore d' orchestra aveva denunciato il monopolio dell' informazione tv LEONETTA BENTIVOGLIO ROMA - La protesta di Claudio Abbado contro l' assenza di Arte dalla tivù italiana ha colto nel segno. Una messe di lettere, telefonate e messaggi e-mail alla nostra redazione è giunta a sottoscrivere entusiasticamente l' intervista che il grande direttore d' orchestra ha rilasciato lunedì scorso a la Repubblica, segnalando l' esclusione dai nostri teleschermi del canale europeo dedicato alla cultura e privo di pubblicità, e attaccando senza mezzi termini «il monopolio dell' informazione televisiva in Italia». Ora si sta ipotizzando, a partire dalla prossima settimana, l' apertura di un Forum d' interventi e iniziative in favore dell' introduzione di Arte in Italia (sul sito www.articolo21.com, che s' occupa di temi legati alla libertà d' espressione). Nel frattempo Jérôme Clément, presidente di Arte, dichiaratosi «felice della presa di posizione netta e forte di Claudio Abbado», ha accettato di rispondere ad alcune domande. Perché l' Italia è il solo paese dov' è impossibile ricevere Arte? «La nostra rete non è diffusa da Sky Italia. Tempo fa concludemmo una serie di accordi con la Rai, ma vennero applicati solo per pochi mesi, tra il 1996 e il 1997. Siamo venuti spesso in Italia, paese che amiamo molto, e nel '98 abbiamo organizzato un convegno sulla cultura italiana a Parigi e sulla cultura francese a Roma. Resta comunque desolante il fatto di non poter essere visti nel vostro paese, e di non poter lavorare con talenti italiani, a parte eccezioni come Nanni Moretti o Mimmo Calopresti, dei quali abbiamo coprodotto i film». La rete ha una diffusione compatta in Europa? «è un canale di specifica identità europea, nel senso che s' interessa a tutto ciò che esiste e si fa in Europa. Un giornale della cultura rende conto tutti i giorni, alle 20, degli avvenimenti culturali europei. Eravamo presenti all' apertura della Fenice, come lo siamo ai Festival di Salisburgo, Aix en Provence, Avignone e Berlino. Ma seguiamo anche quel che accade in Russia, in Asia e nelle Americhe, per quanto riguarda il cinema e i documentari. Trasmettiamo in tutta Europa, e anche al di là, nel bacino mediterraneo e nel Caucaso. Ogni settimana siamo seguiti da dodici milioni di telespettatori in Francia e in Germania, a cui vanno aggiunti il Belgio, l' Austria, la Svizzera e ancora Israele, con 80.000 persone. Senza contare il Marocco, l' Algeria e la Tunisia. Si va in onda dalle 14 alle 3 del mattino, e produciamo il 70% dei nostri programmi». Che tipo di accordi avete coi vari paesi europei, a parte, ovviamente, l' Italia? «Il Belgio, l' Austria e la Polonia sono nostri membri associati, e in Svizzera, in Spagna, nei Paesi Bassi e in Filnandia le varie televisioni pubbliche hanno favorito la diffusione dei nostri programmi. Abbiamo una relazione molto fruttuosa anche con la BBC». è possibile riavviare una trattativa con la Rai? «Stiamo riprendendo i contatti per cercare di essere trasmessi in digitale. Abbiamo fatto di recente un' offerta concreta alla Rai, e non sappiamo ancora se le sarà dato un seguito. Perché un canale della tivù digitale terrestre non potrebbe essere dedicato a Arte? Perché i telespettatori italiani dovrebbero essere i soli in Europa a esserne privati? Dopo la creazione di Arte, nel 1992, non ho mai smesso di lavorare per trovare un accordo con l' Italia, anche se l' instabilità dei dirigenti e l' assenza di una chiara volontà politica finora lo hanno impedito». La Repubblica 16-02-04, pagina 32, sezione SPETTACOLI Il grande direttore protesta per l' assenza di Artè, il canale televisivo europeo, dai nostri teleschermi Abbado : Il monopolio tv è un pericolo per la nostra cultura 'L' Italia è l' unico paese dell' Unione Europea escluso dal canale televisivo' 'Un paese democratico non può rinunciare a un' opzione culturale e non commerciale' DAL NOSTRO INVIATO LEONETTA BENTIVOGLIO FERRARA - «L' Italia è l' unico paese della Comunità Europea escluso dal canale televisivo Arte, che costituisce uno dei migliori strumenti di vita culturale in Europa. Tutti gli italiani, in quanto europei, dovrebbero avere la possibilità di accedervi. è un diritto democratico e d' informazione che ci viene negato». Con fervore radicale («è una battaglia importantissima, sono sicuro che molte migliaia di italiani sarebbero pronti a sottoscrivere la mia protesta»), Claudio Abbado, impegnato a Ferrara nelle prove di Così fan tutte (ripresa dell' allestimento di Mario Martone, sarà in scena il 17 e 19 febbraio), attacca «il monopolio dell' informazione televisiva in Italia: un controllo che ci priva del diritto di seguire la sola rete europea senza pubblicità, ricca di trasmissioni culturalmente di alto livello». Aggiungendo che «non è una questione politica, non c' entrano la