ABBADO NELLA STAMPA Il Resto del Carlino Giulia Bassi W.A.Mozart
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“Chi sei ?” -dice Tamino a Papageno- “Bella domanda…” - gli risponde Papageno, l’uccellatore. Egli non sa niente di sé, si comporta come un naïf vero, senza trucchi. Tutti i personaggi de ‘Il flauto magico’, pur ruotando l’uno attorno all’altro, ruotano tutti intorno a lui alias Emanuel Schikaneder ovvero l’autore del libretto dell’opera e primo interprete di Papageno- e naturalmente a Mozart che li ha incarnati con la musica. L’umano senza pretese, l’unica è quella di trovare la sua Papagena, si trova al centro di un’azione che porta al divino. Per questa edizione dell’opera, interprete di Papageno è Nicola Ulivieri (presente alla prima e dopo sostituito con Markus Werba): non a caso egli è l’unico italiano di una agguerrita compagnia di cantanti rigorosamente tedeschi. Brillante, spiritoso, è stato irresistibile interprete l’anno scorso di Guglielmo in ‘Così fan tutte’. Nicola Ulivieri-Papageno dunque, una coppia perfetta Caratterialmente Papageno non può essere che italiano, prerogativa che traspare anche dall’impostazione regista di Daniele Abbado. Ha il temperamento latino, quello che mi sento addosso sia dal punto di vista fisico che vocale. E per la lingua ha avuto qualche problema? All’inizio parecchi, davvero. Ma devo ringraziare tutti, in particolare Dinah Helal che ha lavorato con me tutti i giorni per tante ore, frase per frase, sulla pronuncia e adesso sono soddisfatto, perché ho fatto grandi progressi. Qualche tempo fa non pensavo proprio di poter essere il primo italiano della storia a cantare Papageno a Baden Baden. Come è avvenuta la sua scelta? Quando Claudio Abbado seppe che l’avevo già fatto una volta, mi chiese se mi rendevo disponibile per questa produzione. Ne sono stato subito lusingato, che abbia accettato questo ‘esperimento’ di avere un italiano in mezzo a tutti questi tedeschi, più volte interpreti de il Flauto. A Claudio Abbado quindi deve la sua presenza in questa produzione Abbado l’ho notato ancora, riesce a vedere le tue possibilità ancora meglio di te. Per essere sincero, i primi giorni di prove qui a Reggio mi sentivo fuori luogo, e mi sono detto: che cosa ci faccio qui? Adesso devo dire che aveva ragione. Mi ha dato un’opportunità incredibile. Potrò dire di essere stato il suo primo Papageno, visto che anche lo debutta: è straordinario per me. Come è musicalmente questo Flauto? E’ assolutamente magico. Lui già faceva cantare le consonanti con l’italiano, ma con il tedesco non ne parliamo. La principale caratteristica della sue interpretazione di questa partitura è la leggerezza e il brio. Vederlo lavorare con il figlio Daniele poi è dolcissimo per me, si aiutano dando davvero il massimo di loro stessi. Una bacchetta eccezionale, dunque la sua Con lui anche questa volta si viaggia in un'altra dimensione. Le voci vengono inserite come se fossero degli strumenti. Per lo più ci fa cantare piano ‘in punta di piedi’ e quello che ne risulta è di straordinaria brillantezza. Abbado rivela tutto quello che è racchiuso in questo capolavoro e il pubblico che ascolta si deve gustare un’operazione di ensemble che va al di là del canto stesso. Giulia Bassi
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