Per le sue fantasiose e nello stesso tempo inquietanti immagini, lo scenografo Graziano Gregori, era stato molto apprezzato in “L’enfant e les sortileges” di Ravel al quale ha collaborato insieme al regista Daniele Abbado al teatro delle Muse di Ancona. Ora la coppia si è di nuovo ricostituita per ‘Il flauto magico’ di Mozart per il quale Gregori ha inventato una superba macchina teatrale. <Sono 35 i cambi scenici che ho realizzato spiega Gregori- è inutile sottolineare la difficoltà di gestione di un congegno di continui movimenti e cambiamenti che sul palcoscenico devono sembrare naturali, esattamente come la musica che sgorga e fluisce con leggerezza. La scatola nera, in cui è stato trasformato il palcoscenico teatrale, è il possibile mondo delle apparizioni, come la notte buia dalla quale prendono corpo le favole e qui si formano ed escono i personaggi e gli animali, si aprono delle botole in ogni punto. Qui con grande semplicità di tratto io e Daniele abbiamo pensato a fare teatro in senso pieno e assoluto senza nulla di illustrativo> Secondo lo scenografo marchigiano che per lo più lavora nel teatro di prosa, è necessario ‘raccontare’ senza orpelli per far sì che musica e testo si compenetrino. <Di grande valore artistico è stato per me poter lavorare a questa produzione accanto Claudio Abbado puntualizza Gregori- che prima conoscevo soltanto come mito. E’ una persona molto dolce che ha avuto fiducia nel nostro progetto e già dai primissimi incontri, diversi mesi fa, sentiva che eravamo nella strada giusta. Nel corso delle prove ha arricchito con i suoi pensieri il nostro lavoro per fare incontrare con maggiore profondità la musica e le parole>.