destra e la sinistra: è una questione di libertà di scelta. Per questo credo che la Comunità Europea dovrebbe pronunciarsi sulla diffusione di Arte anche in Italia». Può spiegarsi meglio? «La televisione è un bene della collettività e un patrimonio d' informazione comunitario. Un paese democratico non può rinunciare a un' opzione culturale e non commerciale come Arte. Nata dieci anni fa in Francia e in Germania, a cui, nel tempo, si sono uniti i vari paesi europei, Arte trasmette ottimi programmi, documentari anche italiani, concerti e opere, film di qualità doppiati o con sottotitoli nelle varie lingue. è chiaro che Arte non sarà mai seguita come una tivù commerciale. Ci sono gli stadi di calcio, per 100.000 persone, e le sale da concerto, per 2000, ma non per questo si possono negare al pubblico le sale da concerto. Lo stesso discorso vale per Arte. Eppure il presidente Jerôme Clement, nonostante i suoi ripetuti tentativi per concludere un accordo con l' Italia, ha incontrato un sistematico rifiuto. Per gli italiani è una forma di censura: equivale all' imposizione del sistema del non diritto alla scelta». In Giappone, in ottobre, quando le fu conferito il Premio Imperiale, lei accusò l' Italia di non fare abbastanza per la cultura, sostenendo che l' affermarsi della televisione commerciale minaccia l' identità culturale nazionale. «Infatti. Il monopolio di un mezzo televisivo fondato sulla pubblicità può condurre a un' atrofizzazione dell' immaginazione, in particolare tra i giovani. è un pericolo gravissimo per il futuro della nostra cultura». L' appello di Abbado giunge in un momento di intenso entusiasmo progettuale per il direttore d' orchestra: rientrato di recente da un lungo soggiorno a Cuba, dove ha lavorato con i giovani musicisti cubani e venezuelani («alcuni tra loro oggi suonano coi Berliner Philharmoniker»), e dove immagina, per il futuro, «un grande festival latino-americano», Abbado pensa a Gesualdo da Venosa, il madrigalista in nome del quale, grazie a lui, è nata in Basilicata un' Accademia per giovani strumentisti: «E a Gesualdo, nell' ottobre di quest' anno, la regione dedicherà un festival. La sua musica è una di quelle ricchezze culturali di cui la nostra tivù non parla». Oltre a Così fan tutte con la Mahler Chamber Orchestra (che sarà in scena anche a Modena, il 23 e il 25 febbraio, e a Reggio Emilia il 2 e il 4 marzo), Abbado dirigerà a Ferrara un concerto straordinario (20 febbraio) con Martha Argerich. In aprile, con la Gustav Mahler Jugend Orchester, inizierà a Bolzano (il 2) un tour che si concluderà a Roma il 14. E in giugno tornerà a Berlino per tre sere (3, 4 e 5), sul podio dei Berliner Philharmoniker. La Repubblica 09-02-04, pagina 34, sezione SPETTACOLI
E queste sono le segnalazioni di alcuni nostri soci o lettori: Buongiorno! Mi chiamo Alessandro Stella, sono un giovane pianista e un grandissimo fan del M.° Abbado! Seguo sempre il Vostro sito con interesse per essere sempre aggiornato su tutto ciò che ruota intorno al mondo del M.° Abbado, che è un mondo sempre ricchissimo di musica e progetti meravigliosi molti dei quali dedicati a noi giovani. Vi scrivo per segnalarVi due informazioni che probabilmente avrete già: -innanzitutto l'iniziativa promossa dalla Fondazione L’Unione Europea Berlin in collaborazione con Ernst von Siemens Musikstiftung, Archivio Luigi Nono - Venezia, Amadeus, e Milano Musica. Se ne parla in un articolo sul sito internet della rivista Amadeus. Ai primi 100 licei che invieranno a Milano Musica formale richiesta, sarà inviata in omaggio una copia del Dvd dell'esecuzione de "Il canto sospeso" di Luigi Nono nell'interpretazione di Claudio Abbado con i Berliner e con un'introduzione di Umberto Eco. Credo che sia un'iniziativa fantastica. -la seconda informazione riguarda il canale ARTE. Ho seguito la vicenda del canale Arte dall'inizio e sono rimasto deluso leggendo sul Corriere della Sera che per il momento si è risolta con un niente di fatto, o quasi. Alcuni giorni fa, però, risintonizzando il mio ricevitore digitale, è apparso nella lista dei canali in chiaro proprio ARTE, visibile dunque in chiaro e 24 ore su 24. Sperando di esserVi stato in qualche modo utile, Vi ringrazio per tutto il Vostro lavoro e Vi saluto cordialmente. Alessandro Stella ______________________________________________________________________________________ su un sito di tecnica satellitare sul quale bisogna registrarsi , ho trovato le modalità per ricevere i 20 canali che sky ti fa vedere con il nuovo skybox Vi interessa che stabilisco un contatto e posizionare un eventuale link con quel sito ? saluti Alberto ______________________________________________________________________________________ Cara Attilia,magari molti Abbadiani lo sanno già, ma io oggi ho scoperto Patrizia Gambrosier (3-10-2004)
|
|