IL MITO
Tra i giovani va di moda citare, talvolta anche a sproposito, “sei un mito!” per indicare qualcosa che supera la normalità. Ieri sera, 29 settembre 2005 a Bologna, Claudio Abbado e l’Orchestra Mozart, al Teatro Manzoni, hanno proposto un concerto dove il termine di “mito” era pragmatico.
Mozart: Concerti per violino e orchestra K207 e K218; concerto per flauto e orchestra K314, e nella seconda parte la 2.a sinfonia di Schubert. Seguivano, dopo le entusiastiche ovazioni, anche cadenzate, tre bis mozartiani di cui l’ouverture delle “Nozze di Figaro”.
I solisti erano Giuliano Carmignola al violino e Jacques Zoon al flauto d’epoca.
Mito perché, la bellezza dionisiaca dell’esecuzione poteva evocare tutti gli dei dell’Olimpo richiamati dalle muse, che stupite sentivano rinnovate le loro arti.
Voglio credere che nell’arco delle “24 ore” la stampa preposta agli spettacoli abbia provveduto ad inviare critici per testimoniare questa ennesima “mitica” prova di Claudio Abbado con l’Orchestra Mozart, nonché delle straordinarie presenze dei solisti citati. A loro, i critici, con sapiente professionalità, il compito di illustrare gli aspetti tecnici e virtuosistici dell interpretazione, a me l’emotività per tutte le scoperte e le novità che l’ascolto di normali esecuzioni non mi avevano mai dato, e rivolgendomi ai vicini esclamavo:”Ed ora come si fa ad ascoltare gli altri?!”.
Risulta tedioso e difficile spiegare ogni volta agli increduli assenti cosa avviene in questi ”incontri musicali” (chiamarli concerti risulta riduttivo), e penso che un mito sarebbe stato diverso se Ikaro avesse avuto le ali del volo musicale dell’orchestra Mozart, nonché dei solisti e di Claudio Abbado, in modo di sfidare, con successo, il calore del sole.
Ermanno Gloria.