LUCERNA NELLA  STAMPA

Interviste
Estate-Autunno 2005

• Ancora trascritta dai nostri amici e soci Patrizia e Giancarlo Giancapatti , di Napoli, a chi va ancora la nostra gratitudine, ecco l' intervista fatta a DANIEL HARDING da Guido Barbieri su RAI3 durante la settimana romana della Lucerne Festival Orchestra di ottobre 2005.

e attorno


La sera dell'8 ottobre : intervista a Daniel Harding fatta da Guido Barbieri:

Guido Barbieri:"Il momento dell'inizio,cioè la decisione di diventare direttore d'orchestra....."

Daniel Harding: "Ricordo un tempo in cui non desideravo diventare un direttore d'orchestra e uno in cui invece lo desideravo e non sono sicuro di cosa non ricordo....che cosa e come sia cambiato. Credo che comunque fosse quando ero molto giovane, perchè allora ero molto curioso di tutto ciò che riguardava la musica. Sapevo fin dalla più tenera età che avrei voluto diventare un musicista, ma non avevo nessuna idea di che cosa avrei fatto esattamente e forse il momento venne per me, quando(frequentavo allora la scuola di musica come trombettista) provai a seguire qualche lezione di direzione d'orchestra e mi dissero: "Guarda,questo è qualcosa che potrai fare,quando avrai 40 anni. Lascia perdere ! E credo che fu proprio allora che decisi che intendevo fare proprio il direttore d'orchestra".

Guido Barbieri:"Le quarte sinfonie:la quarta di Brahms,la quarta di Mahler..C'è qualcosa che queste due sinfonie hanno in comune ed ecco cos'è:..."

Daniel Harding: "Credo che il principio di suonare come nella musica da camera è qualcosa che bisognerebbe mantenere in ogni repertorio. Fare musica significa ascoltarsi l'uno con l'altro e reagire e credo che , se noi suoniamo la sinfonia di Brahms o la Quarta di Mahler, la gente si rallegra dell'atmosfera cameristica che ha trovato nelle esecuzioni e questo non può che essere un dato positivo. E' una cosa che si sente molto, che io sento molto, quando dirige Claudio Abbado, che è qualcuno che cerca questa qualità cameristica in ogni suo approccio al repertorio, nel rapporto con i musicisti, nel rapporto dei musicisti con l'opera e questo avviene non importa di che dimensioni d'orchestra si stia parlando e così, se qualcuno trova questo nelle mie esecuzioni, sono molto contento."

Harding e la Scala: "E' un grande teatro d'opera con una grande tradizione, ma d'altra parte andrò alla Scala con un regista che conosco molto bene, un meraviglioso cast di cantanti con cui cercheremo di lavorare come lavoriamo ovunque in qualsiasi momento dell'anno sia che ci si produca alla Scala o in un teatrino magari piccolo di Aix en Provence sia che si apra la stagione sia che la si chiuda o che si sia nel mezzo. Beh uno cerca sempre di fare il meglio che può. Il resto va tutto in secondo piano."

Guido Barbieri: "Perchè Claudio Abbado è stato così importante nella formazione della sua carriera nel suo passato e nel suo presente...."

Dice Daniel Harding che Claudio Abbado è stato la ragione per la quale lui ha voluto diventare direttore d'orchestra e dice:"Sa,credo che per chiunque,qualunque sia il sogno di chi vorrebbero essere, si tratti di un tennista, un astronauta o anche un direttore d'orchestra a un certo punto vedi qualcuno che fa quel lavoro e qualcosa nel modo in cui lo fa ti ispira a volerlo emulare. Io avevo poco più di 10 anni e vidi alla televisione dei concerti diretti da Claudio Abbado e fu allora che nacque in me il desiderio di diventare un direttore d'orchestra. Adesso per me è bellissimo, ma anche piuttosto strano conoscere quest'uomo, perchè ,quando qualcuno è stato la tua grande fonte di ispirazione ed ha una così totale distanza, avere l'opportunità invece di lavorarci insieme, avere l'occasione di conoscerlo e discutere con lui...beh insomma...ci vuole un pò ad abituarcisi. D'altra parte sono passati quasi 10 anni da quando sono diventato suo assistente a Berlino. E' la prima volta che ci penso e mi pare davero straordinario! Comunque per dire qualcosa di lui si tratta per me di un musicista che riesce a tirar fuori dalle persone cose che quelle persone non sanno di poter fare. E' un musicista estremamente umile, onesto. Non mette mai la sua persona in primo piano e ha una capacità quasi magica di schiudere le cose e cioè di aprirle e lasciarle parlare da sè. Ecco per me,quando lo sento dirigere, ho l'impressione che proprio quello è il modo in cui deve essere!"

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