ABBADO NELLA STAMPA Corriere dell'Alto Adige
Roberto Rinaldi Claudio Abbado I concerti di Ferrara e Reggio Emilia con la Mahler Chamber Orchestra (8)
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BOLZANO- “Non solo di musica si vive” verrebbe da dire ascoltando ciò che Claudio Abbado spiega alla gente che gli sta intorno, parlando perfino di economia, energia e trasporti e citando grandi opere quali il tunnel del Brennero. “Voler consumare più petrolio porta all’eliminazione a priori non solo di economie alternative, ma anche l’uso razionale dell’elettricità, come ad esempio il trasporto dei camion per ferrovia attraverso il Brennero fino a Verona, progetto di cui non si sente mai parlare”. L’occasione scaturisce in concomitanza con un’anticipazione del “Flauto Magico”, da lui diretto, in versione cd per la Deutsche Grammophon, a Reggio Emilia prima del concerto serale nel Teatro Municipale alla guida della Mahler Chamber Orchestra, reduce dal trionfo ottenuto la sera prima a Ferrara. Il 19 aprile sarà la volta di Bolzano dove a cura del Club Abbadiani Itineranti e dell’Ufficio Cultura del Comune, sarà presentato in una conferenza video audio Il Flauto, l’opera mozartiana di maggior successo e anche quella più eseguita in assoluto dell’intera letteratura operistica. Sede della presentazione sarà l’Istituto musicale Vivaldi grazie al benestare del presidente Giacomo Fornari, un prologo a quello che sarà l’evento della sera: il concerto della Gmjo al Palasport (musiche di Schönberg e Mahler). Lasciata da parte per un istante la musica è altrettanto importante seguire ciò che per Abbado ha pari dignità e importanza sociale.”Esiste da molti anni un’economia mondiale basata sull’uso del petrolio, che ha portato a scelte e decisioni di grande egocentrismo, di cui profitta soltanto una minoranza. Questo sistema è stato portato avanti senza lungimiranza, cercando di coprire con menzogne la possibilità di sistemi economici alternativi. Si è arrivati perfino a portare la guerra a paesi che, se non avessero avuto il petrolio, non sarebbero stati attaccati”. Reduce da un viaggio in Venezuela, Abbado si è interessato alle sorti di quel paese, come di tutte le nazioni povere e sottosviluppate. Il suo impegno etico e sociale lo spinge ad occuparsi in prima persona e lo fa in molti modi, quello più congeniale a lui è certamente il prendersi a cuore l’istruzione musicale e culturale dei giovani. Lo fa concretamente: a Bolzano, ad esempio, da dove parte la tournée di Pasqua della Gmjo (Monaco di Baviera, Madrid, Vienna, Parigi e Torino al Lingotto il 29 aprile), sono stati inseriti in organico nell’orchestra giovanile alcuni musicisti mediorientali. “Come ogni anno, torno dal Venezuela avendo vissuto un’esperienza umana, oltre che sociale e culturale, grazie a quanto fa José Antonio Abreu, un amico che da trent’anni organizza la formazione musicale del suo paese. Quello che mi ha impressionato di più è l’entusiasmo e l’energia dei giovani di quel paese. Giovani musicisti che si ritengono molto fortunati perché hanno una chiara prospettiva sociale, che nasce da un approccio collettivo alla musica, dalla gioia di fare musica assieme”. “Fare musica assieme”, l’intento che da sempre spinge l’illustre direttore nel cercare coesione attorno a sé per condividere il piacere di creare con la musica. A Caracas e all’Havana nel 2005, Abbado ha iniziato a fare musica con l’Orchestra de Jovenes Latinoamericanos, una formazione multirazziale di ben 285 elementi tra i 15 e i 24 anni. Un’iniziativa che coinvolge 240 mila musicisti che provengono dai barrios e dalle favelas. “Questi musicisti diventano dei simboli, esempi da seguire, come Edicson Ruiz, che a soli 19 anni suona il contrabbasso nei Berliner, Gustavo Dudamel, l’attuale direttore dell’Orchestra Bolivar, che stimo moltissimo e ora dirige anche a Berlino spiega con non celato orgoglio il Maestro Abbado e con lui e la sua orchestra saremo a Palermo e a Roma a settembre”. Un giovane talento scelto anche dal Teatro alla Scala di Milano, sempre per merito dello stesso Abbado, dove è stato chiamato a dirigere il “Don Giovanni” di Mozart, opera in cartellone che in origine doveva avere Riccardo Muti sul podio. Altri giovani provenienti da tutta Europa trovano anche Bolzano che crede in loro e grazie al volere di Abbado e alla pronta risposta dell’amministrazione comunale è nata l’Accademia di perfezionamento musicale. “Sono sempre profondamente grato e felice di poter venire a dirigere a Bolzano”, di cui Abbado è cittadino onorario insieme al compianto Carlo Maria Giulini. Cittadinanza onoraria ma da aprile in poi diventerà quasi stabile. Conclusa la tournée della Gmjo il 31 marzo sarà la volta dell’Orchestra Mozart di Bologna che grazie ad un impegno di collaborazione reciproca con la Fondazione Haydn, avrà modo di suonare nell’auditorium di Via Dante anche il 25, 30 settembre e 18 novembre. Era il 1982 anno in cui per circostanze fortuite, Abbado si esibì per la prima volta a Bolzano in duomo alla guida dell’European Community Youth Orchestra. Un’occasione che doveva restare unica ma diventata ben presto la prima di 15 concerti che si sono susseguiti fino ad arrivare al 2006 dove proseguiranno per ben quattro appuntamenti. E del Flauto Magico che ascolteremo in cd e vedremo in un video riassuntivo di 15 minuti a Bolzano, tratto dalla messa in scena a Ferrara e Reggio Emilia (in estate andrà ad Edimburgo) cosa ci può dire? “Il Flauto ha un messaggio ben preciso, è una favola per adulti, e non solo adatta ai bambini, serve per far capire che si può e si deve fare di tutto per cambiare la vita in bene. Una metafora sul come impegnarsi per il bene, per migliorare l’esistenza di tutti e questa metafora qualcuno la usa prosegue Abbado - ad esempio in Venezuela con chi si occupa dei 240mila giovani con la musica. In ogni paese, anche senza l’appoggio da parte dei governi, ci sono iniziative di valore, come a Caracas, grazie alla donazione di un centro di ricerca universitario americano che ha donato 200 apparecchi acustici ai giovani sordomuti che esprimono la musica attraverso il movimento delle mani. Come cittadino del mondo, sento la necessità di parlare di queste iniziative costruttive”. Un direttore d’orchestra innamorato del suo lavoro, cittadino del mondo, autore perfino di un libro per bambini: “La Casa dei Suoni” edito da Archinto in cui si racconta e svela come gli è nata la passione della musica, spiegata con immagini semplici e frasi adatte alla comprensione dei più piccoli che forse un giorno diventeranno musicisti da adulti. Anche questo è “fare musica insieme”. Roberto Rinaldi
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