ABBADO NELLA STAMPA Il Resto del Carlino W.A.Mozart
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Oltre allo straordinario valore musicale che la firma di Claudio Abbado con la sua Mahler Chamber Orchestra garantiscono a questo ‘Flauto magico’ di Mozart -al debutto domani al teatro Valli- esso si caratterizza per essere una produzione grandiosa, da ente lirico, che ha impegnato quanti lavorano in teatro in modo del tutto eccezionale. C’è qualcuno che lo chiama già colossal, in ogni caso per diverse settimane si è lavorato davvero sodo giorno e notte. <Questa ‘grandiosità’ spiega Anna Rita Ferri, reggiana, maestro collaboratore in palcoscenico- è proprio quella che richiede l’opera costituita da 19 scene nel primo atto e 30 nel secondo. E’ già il terzo spettacolo di Daniele Abbado a cui lavoro, e sempre c’è stato un clima sereno, per di più questa volta c’è un’orchestra magnifica e un grande direttore che quando mi capita di vederlo dal monitor le poche volte che mi fermo- mi sono lasciata prendere da una forte emozione>. Quanti lavorano dietro al palcoscenico devono fare in modo che i meccanismi e i congegni che servono per il racconto non si avvertano sulla scena. Lo spettacolo è complesso anche per la cura dei particolari a partire anche dal più piccolo effetto. <Si è voluto fare vero teatro cogliendo e sfruttando ogni idea spiega la Ferri- come ad esempio l’effetto del tuono. Non ci si è accontentati di un suono campionato, ma viene usata la macchina storica del tuono, in più due percussioni. Devo dire che solo questo particolare, dà la misura del tipo di lavoro che si è fatto per questo spettacolo. Ma sono tanti i gioielli sonori che catturano irresistibilmente l’ascoltatore, non appena la musica si espande, tra questi sicuramente: il flauto, i tre bambini del Tolzer Knabencor e il Glockenspiel>. Questo strumento, dal timbro argenteo, è suonato dal pianista reggiano Enrico Cacciari, chiamato già l’anno scorso da Claudio Abbado per i recitativi del ‘Così fan tutte’. <E’ sempre un onore ed un immensa soddisfazione lavorare con Claudio Abbado spiega Cacciari che ha anche realizzato molte prove di sala con i cantanti- e inoltre questa volta sono anche nella mia città. Trovo stupefacente in questo spettacolo la presenza di una compagnia di canto composta da interpreti ideali per il loro ruolo sia dal punto di vista vocale che fisico. Inoltre la perfezione che musicalmente viene fuori dagli ensemble è di rara qualità. Gli stessi cantanti protagonisti in altre edizioni del Flauto Magico hanno affermato di ‘sentire’ dalla musica che esce dalla bacchetta di Abbado, suoni mai ascoltati>. Anche Anna Bigliardi, maestro collaboratore nelle produzioni teatrali reggiane, ha lavorato in questo Flauto <Mi ha colpito significativamente la straordinaria umanità di Claudio Abbado. Quando chiede delle cose non ha bisogno di gesti plateali, lo fa con una semplicità straordinariamente efficace; e nel contempo ‘lascia fare’ all’interprete perché trovi la naturalezza nel suo canto. E’ stato semplicemente stupendo inoltre vedere lavorare insieme padre e figlio Daniele che hanno mostrato un senso di collaborazione e un affiatamento incredibile attuando un lavoro intenso, totale basato su un profondo ascolto l’uno dell’altro>. Giulia Bassi
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