LA CRONACA Roberto Rinaldi
La Mozart a Bolzano
Bolzano 31 maggio 2006 Mozart Concerto per corno e orchestra n. 1 in re maggiore K 412 Giuliano Carmignola Violino Orchestra Mozart Claudio Abbado
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BOLZANO Claudio Abbado eccelle ancora una volta e lo fa alla guida dell’Orchestra Mozart. Per la prima volta la Mozart, sorta per volere di Carlo Maria Badini, e affidata ad Abbado, si è esibita a Bolzano. Un concerto ospite nel cartellone della stagione dell’Haydn, al quale ne seguiranno altri tre in autunno. Un progetto che vede coinvolte tutte le istituzioni cittadine, l’amministrazione comunale, la Fondazione Haydn, e quella della Gustav Mahler. Un’esecuzione che per Bolzano resterà nella memoria di quanti hanno potuto assistervi. L’ultimo giorno di maggio che segna ancora una svolta nella straordinaria carriera di Claudio Abbado e di due solisti di rango, Alessio Allegrini e Giuliano Carmignola, protagonisti alla pari di un evento memorabile. Chi meglio di loro poteva offrire un’esecuzione tutta permeata su Wolfgang Amadeus Mozart. Il corno di Allegrini, ex primo corno della Filarmonica del Teatro alla Scala di Milano, scelto a 23 anni da Riccardo Muti, ora nel medesimo ruolo presso l’Orchestra Sinfonica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, protagonista eccelso de il “Concerto per corno e orchestra n. 1 in re magg. K412 e 514 e del “n. 2 in mi bem. magg. K417. Sono bastate poche note iniziali per rendersi conto di quanta poesia sia stato capace di diffondere con il suo corno, un suono cesellato, a tratti quasi sussurrato che dava il là all’orchestra mirabilmente attenta e sostenitrice della sua straordinaria interpretazione solistica. Alessio Allegrini ha saputo cogliere a pieno lo spirito mozartiano che si cela dietro queste partiture dedicate al corno ed orchestra, che ben rappresentano quale fosse l’amore di Mozart per gli strumenti a fiato. Strumenti che in particolare nelle partiture k 412 e 417, l’autore utilizza a suo piacere dove esso rivela la vena sbeffeggiante che gli appartiene. La musica scorre fluida, resa libera da sovrastrutture inutili e si fonde armoniosa dove tutti concorrono con eguale perfezione. Un fraseggio nitido, ricco di sottolineature reso possibile dal gesto direttoriale sempre attento ad infondere nei tempi, nelle entrate e negli stacchi una precisione corale che fa sì che la musica assuma tonalità purificate e altrettanto suggestive. Si passa poi all’esecuzione del “Concerto per violino e orchestra in la maggiore K 219” dove questa volta il violino di Giuliano Carmignola si fa protagonista con Abbado, (quanta intesa e complicità si percepisce tra i due). Ne esce un Mozart giovanile, fantasioso, denota quanto sia lo stile cantabile il favorito in queste composizioni da Mozart. Il successo non si fa attendere e ad Abbado e Carmignola viene tributato una fragorosa ovazione. Un'esultanza che si ripeterà anche dopo l’esecuzione della “Sinfonia n. 35 in re magg. K385” detta anche Haffner. Qui Abbado conduce con piglio sicuro un’orchestra giovanile nel suo insieme, ma già matura nel suono. Sviscera tutta la sua straordinaria adesione al suono mozartiano, imprime già dal tema iniziale tutto il vigore e la solennità che sono le caratteristiche iniziali di questa sinfonia. Abbado trascina il suono, lo rende evanescente e scoppiettante, in’alternanza vorticosa dove la melodia scorre fluida senza mai apparire ridondante. Un pubblico incantato ha reso omaggio con continue chiamate al proscenio dell’auditorium Haydn per un vento senza eguali. Roberto Rinaldi (Club Abbadiani Itineranti) |
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