ABBADO NELLA STAMPA La Gazzetta di Reggio (edizione di Reggio Emilia) Giulia Bassi Claudio Abbado I concerti di Ferrara e Reggio Emilia con la Mahler Chamber Orchestra (6)
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Sono quattro o forse qualcuno in più gli italiani (non sono certo molti) che fanno parte della Mahler Chamber Orchestra. Tra questi Gianfranco Dini (1° corno al Maggio Musicale Fiorentino): un po’ meno ‘ragazzo’ degli altri, a vederlo, ma uno spirito quanto mai brillante e soprattutto una passione viscerale per suonare ‘con Claudio’. Infatti oltre a far parte della Mahler, è nell’organico dell’Orchestra di Lucerna. “Suonare in quest’orchestra costituisce per me un arricchimento interiore impagabile che si tramuta sempre in energia nuova. Quello che stupisce di personaggi come lui o Natalja Gutman è la loro autentica modestia. Anche loro si mettono in gioco mentre si prova in uno straordinario clima di distensione. Una delle prima volte mi avvicinai a lui e cominciai.. “Maestro…” e lui sorridendo “…ma che maestro, sono Claudio”. Io però ci ho messo tre anni a dargli del tu. Abbado è sempre stato il mio mito. Quando a 13 anni ho comprato il mio primo disco, era Il barbiere di Siviglia diretto da lui…figuriamoci se potevo dare del tu al mio mito” Gli brillano gli occhi, anzi si commuove se si parla del Simon Boccanegra che Abbado diresse a Firenze nel 2001 alla guida dell’Orchestra del Maggio “Quando il protagonista era vicino alla morte la sua bacchetta creava delle atmosfere da sogno irreali. Non mi vergogno di dire che mi sono uscite le lacrime in più punti di quell’esecuzione”. E’ un piacere sentire parlare Dini, il suo inconfondibile accento toscano dà un senso di solennità alle sue parole. Sentirlo raccontare della sua passione per il fare musica con Abbado è alquanto trascinante. Della personalità del direttore, lo ha colpito il suo entusiasmo sempre grande, questo stupirsi delle cose nuove che scopre anche in una partitura che conosce a memoria e che ha diretto svariate volte. <Quando c’è un “solo” difficile (e nella Serenata di Brahms ce ne sono molti), Abbado lascia fare, in ogni caso comunica ciò che vuole in maniera mirabile con le sue mani e la sua gestualità, il suo corpo, tutto di lui esprime la musica. In ogni caso è tale l’energia che si sprigiona nell’orchestra guidata da lui che si riesce sempre a dare di più di quello che si pensa. Quando dirige arriva verso l’orchestra un’energia quasi palpabile, un forza che mette insieme le nostre forze perchè siano convogliate verso il pubblico E poi ogni volta è diverso, lo si comprende anche dalle prove di questi giorni>. Dini è molto legato alla nostra città, dato che prese parte nel 1997 al Concerto del tricolore: quella fu la prima volta in cui suonò con Abbado. <E’ stata un’esperienza che mi ha cambiato la vita, conoscerlo, quindi avere avuto al possibilità di entrare nella Mahler infine di far parte di quell’incredibile orchestra qual è quella di Lucerna. Posso dirmi soltanto molto fortunato>Giulia Bassi, 4 aprile 2006
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