LA CRONACA Ermanno Gloria
11-12 Agosto Beethoven Anton Bruckner 17 &18 Agosto Lucerne Festival orchestra 20. Agosto Richard Wagner
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E siamo al terzo anno del Festival di Lucerna. Che felice seguito! Per chi assiste a qualche concerto, magari solo all’inaugurazione, come succede per gli inviati dalla stampa, perlomeno italiana, può sembrare esagerato l’entusiasmo provato da chi invece vi partecipa a tempo pieno, a cominciare dalle prove, ed è proprio da queste che si verifica la comprensione per l’affascinante progetto riproposto da Claudio Abbado sotto la cui bacchetta si esprimono, con l’umiltà dei veri artisti, i più noti concertisti. (Ci si augura che questo possa continuare superando eventuali riserve di carattere contrattuale o di quant’altro genere). Ogni avvenimento concertistico è stato già commentato con competenza e puntualità dagli amici abbadiani e ben poco mi rimane da aggiungere, se non qualche osservazione di natura del tutto personale. Dirò che non amo Bruckner, ma se i maggiori direttori spesso lo ripropongono, umilmente mi accosto a questo controverso autore e cerco di scoprirne i segreti e quest’ultima interpretazione della settima sinfonia da parte della formidabile Orchestra di Lucerna e di Abbado ha certo contribuito e farmi chiarezza, e considerare importante Bruckner, in quanto ritengo la sua musica una necessaria transizione fra Beethoven/Wagner e Mahler. Un’ennesima lezione viene data da Abbado nell’adeguarsi allo spirito interpretativo di ogni musicista, in questa occasione con Alfred Brendel, ritrovando sonorità e dinamiche proprie dello stile viennese nell’esecuzione del terzo concerto per pianoforte e orchestra di Beethoven. Il genio di Abbado poi si è nuovamente rivelato nell’interpretazione della settima sinfonia di Mahler in quanto ogni volta ci fa credere che potrebbe essere quella definitiva. Straordinario poi è stato il concerto che proponeva le musiche di Nono, Schubert e Wagner. Illuminante il concetto di incominciare con Nono: anagraficamente viene dopo i due classici autori, ma non considerando le motivazioni intellettuali per cui il Prometeo è stato creato, l’arcaicità di questa musica mi ha riportato all’immaginazione del dopo caos, quando dal silenzio assoluto potevano nascere i primi vagiti del linguaggio musicale. E qui l’interpretazione di Abbado ha trovato la sua sede ideale nel KKL di Lucerna, in questo auditorium dalla perfetta acustica, dove la dinamica della rarefazione del suono poteva far spaziare il pensiero dell’inconscio. E dopo la presunta nascita della musica ecco la proposta matura dei Lieder di Schubert, trascritti per orchestra da noti compositori e interpretati da Thomas Quasthoff. Quale equilibrio ha saputo infondere Abbado fra orchestra e solista in modo di accentuare maggiormente le doti del canto e dell’interpretazione di Quasthoff, fino a concludere con quel piccolo capolavoro tragico che è l’“Erlkönig”.(A proposito di questo Lieder, durante le prove, Quasthoff è arrivato perfino a prendersi in giro simulando lo spauracchio dell’elfo agitando le mani a lato degli orecchi producendo uno sberleffo, per non parlare delle battute umoristiche verso il pubblico, una per tutte: a due signore, che si dirigevano verso l’uscita, durante una pausa, fra i lieder, ebbe a dire: “…non è ancora finito…però forse hanno ragione, le toilettes sono ancora libere…”) Degna conclusione del concerto il Vorspiel und Liebestod dal Tristan und Isolde di R.Wagner, in cui Orchestra e Direttore hanno magistralmente disegnato questa grande sintesi d’amore e morte. Da ricordare l’emozione provata, da togliere il respiro, nella pausa tra la fine del preludio e il pianissimo, al limite dell’udibilità, del tremulo degli archi che iniziava il Liebestod. Infine, almeno per la mia permanenza a Lucerna, ho avuto la fortuna di assistere al concerto da camera, del 21 agosto, con Thomas Quasthoff e il pianista Grahan Johson. (Il 24 successivo doveva esserci nuovamente il concerto di Quasthoff, con il ciclo Winterreise di Franz Schubert, ma per ragioni di sicurezza, temendo l’esondazione del lago, è stato purtroppo annullato). Il nutrito programma comprendeva gli impegnativi “Rückert-Lieder” i “Des Knaben Wunderhorn” e i “Kindertotenlieder” di Mahler. Dopo tre giorni di pioggia continua, che più tardi avrebbe provocato inondazioni in varie parti della Svizzera, Quasthoff, prima di inziare annunziava un cambiamento di programma: avrebbe eseguito per ultimi i Knaben Wunderhorn, i meno tragici del ciclo, in quanto dato il cattivo tempo, ascoltando per ultimi i Kindertotenlider, al ritorno a casa non restava che suicidarsi. Non era certo la presentazione adatta per trovare la concentrazione all’ascolto dei Lieder di Mahler, ma dopo aver sollevato la gustosa ilarità, la sua voce ha saputo trasmettere l’intensità più appropriata, con quell’umanità che solo i grandi artisti sanno trovare e provocare commozione fisica ed intellettuale. Come in altra occasione ebbi a dire di questo artista, la sua carica interpretativa è forse una serena rivalsa sulla natura che è stata ingenerosa nei suoi confronti e all’ingresso del KKL, dopo il concerto, quando riceveva gli appassionati per gli autografi, non ho resistito all’impulso di ringraziarlo, al di là dei suoi meriti musicali, per la grande carica di spontaneità e di gioia di vivere che sa trasmettere al pubblico, nonostante la tragicità dei testi e della musica. Noto che mi sono contraddetto: pensavo di non poter aggiungere molto dopo quanto scritto dagli amici abbadiani, e invece sono stato forse troppo prolisso! Non mi resta, quindi, che citare quanto un noto personaggio operistico afferma: se leggendomi non vi siete annoiati “concedetemi voi (applauso) l’attenuante!” Ermanno Gloria |
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