ABBADO NELLA STAMPA Corriere della Sera Claudio Abbado e Albrecht Mayer nella LFO: Fare musica insieme (Foto Marco Caselli)
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Abbado: «La Scala? Lissner mi ha invitato» «Grande orchestra, città difficile. Vedremo» Il direttore a Modena con un «Flauto magico» filologico DAL NOSTRO INVIATO MODENA - Chi ama Mozart e ha l' orecchio fine, forse coglierà qualcosa di insolito in questo Flauto magico diretto al Comunale di Modena da Claudio Abbado con la Mahler Chamber Orchestra, regia di Daniele Abbado (stasera ultima recita). Nel primo atto, dopo gli accordi iniziali, nel duetto tra Pamina e Papageno non viene suonato l' intervento dei clarinetti e corni. «Studiando la partitura autografa mi sono reso conto che Mozart aveva cancellato quello spazio di suo pugno, non solo ma aveva spostato di sua mano tutte le battute - spiega il direttore -. In seguito qualche musicologo ha inserito questi accordi ed è diventato tradizione eseguirli. Ma bisogna aver il coraggio di rompere le abitudini e tornare a quello che aveva indicato l' autore. Del resto anche l' aria di Pamina comincia semplicemente così». Tra le regole di vita e di musica del direttore milanese c' è il non dare mai niente per scontato, non smettere mai di cercare più alti traguardi. Così, a pochi mesi dai grandi applausi riscossi a Reggio Emilia e a Ferrara, eccolo ora sul podio a Modena con un Flauto completamente rinnovato nel cast (dove spiccano i nomi di René Pape, Chistoph Strehl, Dorothea Roschmann, Hanno Muller-Brachmann, Julia Kleiter, Erika Miklosa) e con il prestigioso Arnold Schönberg Chor. Un' esecuzione d' eccezione, fortunatamente registrata dai tecnici della Deutsche Grammophone e presto disponibile in cd. Che, si può scommettere, non verrà sfiorato dalla ormai dilagante crisi del disco. «Per troppo tempo - interviene Abbado - si è inciso troppo e di tutto, nel frattempo il mercato si è ormai saturato e i costi dei cd sono aumentati. E allora bisogna avere una buona ragione per acquistare una nuova edizione delle sinfonie di Mahler o di Beethoven». Ottima se a «firmare» le edizioni sono nomi come Abbado, Pollini, Argerich. A fine mese il direttore sarà a Bologna, dove lo attende la Mozart, la sua orchestra più «giovane», nata l' autunno 2004. «Con loro e con Giuliano Carmignola daremo il via a un nuovo progetto, anch' esso finalizzato a esiti discografici: l' esecuzione dell' integrale dei concerti di Mozart per violino e orchestra. Useremo strumenti con corde di budello, in modo da ottenere un suono di tonalità più bassa e più dolce. Proprio come usava ai tempi di Amadeus». Il 29 e 30 settembre il primo appuntamento, il secondo, stesso podio, il 26 novembre. «In un solo anno questa formazione è cresciuta, si è arricchita di nuovi elementi, prime parti della Scuola di Fiesole. Giovani e bravissimi». Scoprire talenti è la sua specialità. Due li ha prenotati la Scala per la prossima stagione. Daniel Harding, direttore stabile della Mahler Chamber, avrà l' onore dell' apertura con Idomeneo. E poi arriverà Gustavo Dudamel, 24 anni, venezuelano. Un' altra scoperta di Abbado che l' ha suggerito al sovrintendente Stéphane Lissner. «Con Lissner siamo amici - spiega -. Anni fa fu lui a invitare me e Peter Brook al festival di Aix per Don Giovanni ». Così, quando Lissner ha accettato il difficile compito di prendere le redini del teatro lirico milanese, tra i primi a cui si è rivolto è stato proprio Abbado. «E io gli ho detto: l' orchestra è ottima, ma la città un po' meno. A Berlino convivono felicemente tre teatri d' opera e sette orchestre, a Milano non c' era posto neanche per due». Vista questa lunga amicizia, viene proprio da pensare che ora il ritorno alla Scala di Abbado sia più vicino. Il direttore sorride: «Lissner è venuto a Berlino per invitarmi. Gli ho spiegato che dopo la malattia devo dosare forze, impegni e che già lavoro troppo». Però, magari con questo bel Flauto, magari con un festival come quello che a ottobre lo vedrà a Roma con l' Orchestra di Lucerna... Abbado sorride ancora. «Magari. Vedremo». Manin Giuseppina
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